Codice Civile art. 1309 - Riconoscimento del debito.Riconoscimento del debito. [I]. Il riconoscimento del debito fatto da uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri; se è fatto dal debitore nei confronti di uno dei creditori in solido, giova agli altri. InquadramentoLa previsione in esame impedisce che il riconoscimento del debito costituisca valido atto interruttivo della prescrizione nei confronti degli altri (Cass., sez. lav., n. 5381/1982). Ne deriva che incombe al creditore provare il fatto costitutivo del preteso diritto nei riguardi del condebitore che non abbia compiuto tale riconoscimento (Cass. I, n. 232/1962). Limitazione degli effetti della ricognizione di debitoLa disposizione in esame sancisce, in continuità con i principi generali operanti in tema di obbligazioni solidali, anche rispetto al riconoscimento del debito, che gli effetti favorevoli si estendono agli altri consorti mentre gli effetti sfavorevoli operano esclusivamente nei confronti del soggetto che ha compiuto l'atto (cfr. Bianca, 735). La S.C. ha sottolineato che, in sostanza, la previsione in esame impedisce che il riconoscimento del debito costituisca valido atto interruttivo della prescrizione nei confronti degli altri (Cass., sez. lav., n. 5381/1982), sicché è onere del creditore provare il fatto costitutivo del preteso diritto nei riguardi del condebitore che non abbia fatto tale riconoscimento (Cass. I, n. 232/1962). Il secondo comma della norma stabilisce che, invece, il riconoscimento del debito da parte del debitore nei confronti di un creditore solidale si estende agli altri concreditori, quale effetto vantaggioso (in arg. Giorgianni, 680). Casistica Il riconoscimento del debito, quale atto interruttivo della prescrizione, è valido anche se la dichiarazione ricognitoria (o un qualunque atto o fatto che implichi, comunque, l'ammissione dell'esistenza del diritto) non sia fatta direttamente al soggetto interessato, ma ad un terzo: pertanto, il riconoscimento del debito effettuato dal debitore cambiario giova anche a favore del coobbligato cambiario che, dopo aver pagato, agisca con azione diretta contro la persona nei cui confronti si e verificata l'interruzione (Cass., I, n. 340/1975, in Banca borsa tit. cred., 1975, II, 212). In tema d'imposta di registro, la presunzione che la denuncia del corrispettivo di un contratto, fatta da uno dei contraenti, sia stata eseguita anche in rappresentanza o su mandato dell'altro contraente, ha carattere relativo, ne può tradursi in un riconoscimento vincolante per il condebitore solidale (art 1309 c.c.), e, pertanto, non osta a che il contraente non denunciante possa contestare l'imposizione effettuata sulla base della denuncia stessa, fornendo la prova contraria (Cass. S.U., n. 375/1980). Applicabilità della norma alla confessioneÈ controverso, almeno nella ormai risalente giurisprudenza di legittimità che ha avuto occasione di confrontarsi con la problematica, se la norma in esame trovi applicazione anche nell'ipotesi di confessione. Secondo una prima tesi, in ragione di quanto previsto dalla disposizione in esame, anche tenendo conto del generale principio secondo cui se uno dei condebitori solidali compie un atto pregiudizievole per gli altri condebitori, gli effetti di tale atto non si comunicano a loro, mentre normalmente si estendono gli effetti di quelli favorevoli, che la confessione del debito nuoce solo a chi l'ha fatta e non ha effetto riguardo agli altri condebitori in solido (Cass. III, n. 4596/1978; Cass. I, n. 3538/1969, in Giust. civ., 1970, n. 1, 434). Per contro, si è ritenuto che la disposizione in commento si riferisce al riconoscimento di debito inteso come dichiarazione della parte che ammette l'esistenza della obbligazione a suo carico, e non può applicarsi alla confessione, che non si esaurisce in una ammissione completa, ma ha per oggetto un fatto che, valutato in concomitanza con altri, concorre alla formazione della prova del credito (Cass. III, n. 1901/1975). Resta fermo, tuttavia, che il giudice può legittimamente, senza per questo incorrere nella violazione degli artt. 1309 e 2730 c.c., trarre elementi di prova indiretta, per presunzioni, a carico di un condebitore solidale, dal comportamento stragiudiziale e giudiziale di altro condebitore solidale convenuto insieme con il primo (cfr. Cass. III, n. 3106/1976, in tema di semiplena probatio, ai fini del deferimento del giuramento suppletorio). |