Società di professionisti: si qualifica con la somma dei requisiti dei soci e non anche del partner associato, che può concorrere solo con l’avvalimento

Francesca Cernuto
23 Aprile 2018

Il partner associato è soggetto estraneo alla compagine sociale della società tra professionisti e non concorre automaticamente con il proprio curriculum ad integrare il requisito di partecipazione tecnico professionale ed economico finanziario richiesto dal bando, rendendosi necessaria, a tal fine, la stipulazione di un apposito contratto di avvalimento.

Il caso. La pronuncia origina dall'appello proposto dal secondo classificato avverso la sentenza resa nell'ambito di una procedura di gara, bandita per la redazione del piano urbanistico generale di un Comune e aggiudicata ad una società tra professionisti.

L'appellante lamenta che, in sede di attribuzione del punteggio tecnico, sia risultata determinante l'esperienza curriculare di un ingegnere che, lungi dall'essere socio, assume la qualifica di mero associato della società tra professionisti aggiudicataria della gara. Ne consegue, ad avviso della medesima appellante, che la società tra professionisti avrebbe dovuto stipulare apposito contratto di avvalimento con il partner associato, al fine di poter integrare il requisito di carattere tecnico – professionale ed economico finanziario richiesto dalla lex specialis, dovendo altrimenti ritenere tale esperienza curriculare come irrilevante ai fini della qualificazione.

L'esame delle disposizioni statutarie ai fini della definizione del ruolo di associato. Il Collegio si sofferma, preliminarmente, sull'erroneità del passaggio della sentenza appellata nel quale il Giudice di prime cure si limita a rilevare che l'associato faccia parte a pieno titolo dell'organigramma sociale, omettendo ogni più approfondito esame degli atti statutari della società tra professionisti risultata aggiudicataria dell'appalto. Dalla lettura di questi ultimi emerge che il professionista che ha concorso con il proprio curriculum ad integrare il requisito di partecipazione richiesto vada qualificato come associato in partecipazione ex art. 2549 c.c.

A tale conclusione concorrono tre elementi: l'associato svolge un'attività meramente consulenziale e partecipa alla ripartizione degli utili sulla base delle prestazioni effettivamente espletate; la gestione dell'affare è rimessa esclusivamente alla società associante; i limiti di partecipazione all'affare sono delimitati ed è esclusa per l'associato la possibilità di ottenere il conferimento diretto dell'incarico.

La necessità del ricorso all'avvalimento. Chiarito il rapporto tra associato e società tra professionisti, il Consiglio di Stato sovverte le conclusioni del giudice di primo grado e afferma che, al fine di integrare il requisito di carattere tecnico – professionale ed economico finanziario richiesto dal bando, l'aggiudicataria non poteva limitarsi ad un mera allegazione del curriculum dell'associato, dovendo stipulare con quest'ultimo apposito contratto di avvalimento (ovvero ricorrendo alle altre forme di collaborazione previste dal codice appalti).

Tale conclusione è sorretta dal rilievo che l'associato è sostanzialmente estraneo alla compagine societaria e concorre sul singolo affare, con una posizione del tutto assimilabile a quella ricoperta dall'ausiliario nei confronti dell'ausiliata nell'ambito delle singole procedure di gara. Ne consegue che l'avvalimento costituisce strumento imprescindibile per la società tra professionisti che intenda giovarsi della pregressa esperienza curriculare del professionista associato.

In tale quadro di riferimento, è del tutto irrilevante l'eventuale disposizione statutaria ove si stabilisca che il partner associato concorre con il proprio curriculum alle referenze della società tra professionisti, trattandosi di previsione del tutto inidonea a spiegare effetti nei confronti dei terzi e, dunque, delle singole stazioni appaltanti.

Al contrario, costituisce bussola normativa la previsione contenuta nell'art. 10, comma 4 lett. c) L. n. 183 del 2011 che circoscrive ai soli soci l'esecuzione degli incarichi affidati alla società tra professionisti. Da ciò si deduce che l'Amministrazione debba fare affidamento solo ed esclusivamente sul bagaglio esperienziale dei soci, quali soggetti effettivamente chiamati all'espletamento della prestazione professionale affidata, con ciò confermando che l'associato resta estraneo alla compagine societaria e può prestare i requisiti solo attraverso gli strumenti previsti a livello codicistico.

In conclusione: Il partner associato è un soggetto estraneo alla compagine societaria della società tra professionisti che collabora sui singoli affari, alla stregua dell'ausiliario nelle procedure di gara. In ragione di questa sua sostanziale estraneità è necessario il ricorso all'avvalimento affinché il partner possa concorrere con il proprio curriculum ad integrare i requisiti di partecipazione richiesti dal bando.

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