Alle concessioni demaniali marittime non si applica l'art. 95 c.c.p. sull'indicazione dei costi della manodopera e oneri di sicurezza nell'offerta

Guido Befani
25 Maggio 2018

Per le concessioni di beni pubblici demaniali non trova applicazione la puntuale disciplina dettata dal D.lgs. n. 50 del 2016 per le concessioni di servizi e lavori pubblici, con la conseguenza che deve escludersi l'operatività delle previsioni recate dall'art. 95 del nuovo Codice dei contratti sull'indicazione nelle offerte dei costi della manodopera e degli oneri di sicurezza, con l'ulteriore specificazione che anche la disciplina di cui agli artt. 164 ss. del D.lgs. n. 50 del 2016 è destinata a trovare applicazione subordinatamente alla sussistenza di specifici presupposti e nei limiti della compatibilità.

Nella sentenza in commento, il Tar del Lazio è intervenuto affermando la legittimità di procedura indetta dall'amministrazione comunale di Santa Marinella per la concessione di un bene pubblico demaniale ad uso stabilimento balneare e relativo arenile.

Per il Collegio, infatti, in conformità alle previsioni di cui all'art. 4 del d. lgs. n. 50 del 2016, per l'affidamento del relativo contratto (attivo e non passivo) è necessario e sufficiente il “rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, tutela dell'ambiente ed efficienza energetica”.

In particolare, a giudizio del Collegio per le concessioni di beni pubblici demaniali, non troverebbe applicazione la puntuale disciplina dettata dal d. lgs. n. 50 del 2016 per le concessioni di servizi e lavori pubblici, con la conseguenza che deve escludersi l'operatività delle previsioni recate dall'art. 95, con l'ulteriore specificazione che anche la disciplina di cui agli artt. 164 e ss. è destinata a trovare applicazione subordinatamente alla sussistenza di specifici presupposti e nei limiti della compatibilità (art. 164, comma 2);

Infatti, l'applicazione dell'art. 95 del d. lgs. n. 50 del 2016 sui criteri di aggiudicazione dell'appalto non discenderebbe neanche da “autovincoli” predeterminati dall'amministrazione, tenuto conto della circostanza che la gara è stata indetta ai sensi dell'art. 37 del Regio Decreto 23 maggio 1924, n. 827, mentre è prevista, ai sensi del disciplinare, l'applicazione della disciplina dei contratti pubblici nei limiti della compatibilità delle relative disposizioni.

Ciò premesso, nel merito il ricorso è risultato essere palesemente infondato, perché a giudizio del Collegio la lex specialis se da un lato faceva espresso riferimento alle disposizioni di cui agli artt. 45, 48, 80 e 93 del D. lgs. n. 50 del 2016, per contro, nessuna disposizione della stessa ha stabilito l'onere di indicazione nelle offerte dei costi della manodopera e degli oneri di sicurezza né, tanto meno, ha correlato alla mancanza di detta specifica indicazione una ipotesi di esclusione, con conseguente inconfigurabilità dell'automatismo espulsivo preteso dalla ricorrente.

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