Valida la cartella notificata con PEC anche se in formato PDF senza firma digitale

04 Dicembre 2018

La CTR Lombardia chiarisce quali conseguenze derivano dalla notifica via PEC della cartella esattoriale in formato PDF senza firma digitale.

La notifica effettuata utilizzando il servizio PEC della cartella esattoriale può essere qualificata come invio del documento informatico originale o al più di una sua copia informatica, per cui, secondo i giudici di appello della CTR Lombardia, non è dovuta alcuna attestazione di conformità.

Secondo il suddetto assunto, diventa pertanto anche irrilevante l'estensione del file (.pdf), non essendo prevista la necessità del formato p7m; ciò in quanto la veicolazione del messaggio da parte dei gestori che garantiscono la regolarità del servizio, sottoscrivendo la busta di trasporto con propria firma elettronica avanzata, fa sì che nessuna delle parti (mittente e destinatario) possa contestare l'inoltro o la ricezione del messaggio stesso o la sua integrità e rende non necessaria la firma digitale del contenuto da parte del mittente.

La sentenza n. 4754/2018 in esame respinge l'appello della parte, oltre che per le questioni specifiche inerenti la debenza del tributo richiesto, anche negando la ipotizzata presenza di vizi formali del documento informatico utilizzato, tra cui, principalmente quello del formato utilizzato (semplice .pdf in luogo del .p7m).
Il convincimento in tal senso dei giudici regionali si fonda sulla asserita correlazione tra la regolarità della notifica effettuata a mezzo di Posta Certificata, con il rilascio delle due ricevute (accettazione e consegna) che assicurano la messa a disposizione del destinatario del messaggio contente il documento, ed il fatto che, essendo il gestore a firmare digitalmente la busta di trasporto, con chiavi asimmetriche a coppia, tale sistema renda ininfluente il formato utilizzato per il documento informatico in essa contenuto, in quanto esso è quello che garantisce la provenienza, l'integrità e l'autenticità del messaggio di posta elettronica certificata.

L'ulteriore motivo che, secondo il collegio lombardo, rende non accettabile la contestazione sul formato del documento informatico con cui è stata notificata la cartella impugnata, sta nella distinzione tra atti giudiziari ed atti esattoriali; infatti il carattere di immodificabilità assicurato dal formato .p7m, richiamato dalla parte appellante, riguarderebbe la specifica ipotesi di disciplina della procedura di notificazione degli atti giudiziari, che prevedono la necessità della firma digitale, mentre la notifica della cartella di pagamento riguarda un atto che deriva dagli estratti di ruolo e che, per tale motivo, non necessita di alcuna firma in calce, ma solo dei dati ed elementi stabiliti dalla norma, tutti presenti nel caso in esame.

In altri termini non si è in presenza di un caso di notifica di atti giudiziari bensì di notifica di atti esattoriali (vengono in tal senso citate Cass. Civ. 16 febbraio 2018 n. 3805; Cass. Civ. 14 marzo 2017 n. 6518; Cass. Civ. 18 aprile 2016 n. 7665).

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