L’interesse alla impugnazione del bando sussiste (e permane) anche in caso di partecipazione alla gara

Claudio Fanasca
10 Aprile 2018

Non è inammissibile né improcedibile il ricorso con cui si impugna il bando di gara, immediatamente lesivo per via della dedotta assenza di remuneratività del prezzo a base d'asta, nell'ipotesi in cui il ricorrente partecipi alla gara stessa. Ed infatti l'avvenuta presentazione di un'offerta da parte del ricorrente non incide sulla sussistenza del suo interesse a impugnare il bando di gara, ma anzi ne conferma semmai la permanenza.

Il caso. Un'impresa ha impugnato il bando di una gara, suddivisa in lotti, indetta per l'affidamento di un servizio pubblico, lamentando la non remuneratività del prezzo posto a base d'asta. L'amministrazione, costituitasi in giudizio, ha sollevato eccezione di inammissibilità e/o improcedibilità del ricorso, sul presupposto che la ricorrente avrebbe comunque presentato la propria offerta in diversi lotti di gara.

La questione: La questione esaminata dal TAR Puglia ha ad oggetto la valutazione circa la sussistenza e/o permanenza dell'interesse al ricorso avverso un bando di gara, di cui si contesti la non remuneratività, laddove la ricorrente partecipi lo stesso alla gara.

La soluzione. Il TAR Puglia ha disatteso l'eccezione di rito sollevata dalla stazione appaltante, osservando come non possano esservi dubbi circa la persistenza dell'interesse della ricorrente.

In tal senso il collegio, richiamato il prevalente orientamento che ammette la possibilità di contestare immediatamente le previsioni negoziali di bando e disciplinare che rendano il rapporto contrattuale eccessivamente oneroso e obiettivamente non conveniente (cfr., tra le più recenti, TAR Campania, Napoli, Sez. IV, 20 novembre 2017, n. 5476), ha altresì rammentato che deve essere riconosciuto carattere escludente non solo alle clausole che concernono i requisiti di partecipazione in senso stretto ma anche a quelle che :

  1. impongono, ai fini della partecipazione, oneri manifestamente incomprensibili o sproporzionati,
  2. impediscono o rendono impossibile il calcolo di convenienza tecnico o economico,
  3. prevedono condizioni negoziali eccessivamente onerose o obiettivamente non convenienti, ovvero ancora
  4. contengono gravi carenze circa i dati essenziali per la formulazione dell'offerta (in termini, Cons. St., Sez. VI, 8 febbraio 2016, n. 510).

In tale prospettiva, visto che il ricorso rientra nella predetta casistica, lamentandosi proprio l'irragionevolezza della base d'asta che renderebbe il rapporto contrattuale economicamente insostenibile, la circostanza dell'avvenuta presentazione dell'offerta in più lotti da parte della ricorrente non incide sulla sussistenza dell'interesse a ricorrere, ma anzi ne conferma semmai la permanenza. Tanto più considerando il fatto che, nella specie, la ricorrente ha altresì trasmesso alla stazione appaltante un'apposita comunicazione con cui ha segnalato che mediante la presentazione dell'offerta non aveva inteso prestare acquiescenza alle norme di gara e alla base d'asta, ma al contrario avrebbe continuato a coltivare il gravame già proposto.

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