La società che opera fuori dall’area agevolata perde i benefici per aree svantaggiate

Nessun beneficio fiscale per aree svantaggiate, ex L. 388/2000, per la società che opera fuori dagli ambiti territoriali previsti dal legislatore, non comunicando al Fisco la sede reale dell'attività. Così si è espressa la Cassazione con l'ordinanza del 24 agosto 2018 n. 21085.

Nel caso in esame, la società aveva effettuato investimenti, usufruendo del credito di imposta previsto per le aree svantaggiate, anche se l'attività imprenditoriale aveva un'altra sede, non comunicata al Fisco ed alla Pubblica Amministrazione, fuori dagli ambiti territoriali che davano diritto all'incentivo (in questo caso, in Sardegna).

Ricordando che il testo della L. n. 388/2000 prevedeva benefici in investimenti per acquisizioni di beni strumentali nuovi destinati alle strutture produttive già esistenti o impiantate entro territori ben precisi e stabiliti dal legislatore, i giudici del Palazzaccio hanno osservato come nel caso in esame fosse evidente la totale assenza di qualsivoglia attività produttiva nei territori riferiti dalla norma agevolatrice, neppure sotto forma di insieme organizzato di dipendenti tale da costituire un ramo di azienda. La Cassazione ha mantenuto, nel tempo, un orientamento secondo cui il beneficio spetta in riferimento ad una struttura produttiva comunque riconoscibile e perdurante, pur nella varietà delle tipologie imprenditoriali, entro un territorio specifico: ebbene, in Sardegna era situata la mera sede legale, presso uno studio professionale, ma tutta l'attività era gestita nel Vercellese. Da ciò, è dipesa la perdita dei benefici fiscali per la società.