Giudizio di anomalia e riparametrazione dell'offerta

Angelica Cardi
05 Aprile 2018

La verifica facoltativa di anomalia dell'offerta, ai sensi dell'art. 86, comma 3, del d.lgs. n. 163 del 2006, costituisce oggetto di valutazione ampiamente discrezionale da parte della stazione appaltante. L'esercizio o il mancato esercizio di tale valutazione discrezionale può essere, dunque, oggetto di sindacato solo in presenza di una macroscopica irragionevolezza o di errore di fatto.

Il caso. La ricorrente, seconda classificata, impugnava l'aggiudicazione deducendo, tra gli altri motivi di ricorso, che l'offerta dell'impresa aggiudicataria non era stata sottoposta dalla Commissione al giudizio di anomalia, pur avendo superato le soglie di anomalia stabilite dall'art. 86, comma 2, del d.lgs. n. 163 del 2006 (e richiamate nel bando di gara).

In particolare, la ricorrente ha sostenuto, in via principale, che la mancata verifica dell'anomalia non poteva trovare giustificazione nella circostanza che i punteggi conseguiti dall'aggiudicatario superavano la soglia di anomalia solo all'esito della riparametrazione prevista dal disciplinare di gara.

La soluzione. Il Collegio, rigettando il motivo di ricorso, ha chiarito come la possibilità della riparametrazione dei punteggi non venga affatto presa in esame dalla disposizione citata dalla ricorrente. Al contrario, la ratio dell'art. 86, co. 2 del d.lgs. 163/2006 è quella di attribuire alle stazioni appaltanti il potere di valutare la congruità delle offerte in relazione alle quali sia i punti relativi al prezzo, sia la somma dei punti relativi agli altri elementi di valutazione, siano entrambi pari o superiori ai quattro quinti dei corrispondenti punti massimi previsti dal bando di gara.

La conferma di tale principio si rinviene nello stesso bando e disciplinare di gara che, nel disporre il ricorso alla riparametrazione dei punteggi per le offerte tecniche, non stabiliscono che questa debba precedere la valutazione di anomalia, né che ai fini della verifica di anomalia debba aversi riguardo ai punteggi risultanti dalla riparametrazione.

In tal senso, il Collegio, ripercorrendo un consolidato orientamento giurisprudenziale, ha ricordato che la riparametrazione costituisce solo un artificio il cui scopo è quello di omogeneizzare il punteggio dell'offerta tecnica a quello dell'offerta economica per mantenere invariati i rispettivi pesi proporzionali, secondo un apprezzamento della stazione appaltante che trova espressione nelle regole di gara.

Il ruolo della riparametrazione è, dunque, quello di garantire l'equilibrio previsto dalla legge di gara tra punteggio tecnico ed economico e non, al contrario, di far emergere situazioni di ipotetica anomalia dell'offerta in quanto l'eventuale superamento della soglia a seguito di riparametrazione è solo virtuale e non reale.

Il Collegio ha rigettato anche il secondo motivo di ricorso con cui l'impresa sosteneva – in via subordinata - la necessità di disporre la verifica di anomalia ex art. 86, co. 3 del d.lgs. n. 163 del 2006 anche in considerazione dei punteggi attribuiti all'offerta prima della riparametrazione.

Sul punto, il TAR ha confermato il principio secondo cui la verifica facoltativa di anomalia dell'offerta forma oggetto di una valutazione ampiamente discrezionale della stazione appaltante, il cui esercizio o mancato esercizio può essere sindacato solo in presenza di macroscopica irragionevolezza o errore di fatto e che è occasionato dalla sussistenza di elementi oggettivi sintomatici di una possibile incongruità.

Nel caso di specie, il Collegio ha rilevato come la ricorrente non abbia allegato elementi dell'offerta vincitrice meritevoli di approfondimento sotto il profilo di una ipotetica anomalia in quanto suscettibili di pregiudicarne l'affidabilità.

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