La clausola del bando che dispone un obbligo di sopralluogo è legittima

Nicola Posteraro
05 Marzo 2019

La previsione del bando che dispone un obbligo di sopralluogo non è illegittima, in quanto l'obbligo di sopralluogo, strumentale a una completa ed esaustiva conoscenza dello stato dei luoghi, consente al concorrente di formulare, con maggiore precisione, la migliore offerta tecnica.

Il caso. Nel caso di specie, la società ricorrente contestava l'ammissione di alcuni operatori economici alla gara per l'affidamento del servizio di lavanolo alle aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria, indetta dalla Regione Calabria quale Stazione Unica Appaltante. In particolare, il ricorrente contestava il fatto che la stazione appaltante avesse ammesso alla gara alcuni candidati, benché essi non avessero eseguito il sopralluogo sui luoghi presso i quali il servizio sarebbe stato poi prestato, in contraddizione con la legge speciale di gara, posto che l'art. 3.8. del disciplinare di gara stabiliva che ciascuna delle imprese concorrenti “dovrà, a pena esclusione, recarsi presso gli immobili dove dovrà essere espletato il servizio, al fine di prendere conoscenza delle condizioni dei locali, degli accessi, degli immobili stessi e di tutte le circostanze generali e particolari che potranno influire sull'esecuzione dell'appalto e sulla formulazione dell'offerta economica”.

La questione affrontata dal Collegio. Il Collegio, riprendendo quanto statuito di recente da Cons. Stato, Sez. V, 26 luglio 2018, n. 4597, precisa che, alla luce del l'art. 79, comma 2, del d.lgs. n. 50 del 2016 (il quale prevede che “quando le offerte possono essere formulate soltanto a seguito di una visita dei luoghi o dopo consultazione sul posto dei documenti di gara e relativi allegati, i termini per la ricezione delle offerte, comunque superiori ai termini minimi stabiliti negli articoli 60, 61, 62, 64 e 65, sono stabiliti in modo che gli operatori economici interessati possano prendere conoscenza di tutte le informazioni necessarie per presentare le offerte.”) la clausola che preveda a pena di esclusione il sopralluogo non può di per sé dirsi contraria alla legge o non prevista dalla legge, posto che l'obbligo di sopralluogo, strumentale a una completa ed esaustiva conoscenza dello stato dei luoghi, è funzionale alla miglior valutazione degli interventi da effettuare in modo da formulare, con maggiore precisione, la migliore offerta tecnica (in questo stesso senso, cfr. anche Cons. Stato, Sez. V, 19 febbraio 2018 n. 1037).

Indicazioni fornite dalla stazione appaltante e fonti della procedura di gara. Nel caso di specie, rendendo chiarimenti ad alcuni dubbi prospettati dagli operatori economici, la Stazione Unica Appaltante aveva precisato che il sopralluogo dovesse essere effettuato “almeno presso i P.O. delle Aziende Sanitarie interessate dal servizio, fermo restando che l'operatore economico, in fase di esecuzione del servizio, non potrà lamentare la mancata conoscenza di elementi ambientali e logistici che possono in qualsiasi modo limitare il servizio offerto”.

La sentenza afferma che se è vero che le uniche fonti della procedura di gara sono costituite dal bando di gara, dal capitolato e dal disciplinare, unitamente agli eventuali allegati, e che i chiarimenti auto-interpretativi della stazione appaltante non possono né modificarle, né integrarle, né rappresentarne un'inammissibile interpretazione autentica, posto che tali fonti devono essere interpretate e applicate per quello che oggettivamente prescrivono, senza che possano acquisire rilevanza atti interpretativi postumi della stazione appaltante ad integrare la lex specialis ed essere vincolanti per la Commissione aggiudicatrice (da ultimo, cfr. Cons. Stato, Sez. III, 26 agosto 2016, n. 3708), è altrettanto vero che, tenuto conto anche della funzione sostanziale e non meramente formale dell'obbligo di sopralluogo, “non può ritenersi che debbano essere esclusi quegli offerenti che, conformandosi ai chiarimenti resi dalla stazione appaltante, abbiano eseguito il sopralluogo dei soli presidi ospedalieri, per come indicati nell'allegato n. 13 del capitolato tecnico”.

In particolare, il Collegio precisa che, in materia di gare d'appalto, il principio eurounitario relativo alla tutela del legittimo affidamento impedisce di sanzionare, con l'esclusione dalla procedura, il concorrente che abbia tenuto una condotta conforme alle indicazioni fornite dalla stazione appaltante, ai fini dell'interpretazione della disciplina di gara (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 20 aprile 2011, n. 2446 e Cons. Stato, Sez. V, 2 dicembre 2015, n. 5454).

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