La mancata suddivisione in lotti dell’appalto

Leonardo Droghini
26 Febbraio 2018

La scelta della stazione appaltante circa la suddivisione in lotti di un appalto pubblico costituisce una decisione normalmente ancorata a valutazioni discrezionali di carattere tecnico-economico. La scelta di non suddividere in lotti un appalto pubblico, è sufficientemente motivata facendo riferimento alla contiguità e correlazione funzionale tra i servizi oggetto di affidamento, nonché alle esigenze di semplificazione gestionale e di riduzione dei costi che può derivare dalla unificazione dell'appalto.

Il caso. Una azienda ospedaliera, che aveva indetto una gara per l'affidamento del servizio integrato riguardante i servizi di vigilanza armata, portierato ed altri, impugnava la sentenza di primo grado per aver accolto il motivo di ricorso, proposto da una società partecipante alla procedura, con cui si denunciava la mancata suddivisione dell'appalto in lotti funzionali o prestazionali, in violazione dell'art. 51 d.lgs. n. 50 del 2016.

Il giudice di prime cure, in particolare, posto che le attività di “portierato” e “vigilanza” sono nettamente distinte tra di loro, riteneva che la scelta di non procedere alla suddivisione dell'appalto in lotti fosse supportata da una motivazione ellittica e stereotipata e quindi in contrasto con l'art. 51 del codice e con l'obbligo ivi previsto di motivare le ragioni specifiche che sorreggono la decisione di non frazionare l'appalto in più lotti.

La suddivisione dell'appalto in lotti. Il Collegio ha premesso che la scelta della stazione appaltante circa la suddivisione in lotti di un appalto pubblico, costituisce una decisione normalmente ancorata a valutazioni discrezionali di carattere tecnico-economico, delimitata, oltre che da specifiche norme del codice dei contratti, anche dai principi di proporzionalità e di ragionevolezza; a tal fine, quale corollario dell'effettività della regola generale, è posta la previsione di un specifico obbligo di motivazione proprio perché il precetto della ripartizione in lotti è funzionale alla tutela della concorrenza.

La soluzione. Nella specie, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la scelta della stazione appaltante di non procedere alla suddivisione dell'appalto in lotti - motivata da esigenze di miglior coordinamento delle prestazioni e di semplificazione e riduzione dei costi di transazione – fosse supportata da ragioni sufficientemente esplicitate o comunque desumibili dagli atti di gara.

Da un attento esame di quest'ultimi, il Collegio ha rilevato che varie mansioni della vigilanza e della portineria sono caratterizzate da un contiguo ambito operativo, che accomuna le due categorie di personale; mentre, nelle rimanenti mansioni, emergono chiare esigenze di correlazione funzionale tra le prestazioni, nel senso che la difesa attiva si innesta e consegue ad attività di controllo dei luoghi e di segnalazione di situazioni di allarme.

Sussistono, dunque, chiari riscontri della contiguità tecnica-operativa dei servizi, che ne ha giustificato, nell'affidamento in oggetto, l'accorpamento funzionale.

In questo quadro, ha affermato la sentenza, la unificazione dell'affidamento delle due attività, ha l'indubbio effetto di contrarre le risorse umane e finanziare, con una razionalizzazione dei costi di gestione che, anche se non espressa in dati numerici, appare ampiamente plausibile e tale da integrare e completare le ulteriori ragioni addotte a giustificazione della mancata suddivisione in lotti dell'appalto.

Deve pertanto escludersi che l'onere motivazionale della mancata suddivisione in lotti, imposto dall'art. 51 del d.lgs. n. 50 del 2016, sia stato disatteso.

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