Codice Civile art. 362 - Inventario.

Annachiara Massafra

Inventario.

[I]. Il tutore, nei dieci giorni successivi a quello in cui ha avuto legalmente notizia della sua nomina, deve procedere all'inventario dei beni del minore, nonostante qualsiasi dispensa [363 ss.; 46 1 att.; 769 ss. c.p.c.].

[II]. L'inventario deve essere compiuto nel termine di trenta giorni, salva al giudice tutelare la facoltà di prorogare il termine se le circostanze lo esigono.

Inquadramento

Dopo aver ricevuto la notizia legale della avvenuta nomina, il tutore deve procedere all'inventario nonostante qualsiasi dispensa. Esso costituisce una mera dichiarazione di scienza (Dell'Oro, 146).

La funzione dell'inventario ha carattere cautelativo in quanto tende ad evitare la dispersione del patrimonio del minore e quindi a consentire al tutore, ma anche al Giudice tutelare, di conoscere l'entità dello stesso e quindi di poter adottare le decisioni più opportune in sua tutela. In particolare, l'inventario è disposto al fine di garantire il minore dall'eventuale sottrazione di beni e di segnare l'ambito di responsabilità del tutore in ordine alla restituzione e conservazione degli stessi (Bucciante, 708; sul punto anche De Cupis, 1992, 454, Dell'Oro, 147; Pazè, 407).

La redazione dell'inventario, oltre ad avere carattere cautelativo, rappresenta un momento fondamentale per l'acquisizione da parte del tutore dei suoi pieni poteri.

Il tutore, infatti, assume l'esercizio pieno della sua funzione dopo aver depositato l'inventario; ciò vale, in particolare, per il compimento di atti di straordinaria amministrazione. Si pensi, in particolare, ad una alienazione immobiliare non urgente richiesta senza avere contezza dell'entità del patrimonio del pupillo. Fino a quel momento possono difatti essere compiuti solo atti tali da non ammettere dilazione.

I termini ordinatori per la redazione dell'inventario e la proroga

L'inventario deve essere iniziato entro 10 giorni successivi a quello in cui il tutore ha avuto legalmente notizia della sua nomina e deve essere ultimato entro il termine di trenta giorni, salvo che il giudice tutelare ritenga di prorogare detto termine, in forza di una sua valutazione discrezionale e tenuto conto dell'eventuale complessità della situazione. Ciò, in particolare, potrà avvenire quando le operazioni di inventario richiedano l'intervento di terzi per la stima dei beni mobili o la compilazione di inventari separati per aziende agricole o commerciali.

La disposizione di cui all'art. 362 c.c. prevede che l'inventario debba essere comunque redatto entro 30 giorni. Tale specifica indicazione temporale ha fatto ritenere che, sebbene il Giudice tutelare possa discrezionalmente concedere la proroga per le ragioni sopra evidenziate, comunque questa non potrebbe superare a sua volta i 30 giorni, non potendo essere superiore al termine originario (De Cupis, 455 c.c. Dell'Oro, 148). Sebbene la norma nulla preveda al riguardo, si ritiene che il Giudice, in presenza di gravi motivi, possa concedere un'ulteriore proroga, ai sensi dell'art. 154 c.p.c., atteso che il termine di 30 giorni indicato nella disposizione in commento non è qualificato come perentorio (Dell'Oro, 141).

Come appena osservato,

i termini indicati dalla disposizione in commento non hanno carattere perentorio ma, ove si dovessero protrarre per un tempo non ragionevole, a causa quindi della condotta del tutore, ed il ritardo nel deposito non dovesse essere sorretto da adeguata motivazione, tale condotta, ove negligente, potrebbe giustificare la rimozione (in questo senso Bucciante, 708;, De Cupis, 455; Pazè, 413).

La proroga deve essere richiesta con ricorso al Giudice tutelare il quale provvede con ordinanza reclamabile dinanzi al Tribunale per i minorenni ex art. 45 disp. att. c.c. (ovvero dinanzi al Tribunale ordinario in caso di interdizione giudiziale, in merito alla proroga, Dell'Oro, 140; Bucciante, 710; De Cupis, 456).

Nel caso che il valore presumibile del patrimonio non superi i 7,75 euro il Giudice può consentire che l'inventario venga eseguito senza il ministero del cancellerie o del notaio. A tal fine, si ritiene sufficiente una dichiarazione del tutore, in forma scritta, che attesti l'assenza di patrimonio, ovvero di passività o attività (Pazè, 413; si veda altresì sub art. 363 c.c.: Patrimoni esigui e redazione dell'inventario).

Ai fini della redazione del rendiconto, il tutore può chiedere la rimozione dei sigilli eventualmente apposti, come risulta dagli artt. 762 e 763 c.p.c. (Dell'Oro, 147).

Da ultimo deve rilevarsi che la disposizione in commento disciplina l'ipotesi tipica in cui, dopo essere stata dichiarata aperta la tutela, sia stato nominato il tutore secondo il procedimento previsto dal codice, il quale non ha quindi conoscenza del patrimonio del pupillo. Non sembra fare riferimento alla diversa ipotesi nella quale il tutore subentri ad altro (o ad altri ove si tratti di successive rimozioni o revoche), perché in ipotesi esonerato, dispensato o rimosso, e dopo aver giurato egli abbia già contezza dell'entità del patrimonio in forza di un precedente inventario e del conto finale depositato dal precedente tutore. In merito a tale ultima eventualità deve escludersi la necessità della redazione di un ulteriore inventario, in forza della ratio sottesa alla redazione dello stesso che non è quella di tutelare il rappresentante ma il pupillo ed il suo patrimonio (sul punto Santarcangelo, 537; in merito si veda il commento sub art. 363 c.c.).

Bibliografia

Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da), Trattato di diritto privato, Torino, 1997; De Cupis, Della tutela dei minori, sub Art- 343-389, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., artt. 343-389, Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi in Lorefice (a cura di) Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2000; Santarcangelo, La volontaria Giurisdizione, Milano, 2003.

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