Legge - 19/02/2004 - n. 40 art. 18 - (Fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita) (1) .

Marzia Minutillo Turtur
aggiornato da Francesco Bartolini

(Fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita) (1) .

Art. 18.

1. Al fine di favorire l'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita da parte dei soggetti di cui all'articolo 5, presso il Ministero della salute è istituito il Fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita. Il Fondo è ripartito tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulla base di criteri determinati con decreto del Ministro della salute, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

2. Per la dotazione del Fondo di cui al comma 1 è autorizzata la spesa di 6,8 milioni di euro a decorrere dall'anno 2004.

3. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

(1) Per la ripartizione del Fondo di cui al presente articolo vedi il D.M. 15 marzo 2007 , a norma dell'articolo 1, comma 450,  della Legge 30 dicembre 2020, n. 178 il Fondo di cui al presente comma è incrementata di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

Inquadramento

Gli ultimi articoli della legge in commento evidenziano ancora una volta la particolare attenzione del legislatore per una materia eticamente sensibile. In questo senso deve quindi essere letta la disposizione di cui all'art. 15 che prevede la predisposizione da parte dell'Istituto superiore della Sanità di una relazione annuale per il Ministro della salute in base ai dati aggregati raccolti ai sensi dell'art. 11 e relativi alle attività concretamente poste in essere dalle strutture autorizzate. Considerata la finalità di cura attribuita alla tecnica di PMA, la relazione deve evidenziare una valutazione epidemiologica circa le tecniche e interventi realizzati. Dalla relazione emergono i dati che evidentemente caratterizzeranno la relazione del Ministro al Parlamento per dare conto dell'effettiva attuazione e portata della legge sulla procreazione medicalmente assistita.

Attività autorizzate, strutture, personale e obiezione di coscienza

Gli artt. 16 e 17 relativi alla materia dell'obiezione di coscienza ed alle disposizioni transitorie disciplinano in sostanza la gestione delle strutture autorizzate e del personale addetto. Considerato l'inserimento della PMA tra i livelli essenziali di assistenza, richiamata la possibilità di fruire del trattamento anche in strutture pubbliche e tenuto conto dei profili etici che un tale trattamento comporta (in considerazione ad esempio dell'eventuale destino dell'embrione non impiantato), il legislatore ha previsto e disciplinato, in materia analoga alla materia dell'interruzione di gravidanza, la possibilità di formulare obiezione di coscienza da parte di medici e ausiliari della attività sanitarie. Non sono previsti particolari oneri formali per la comunicazione dell'obiezione di coscienza, tuttavia la decorrenza è disciplinata allo scopo di evitare interruzioni della prestazioni causate da assenza di personale. La dichiarazione è sempre revocabile, con efficacia immediata. Allo stesso modo che per la disciplina in tema di interruzione di gravidanza, la portata della dichiarazione di obiezione non si estende alle fasi di assistenza precedente e successiva all'impianto dell'embrione.

L'art. 17 si caratterizza per una disciplina analitica delle strutture autorizzate, che per operare devono risultare iscritte, in apposito elenco predisposto dall'Istituto superiore di sanità. Viene inoltre previsto l'obbligo per i centri in questione di trasmissione dei dati relativi alle attività effettuate in precedenza, con indicazione numerica degli embrioni prodotti e l'indicazione nominativa di coloro che hanno avuto accesso a tali tecniche. Anche con questa previsione dunque sembra emergere chiara la volontà del legislatore di tenere sotto un forte controllo qualsiasi tipo di attività relativa alla applicazione della PMA, sostanzialmente creando una sorta di banca dati degli embrioni ed un registro nominativo di coloro che hanno avuto accesso alla cura. La previsione dell'art. 17 comporta inoltre una riflessione in ordine alla sorte degli embrioni che non hanno più alcuna funzione, che in generale sono stati ritenuti anche dalle prime linee guida come in stato di abbandono, con conseguente trasferimento degli stessi in centro nazionale di crioconservazione. Si ripropone anche in questo caso la riflessione in ordine ad una qualche sia pur minima utilizzabilità degli embrioni abbandonati a fine di ricerca. La risposta è stata costantemente negativa, per cui si deve ritenere come l'unica possibilità sia quella di una crioconservazione sino a naturale estinzione dell'embrione stesso.

Infine l'art. 18 prevede le modalità di copertura per sostenere l'accesso a tecniche di PMA mediante l'istituzione di un apposito fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita, che dovrà essere ripartito tra regioni e province autonome di Trento e Bolzano sulla base di criteri determinati con decreto del Ministro della Salute.

Bibliografia

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