Modifiche legittime, in corso di gara, della lettera di invito

Giusj Simone
14 Marzo 2018

La modifica della lettera di invito in punto di regime delle cause di incompatibilità dei partecipanti, operata dalla Stazione appaltante in corso di gara, risponde a criteri di correttezza sostanziale ed è, quindi, legittima, se la precedente formulazione era da ritenersi illogicamente restrittiva della libera concorrenza.

La questione. La questione sulla quale il TAR milanese è chiamato a pronunciarsi è originata dalla impugnazione i) della nota con cui la Stazione appaltante comunicava a tutti gli operatori che avevano manifestato interesse a partecipare alla procedura (indetta, con avviso ai sensi dell'art. 216, comma 9, del D.lgs. n. 50 del 2016, per la selezione di un consulente legale in materia di appalti pubblici e segreteria societaria) l'interruzione della procedura medesima e l'intenzione di procedere alla parziale revisione della lettera d'invito già inviata che, quindi, sarebbe stata nuovamente inviata ai medesimi operatori economici, nonché ii) di tale ultima nuova lettera d'invito alla procedura di selezione. Parte ricorrente contesta, deducendone la complessiva illegittimità, la condotta con cui la Stazione appaltante ha modificato, in corso di gara (più precisamente, dopo l'apertura della documentazione amministrativa e l'avvenuta esclusione di due concorrenti), la lettera di invito originaria in punto di regime delle cause di incompatibilità dei partecipanti (circoscritta - con la modifica contestata in giudizio - alle ipotesi di effettivo conflitto di interessi con la Stazione appaltante).

I rilievi del TAR. L'adito TAR ritiene che la determinazione di modifica del regime delle incompatibilità contenute nella lettera d'invito è da considerarsi tutt'altro che illegittima, atteso che l'originaria formulazione del regime delle cause di incompatibilità dei partecipanti era da ritenersi illogicamente restrittiva della libera concorrenza, ponendosi, per l'effetto, in contrasto con il principio del favor partecipationis alle procedure concorsuali.

Del tutto legittimamente, pertanto, la Stazione appaltante ha modificato la legge di gara (mediante inserimento nell'art. 7 della lettera di invito del solo inciso «in relazione ai quali vi sia un conflitto di interessi con [la Stazione appaltante]”») circoscrivendo le cause di incompatibilità alle sole ipotesi di effettivo conflitto di interessi con la Stazione appaltante medesima.

Il TAR rileva che la modifica avrebbe anche potuto essere apportata dopo l'annullamento in via di autotutela dell'intera procedura concorsuale, a partire dall'avviso ex art. 216 cit., e la reindizione di una nuova gara con la lettera d'invito modificata. Ciò, tuttavia, non avrebbe determinato alcun vantaggio per la parte ricorrente. In tal caso, infatti, non solo alla procedura sarebbero stati reinvitati i soggetti che avevano già partecipato alla gara in questione, compresi quelli esclusi, ma anche altri operatori economici avrebbero potuto manifestare interesse a partecipare, con la conseguenza che parte ricorrente non si sarebbe trovata a competere con meno concorrenti (ciò che è l'evidente finalità del proposto ricorso), ma almeno con gli stessi, se non con un numero superiore, avendo in quest'ultimo caso minori chances di aggiudicazione.

A tanto aggiungasi la carenza di interesse della ricorrente all'annullamento dell'intera procedura concorsuale: non essendosi la stessa ancora conclusa, invero, resta impregiudicata la chance per parte ricorrente di risultarne aggiudicataria.

In conclusione, il TAR respinge le doglianze di parte ricorrente, ritenendo legittimo l'operato della Stazione appaltante poiché conforme a criteri di correttezza sostanziale.

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