Licenziamenti collettivi: rilevanza della comunicazione preventiva ai fini della validità del licenziamento
22 Febbraio 2019
Ferma la libertà imprenditoriale di decidere una riorganizzazione comportante anche la chiusura di una o più unità produttive, come tale non sindacabile ex art. 41, Cost., da parte dell'autorità giudiziaria, va detto che la comunicazione preventiva con cui il datore di lavoro dà inizio alla procedura di licenziamento deve compiutamente adempiere all'obbligo di fornire le informazioni specificate dall'art. 4, comma 3, l. n. 223 del 1991, in maniera tale da consentire all'interlocutore sindacale di esercitare in maniera trasparente e consapevole un effettivo controllo sulla programmata riduzione di personale, valutando anche la possibilità di misure alternative al programma di esubero.
Tale comunicazione preventiva ha infatti la finalità di far partecipare le organizzazioni sindacali alla successiva trattativa per la riduzione del personale e di rendere trasparente il processo decisionale datoriale nei confronti dei lavoratori potenzialmente destinati ad essere estromessi dall'azienda.
La finalità della comunicazione comporta che non ogni inesattezza, omissione o carenza di informazione possa essere considerata rilevante ai fini della validità del licenziamento, ma solo quei vizi della comunicazione che possono assumere rilievo ai fini di una compiuta, trasparente e consapevole consultazione sindacale, tanto da compromettere il corretto svolgimento dell'esame congiunto. |