Infondatezza dell’appello principale e improcedibilità dell’appello incidentale

Francesco Renda
26 Gennaio 2018

Con riferimento all'impugnazione degli atti di una procedura di gara, anche nel caso in cui il giudice di prime cure abbia erroneamente esaminato il ricorso principale prima del ricorso incidentale, il mancato accoglimento dell'appello principale determina l'improcedibilità del gravame incidentale per sopravvenuta carenza di interesse.

Il caso. Con la sentenza in commento il Consiglio di Stato è tornato a pronunciarsi sulla complessa questione relativa al rapporto e all'ordine di scrutinio tra il ricorso in appello principale e quello incidentale in un giudizio avente ad oggetto gli atti di una procedura di gara pubblica.

Nello specifico, un'Azienda Sanitaria indiceva una procedura aperta per l'affidamento di servizi infermieristici e assistenziali a domicilio, aggiudicando l'appalto in favore del Raggruppamento temporaneo di imprese classificatosi in prima posizione nella graduatoria di gara.

Il giudizio di primo grado. L'impresa seconda classificata – ritenendo illegittima l'aggiudicazione disposta in favore del r.t.i. – insorgeva avverso la stessa dinnanzi al TAR Sardegna, chiedendone l'annullamento con conseguente aggiudicazione dell'appalto in proprio favore.

A sua volta, il Raggruppamento aggiudicatario proponeva ricorso incidentale avverso l'ammissione in gara dell'impresa seconda in graduatoria (e ricorrente principale).

Il giudice di primo grado – dopo aver preventivamente scrutinato il ricorso principale proposto dalla società non aggiudicataria e dichiarato lo stesso infondato nel merito – confermava la piena legittimità dell'aggiudicazione disposta in favore del r.t.i. primo classificato. Lo stesso giudice, a fronte del mancato accoglimento del ricorso principale e del connesso riconoscimento del bene della vita (aggiudicazione della gara) in favore del r.t.i., dichiarava tuttavia l'improcedibilità del ricorso incidentale dallo stesso proposto per sopravvenuta carenza di interesse.

Il giudizio di appello. Avverso la sentenza di primo grado proponeva appello la seconda classificata, contestando la decisione del giudice di prime cure nella parte in cui la stessa aveva ritenuto esente da vizi l'aggiudicazione disposta in favore del r.t.i..

A sua volta, il Raggruppamento aggiudicatario - oltre ad opporsi all'accoglimento dell'appello principale - spiegava appello incidentale avverso il capo di sentenza che aveva dichiarato il ricorso incidentale proposto in primo grado improcedibile per difetto di interesse.

La decisione del Consiglio di Stato. Con la pronuncia in commento, il Giudice d'appello procede anch'esso ad una preventiva disamina dell'appello principale, ritenendo lo stesso non meritevole di accoglimento. A fronte e in ragione della declaratoria di infondatezza dell'appello proposto in via principale, il Consiglio di Stato dichiara poi l'improcedibilità dell'appello incidentale proposto dal r.t.i. aggiudicatario per sopravvenuta carenza di interesse.

Secondo il Consiglio di Stato, infatti, una volta che, a seguito della reiezione del gravame principale e della conseguente e connessa conferma della legittimità degli atti di gara, l'aggiudicazione diviene definitiva, il soggetto aggiudicatario non può più ottenere alcun beneficio diverso e ulteriore rispetto al fondamentale bene della vita conseguito (consistente, per l'appunto, nell'aggiudicazione dell'appalto); bene della vita quest'ultimo che “assorbe” qualsivoglia ulteriore interesse secondario o strumentale all'esclusione di altre imprese concorrenti.

Più precisamente, anche nel caso in cui il giudice di prime cure abbia erroneamente esaminato il ricorso principale prima che il ricorso incidentale, il mancato accoglimento dell'appello principale determina il venir meno dell'interesse del soggetto aggiudicatario (appellante incidentale) ad ottenere una pronuncia di esclusione degli altri competitori e l'improcedibilità del gravame incidentale proposto per sopravvenuta carenza di interesse.

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