Inammissibile il controricorso cartaceo notificato via PEC senza attestazione di conformità

09 Marzo 2018

La Cassazione affronta ancora una volta la delicata questione delle attestazioni di conformità in tema di notifiche a mezzo PEC. Infatti, nella sentenza in commento, la notifica a mezzo PEC, oltre ad essere viziata dalla mancata attestazione di conformità del controricorso redatto in forma analogica e poi convertito in pdf immagine, veniva documentata mediante deposito delle mere copie delle ricevute di accettazione e consegna e relativi allegati.
Massima

Deve dichiararsi inammissibile il controricorso in Cassazione notificato a mezzo PEC, redatto in formato analogico e successivamente convertito in formato digitale, se privo della attestazione di conformità all'originale richiesta per le copie informatiche di atti analogici ex art. 3-bis, l. n. 53/1994.

Il caso

Il difensore del ricorrente a seguito di una notifica a mezzo PEC del controricorso per Cassazione presentava memoria ex art. 378 c.p.c. deducendo la nullità della notifica del controricorso per mancata attestazione della conformità all'originale richiesta per le copie informatiche di atti analogici ex art. 3-bis, l. n. 53/1994.

La Suprema Corte rilevando che tale nullità veniva prontamente eccepita dal ricorrente, dichiarava inammissibile il controricorso privo della attestazione di conformità all'originale nella relata di notifica.

La questione

La Cassazione affronta ancora una volta la delicata questione delle attestazioni di conformità in tema di notifiche a mezzo PEC sotto due profili. Infatti, la predetta notifica a mezzo PEC, oltre ad essere viziata dalla mancata attestazione di conformità del controricorso redatto in forma analogica e poi convertito in pdf immagine, veniva documentata mediante deposito delle mere copie delle ricevute di accettazione e consegna e relativi allegati.

Su quest'ultimo punto, dopo aver richiamato i noti precedenti in tema di improcedibilità del ricorso in Cassazione, in assenza di copia conforme del messaggio PEC e dei relativi allegati costituenti notifica della sentenza impugnata (Cfr: Cass. civ., 15 marzo 2017, n. 6657, Cass. civ., 10 ottobre 2017, n. 23668, Cass. civ., 16 ottobre 2017, n. 24292, e in ultimo Cass. civ., 22 dicembre 2017, n. 30765), con cui la Corte effettua un parallelismo pur sottolineando la diversità rispetto alla fattispecie normata dall'art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c., la Cassazione rileva come, nel caso di specie, anche a voler configurare una irrituale documentazione della notificazione, non si sarebbe verificata alcuna menomazione del diritto di difesa dell'avversario, posto in condizione di avere conoscenza del deposito del controricorso e di esaminarlo.

Tuttavia, se relativamente alla produzione della notifica, i Giudici di legittimità hanno ritenuto di poter applicare il principio del raggiungimento dello scopo, il controricorso veniva comunque dichiarato inammissibile.

Le soluzioni giuridiche

Rileva la Corte che parte ricorrente si è opposta alla produzione del controricorso deducendo tempestivamente, nella memoria ex art. 378 c.p.c., la nullità della notifica del controricorso che, in quanto prontamente eccepita, non abilita il ricorrente, né tantomeno la Suprema Corte, ad esaminare le argomentazioni del controricorrente.

La Cassazione dichiara dunque inammissibile il controricorso, in quanto privo della attestazione di conformità all'originale nella relata di notifica.

È noto infatti che, qualora l'avvocato scelga di notificare ai sensi dell'articolo 3bis una atto originariamente formato su supporto analogico, come nel caso di specie, deve provvedere ad estrarre copia informatica dell'atto stesso,attestandone la conformità con le modalità previste dall'art. 16-undecies,d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221

Ebbene il predetto articolo prevede un rigidissimo formalismo nel compiere le attestazioni di conformità, in particolar modo se le stesse vengano effettuate su foglio separato o nella relata di notificazione.

Tale requisito, ribadito anche nell'art. 3-bis, comma 4, lett. g, l. n. 53/1994, laddove non rispettato, comporta la nullità della notifica ai sensi dell'art. 11 della suddetta legge.

Osservazioni

La sentenza in commento pur potendo sembrare in contrasto con l'ormai noto principio sancito dalla Suprema Corte a Sezioni Unite con sentenza Cass. civ., n. 7665/2016 secondo cui, anche in tema di notifiche in proprio a mezzo PEC, la nullità non può essere mai pronunciata se l'atto ha raggiunto lo scopo a cui è destinato, appare condivisibile.

Peraltro la stessa Suprema Corte cita il precedente e rileva che, il raggiungimento dello scopo, dovrebbe risultare da memorie o altre attività difensive del ricorrente che dimostrino la ricezione del controricorso.

Tuttavia, pur dandosi atto che la comunicazione della cancelleria contenente la fissazione dell'adunanza informava il ricorrente della costituzione del controricorrente abilitandolo ad esaminare le avversarie argomentazioni, la Corte rileva che, l'eccezione circa la nullità della notifica e della produzione della stessa, poiché tempestivamente formulata nella successiva memoria difensiva, costituisce un concreto “ostacolo” alla sanatoria tout-court della notifica.

Appare inoltre di notevole interesse, l'argomentazione della Corte, riguardo al raggiungimento dello scopo che, a detta dei Giudici di legittimità, non potrà essere dichiarato sulla base della mera prova di conoscenza effettiva dell'atto, ma dovrà risultare da un “comportamento processuale” della parte a cui la notificazione è diretta.

La sentenza in commento inoltre non si pone neppure in contrasto con i numerosi precedenti che ritengono idonea al raggiungimento dello scopo anche la notifica contenente una mera copia degli atti notificati (cfr. Cass. civ., n. 10514/2015, Cass. civ., n. 10224/2014, Cass. civ., n. 16317/2004).

Ebbene in tali casi la Cassazione ha più volte ritenuto che la mancanza della certificazione del cancelliere attestante la conformità della copia all'originale non incide sulla validità della notificazione.

Non si può tuttavia non rilevare che, nel caso delle notifiche a mezzo PEC, la rigidità della normativa (ed in particolare in presenza di una sanzione di nullità espressamente prevista dall'art. 11, l. n. 53/1994) non consentirebbe di poter allargare l'ambito di applicazione del principio di raggiungimento dello scopo, men che meno in mancanza di impulso di parte volto a prestare acquiescenza ad una notificazione nulla.

Peraltro la stessa sopracitata legge alla lettera g) del comma 4 dell'articolo 3bis richiede espressamente a pena di nullità la presenza all'interno della notificazione di una valida attestazione di conformità, laddove si notifichino atti o provvedimenti sotto forma di copia informatica.

Guida all'approfondimento

N. Gargano, L. Sileni, Il codice commentato del PCT, Giuffrè, 2017.

N. Gargano, Improcedibilità del ricorso in cassazione in assenza di copia conforme della sentenza impugnata e della sua notifica via PEC, in IlProcessotelematico.it.

E. Colazingari, Attestazione di conformità e improcedibilità del ricorso per cassazione. Un'altra “trappola da eccessivo carico”, in IlProcessocivile.it.

N. Gargano, Ricorso in Cassazione improcedibile in assenza di copia conforme del messaggio PEC e dei relativi allegati, in IlProcessotelematico.it.

M. Nardelli, Notifica via PEC: violazione delle regole tecniche, raggiungimento dello scopo e diritto di difesa, in IlProcessotelematico.it.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.