Codice Civile art. 1311 - Rinunzia alla solidarietà.Rinunzia alla solidarietà. [I]. Il creditore che rinunzia alla solidarietà a favore di uno dei debitori conserva l'azione in solido contro gli altri [1313]. [II]. Rinunzia alla solidarietà: 1) il creditore che rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui senza alcuna riserva; 2) il creditore che ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la parte di lui, se questi ha aderito alla domanda, o se è stata pronunciata una sentenza di condanna. InquadramentoLa norma in esame stabilisce che la rinuncia alla solidarietà effettuata dal creditore nei confronti di uno dei debitori in solido non fa venir meno la solidarietà dell'obbligazione degli altri. Il creditore che rinuncia alla solidarietà in favore di taluno dei coobbligati non può più esigere dal predetto il pagamento dell'intero debito, ma conserva siffatta possibilità nei confronti degli altri condebitori, non essendogli consentito di mutare la qualificazione della natura dell'obbligazione, che, ove dipenda da un medesimo titolo, non può atteggiarsi come solidale soltanto nei confronti di alcuni, invece che di tutti, i coobbligati (Cass. III, n. 4919/1979). Profili generaliLa rinunzia alla solidarietà nei confronti di uno dei condebitori solidali, la quale può discendere da una semplice dichiarazione unilaterale, non converte l'obbligazione in parziaria, ma attribuisce al beneficiario una mera facoltà di divisione, ferma restando l'applicazione della disciplina delle obbligazioni solidali (Bianca, 748). Il creditore che rinuncia alla solidarietà a vantaggio di taluno dei coobbligati non può più esigere dal predetto il pagamento dell'intero debito, ma conserva siffatta possibilità nei confronti degli altri condebitori, non essendogli consentito di mutare la qualificazione della natura dell'obbligazione, che, ove dipenda da un medesimo titolo, non può atteggiarsi come solidale soltanto nei confronti di alcuni, invece che di tutti, i coobbligati (Cass. III, n. 4919/1979). Come rilevato in dottrina proprio in questi termini deve intendersi la distinzione tra remissione e rinuncia alla solidarietà, ossia per le diverse conseguenze che queste comportano nei rapporti fra il creditore e i condebitori: quando il creditore, senza riservarsi i propri diritti verso gli altri debitori, accorda la remissione (anche solo parziale) a uno degli obbligati, l'effetto liberatorio (eventualmente limitato a una parte del credito) si estende a tutti i consorti; diversamente, se il creditore rinuncia alla solidarietà in favore di un singolo coobbligato, soltanto il diretto beneficiario della rinuncia resta esonerato dall'obbligo di corrispondere ciò che eccede la sua quota, mentre gli altri continuano a rispondere dell'intero debito (Balbusso, 70 ss.). Peraltro, qualora il creditore agisca, ai sensi dell'art. 1292 c.c., contro uno qualsiasi dei condebitori solidali, esercita un suo preciso diritto che, però, non può comportare automatica rinuncia del credito nei confronti dell'altro o degli altri condebitori solidali, poiché, diversamente, si contraddirebbe la stessa facoltà di scelta che la citata norma riconosce al creditore ed il diritto del debitore solidale escusso di rivalersi nei riguardi dei suoi condebitori solidali per le quote di rispettiva responsabilità (cfr., tra le altre, Cass. III, n. 16125/2006, in Danno e resp., 2007, n. 6, 655, per la quale tale conclusione si impone anche se l'azione sia stata esercitata nei confronti di uno soltanto dei condebitori solidali a causa della convinzione che questo, e non altri, sia il debitore, dato che la volontà di remissione presuppone anche, e in primo luogo, la consapevolezza, nel creditore, dell'esistenza del debito, non potendo certo configurarsi la remissione di un debito che lo stesso remittente reputasse, a torto o a ragione, inesistente). Di conseguenza si è precisato che, nel caso di scontro tra veicoli, la proposizione dell'azione giudiziaria, per il conseguimento dell'intero risarcimento, da parte del terzo trasportato di uno dei mezzi, soltanto nei confronti del conducente dell'altro mezzo, non implica rinuncia tacita alla solidarietà, gravante su entrambi i conducenti, riconosciuti corresponsabili dello scontro, non ricorrendo nessuna delle ipotesi previste dall'art. 1311 c.c. (secondo le quali la presunzione di rinuncia alla solidarietà si verifica soltanto se il creditore rilasci quietanza «per la parte di lui», senza riserve per il credito residuo, ovvero se ha agito giudizialmente pro quota, con l'adesione del debitore convenuto), con la conseguenza che il conducente che ha risarcito il danneggiato ha regresso nei riguardi dell'altro conducente nella misura del corrispondente grado di colpa (Cass. III, n. 13169/2010, in Resp. civ. e prev., 2002, n. 1, 170, con nota di Capilli). Si è ritenuto, inoltre, che il fatto che il creditore accetti puramente e semplicemente da uno dei debitori il pagamento di una parte del debito complessivo, ancorché corrispondente alle quote interne gravanti sul debitore medesimo, non è sufficiente ad integrare gli estremi della rinuncia alla solidarietà (la cui presunzione si realizza soltanto qualora il creditore stesso rilasci quietanza al debitore per la sua parte e senza riserve per il credito residuo), trattandosi solo di un pagamento parziale del debito che, nella sua complessiva entità, ricade, nei rapporti esterni, sul condebitore in solido e che il creditore può accettare, ove non ritenga di rifiutarlo (Cass. I, n. 9424/2001). Le forme di rinuncia presunta. Il rilascio della quietanza senza riservaLa prima ipotesi legale di rinuncia cd. presunta che viene in rilievo è quella contemplata dall'art. 1311, comma 2, n. 1, c.c., ai sensi del quale rinuncia alla solidarietà «il creditore che rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui senza alcuna riserva». In dottrina si è evidenziato che tale ipotesi presuppone, in primo luogo, che il creditore ottenga da parte di uno degli obbligati un pagamento pari alla sua quota (Rubino, 323). Peraltro, la semplice richiesta (Amorth, 101) o ricezione (La Porta, 336) ad opera del creditore di una parte della prestazione non implica di per sé rinuncia alla solidarietà in assenza degli ulteriori presupposti contemplati dalla disposizione, onde in tali casi il creditore resta legittimato a pretendere il pagamento del residuo debito allo stesso solvens. La presunzione di rinunzia alla solidarietà di cui all'art. 1311, comma 1, c.c. opera solo nei confronti del debitore cui sia stata rilasciata quietanza per la parte di lui senza alcuna riserva (cfr. Cass., III, n. 1934/1997). A tal fine non è sufficiente il mero fatto del pagamento a favore del creditore — che accetti puramente la somma relativa e rilasci eventualmente una semplice quietanza — di una porzione del debito complessivo, ancorché corrispondente alla quota interna gravante sul debitore, poiché in tal caso si ha unicamente un pagamento parziale del debito che, nella sua complessiva entità, ricade, nei rapporti esterni, sul condebitore in solido, adempimento parziale che il creditore ha facoltà di rifiutare, ma che può accettare, se lo ritenga, in acconto del suo credito (cfr. Cass., III, n. 130/1978). Come evidenziato in dottrina l'apposizione di una riserva alla quietanza sarebbe incompatibile con la presunzione di rinuncia alla solidarietà (Rubino, 324). È invece dibattuta la necessità di un ulteriore presupposto, ossia l'esplicita dichiarazione da parte del creditore circa il fatto che il pagamento ricevuto vada riferito alla quota del solvens, ritenuta necessaria da alcuni e negata da altri, sull'assunto per il quale tale dichiarazione non è richiesta dalla norma (v., con i relativi riferimenti, Bianca, 749). La S.C. appare orientata in quest'ultima direzione ed ha infatti evidenziato che, in tema di obbligazioni solidali, la circostanza che il creditore accetti da uno dei debitori il pagamento di una parte del debito complessivo, rilasciandone quietanza e non riservandosi di agire nei confronti dello stesso debitore per il residuo, integra gli estremi della rinuncia alla solidarietà disciplinata dall'art. 1311, secondo comma, n. 1), c.c., con conseguente conservazione dell'azione in solido nei confronti degli altri condebitori, non rinvenendosi gli estremi per l'applicazione della remissione del debito liberatoria per gli altri coobbligati, disciplinata dall'art. 1301, comma 1 c.c., giacché l'effetto della rinuncia è solo quello di ridurre l'importo del debito residuo verso quell'obbligato e non di abdicare al diritto di esigere dagli altri coobbligati il pagamento di quanto ancora dovuto (Cass. III, n. 1453/2015, in Nuova giur. civ. comm., 2015, n. 6, 531, con nota di Balbusso). Segue. L'azione giudiziale per la sola quota del debitore solidaleL'altra fattispecie tipizzata di rinunzia alla solidarietà si realizza allorché il creditore agisca contro uno dei condebitori solidali per la sola sua parte e, all'esito, questi aderisca alla domanda ovvero vi sia condanna passata in giudicato, relativa alla sola quota del debitore convenuto in causa. L'effetto della rinunzia non si determina quando il creditore abbia chiesto in giudizio l'adempimento dell'intero debito nei confronti di tutti o di alcuni condebitori solidali, cui segua la separazione delle cause, poiché in tale evenienza rimane comunque ferma la domanda originaria per l'intera obbligazione solidale (Cass. n. 1887/1965). Peraltro, il giudice al quale sia stata richiesta la condanna di più convenuti, pro quota, al pagamento di un'obbligazione solidale non può, per le combinate norme di diritto sostanziale e processuale dettate dagli artt. 1311 c.c. e 112 c.p.c., pronunciare condanna dei convenuti medesimi in solido e per l'intero (Cass. n. 4018/1996; Cass. n. 1602/1962). BibliografiaAmorth, L'obbligazione solidale, Milano, 1959; Balbusso, Il regresso nella solidarietà debitoria, Milano 2016; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano, 1979; Capilli, Non integra rinuncia tacita alla solidarietà né remissione tacita del debito la proposizione dell'azione risarcitoria da parte del trasportato congiuntamente al vettore nei confronti del terzo corresponsabile, in Resp. civ. prev., 2002, n. 1, 170; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; La Porta, Delle obbligazioni in solido, nel Commentario Schlesinger, Milano, 2014, sub artt. 1300-1304, 245 ss., e sub artt. 1311-1313, 333 ss.; Romeo, La remissione del debito, in Maffeis, Fondrieschi, Romeo, Le obbligazioni, 4, I modi di estinzione delle obbligazioni, nel Trattato di diritto civile, diretto da Sacco, Torino,2012, 104 ss.; G. Rossetti (De Cristofaro), Le obbligazioni solidali, in Trattato di diritto delle obbligazioni, diretto da L. Garofalo, Talamanca, V, Le figure speciali, a cura di S. Patti, Vacca, Padova, 2010, 803 ss. |