La Cassazione ribadisce l’inesistenza della notifica con PEC in assenza di Processo Telematico
18 Ottobre 2018
In assenza di vigenza del Processo Tributario Telematico, nell'ambito di competenza della Commissione ove è stata incardinata la controversia, la notifica del ricorso effettuata con utilizzo di Posta Elettronica Certificata deve ritenersi giuridicamente inesistente, in quanto l'assenza delle disposizioni normative vigenti rationae temporis (regole tecniche del PTT), rendono l'atto trasmesso da soggetto che non poteva dirsi munito della possibilità giuridica di compiere tale attività.
I giudici della Suprema Corte riprendono i principi già espressi dalla ordinanza Cassazione n. 19741/2016, alle cui argomentazioni rinviano, ribaditi dalla successiva giurisprudenza della stessa Corte (Cass. Ord. 23 novembre 2016, n. 23904 e Cass. Ord. 15 febbraio 2017, n. 4066).
La decisione conferma che, ai sensi del D.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68, art. 16, comma 4, le disposizioni del Regolamento per l'utilizzo della posta elettronica certificata «non si applicano all'uso degli strumenti informatici o telematici nel processo tributario, … per i quali restano ferme le specifiche disposizioni normative»), e, quindi, le nuove disposizioni di cui al d.gs. n. 546/1992, art. 16- bis, comma 3 (per cui «le notificazioni tra le parti e i depositi presso la competente Commissione tributaria possono avvenire per via telematica secondo le disposizioni contenute nel decreto del Ministero dell'Economia e Finanze 23 dicembre 2013, n. 163 e dei relativi decreti di attuazione») trovavano applicazione solo dalla data di entrata in vigore del Processo Tributario Telematico (1° dicembre 2015 in Toscana ed Umbria ed in date successive nelle altre Regioni) che però, al tempo della notifica in esame in data 20 febbraio 2015 del ricorso in appello non era attivato in alcuna Regione. |