Codice Civile art. 1945 - Eccezioni opponibili dal fideiussore.InquadramentoLa disposizione in esame attribuisce al fideiussore la facoltà di opporre al creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, salva quella di incapacità e costituisce quindi espressione dell'accessorietà della fideiussione, carattere che ne individua l'identità causale imponendo che il fideiussore si trovi nella stessa posizione del debitore garantito (Giusti, 205). Il debitore non è, tuttavia, titolare di una legittimazione sostitutiva in ordine al proponimento delle azioni che competono al debitore principale nei confronti del creditore, neppure quando esse si riferiscano alla posizione debitoria per la quale è stata prestata la garanzia (Cass. I, n. 4830/2010; Cass. I, n. 12225/2003). Eccezioni opponibiliTra le eccezioni opponibili dal fideiussore al creditore principale vi sono, ad esempio, la compensazione, la remissione del debito e la confusione. In giurisprudenza è stato inoltre precisato che tra dette eccezioni possono inoltre annoverarsi la prescrizione, anche presuntiva (Cass. III, n. 3284/1971), nonché la rescissione, la novazione o la risoluzione, salvo che non siano incompatibili col contenuto dell'obbligazione fideiussoria (Cass. III, n. 2958/1979). Inoltre, il fideiussore citato in giudizio dal creditore unitamente al debitore principale per l'adempimento coattivo della medesima prestazione può opporgli non solo le eccezioni opponibili dal debitore principale, ma altresì quelle fondate sui suoi rapporti personali con il creditore: egli, pertanto, può far valere in compensazione un proprio credito verso di lui, con la conseguenza che, costituendo la compensazione una causa satisfattiva di estinzione dell'obbligazione, essa giova al debitore principale, dal quale il creditore, correlativamente liberato dalla sua obbligazione verso il fideiussore, non potrà pretendere l'ulteriore adempimento del debito principale (Cass. I, n. 14861/2001). La giurisprudenza ha inoltre evidenziato che l'art. 1945, laddove consente al fideiussore di opporre al creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, per ciò stesso non gli consente di opporre eccezioni che il debitore principale non potrebbe opporre perché coperte da giudicato (Cass. I, n. 16669/2012). Su un piano più generale, la norma in esame, se consente al fideiussore di opporre al creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, non gli riconosce tuttavia, per ciò solo, una legittimazione sostituiva in ordine al proponimento delle azioni che competono al debitore principale nei confronti del creditore, neppure quando esse si riferiscano alla posizione debitoria per la quale è stata prestata garanzia fideiussoria. Come è stato recentemente ribadito in sede applicativa, l'impossibilità per il garante personale di agire in giudizio a tutela degli interessi del debitore principale, pur se con riferimento alla posizione debitoria per la quale è data garanzia fideiussoria, trova fondamento, oltre che nel principio generale secondo cui legittimato ad agire in giudizio è, in mancanza di un valido titolo legittimante la sostituzione, il solo titolare dell'interesse leso, anche e soprattutto, con specifico riferimento alla fattispecie in esame, nel principio di accessorietà dell'obbligazione del fideiussore quale deducibile dal combinato disposto degli artt. 1939 e 1945 c.c., in base al quale il fideiussore può opporre al creditore tutte le eccezioni (salva quella derivante dall'incapacità) che spettano al debitore principale, nel senso di «risposta» ad eventuali «domande» del creditore nei suoi confronti, ma non può anche promuovere direttamente azioni che vedono quale convenuto il creditore (cfr. Trib. Roma XVII, 22 febbraio 2018, 4006, la quale ha pertanto dichiarato il difetto di legittimazione attiva dei fideiussori sulla domanda restitutoria e risarcitoria proposta nei confronti del creditore). Contratto autonomo di garanziaCon il contratto autonomo di garanzia il garante si impegna a tenere indenne il creditore dalle conseguenze del mancato adempimento dell'obbligazione - che può avere ad oggetto anche una prestazione infungibile - gravante sul debitore principale, in ciò differenziandosi rispetto al fideiussore, il quale, garantendo l'adempimento dell'obbligazione altrui, è tenuto ad una prestazione identica a quella dovuta dal debitore principale (Cass. III, n. 6177/2020). Sulla dibattuta questione, sono intervenute le Sezioni Unite della Corte di cassazione chiarendo che il contratto autonomo di garanzia (cd. Garantievertrag), espressione dell'autonomia negoziale ex art. 1322 c.c., ha la funzione di tenere indenne il creditore dalle conseguenze del mancato adempimento della prestazione gravante sul debitore principale, che può riguardare anche un fare infungibile (qual è l'obbligazione dell'appaltatore), contrariamente al contratto del fideiussore, il quale garantisce l'adempimento della medesima obbligazione principale altrui (attesa l'identità tra prestazione del debitore principale e prestazione dovuta dal garante); inoltre, la causa concreta del contratto autonomo è quella di trasferire da un soggetto ad un altro il rischio economico connesso alla mancata esecuzione di una prestazione contrattuale, sia essa dipesa da inadempimento colpevole oppure no, mentre con la fideiussione, nella quale solamente ricorre l'elemento dell'accessorietà, è tutelato l'interesse all'esatto adempimento della medesima prestazione principale. Ne deriva che, mentre il fideiussore è un «vicario» del debitore, l'obbligazione del garante autonomo si pone in via del tutto autonoma rispetto all'obbligo primario di prestazione, essendo qualitativamente diversa da quella garantita, perché non necessariamente sovrapponibile ad essa e non rivolta all'adempimento del debito principale, bensì ad indennizzare il creditore insoddisfatto mediante il tempestivo versamento di una somma di denaro predeterminata, sostitutiva della mancata o inesatta prestazione del debitore (Cass. S.U., n. 3947/2010, con riferimento ad una fattispecie in tema di polizza fideiussoria a garanzia del committente di un appalto di opera pubblica). Pertanto, il contratto autonomo di garanzia si caratterizza, rispetto alla fideiussione, per l'assenza dell'accessorietà della garanzia, derivante dall'esclusione della facoltà del garante di opporre al creditore le eccezioni spettanti al debitore principale, in deroga all'art. 1945 c.c., e dalla conseguente preclusione del debitore a chiedere che il garante opponga al creditore garantito le eccezioni nascenti dal rapporto principale, nonché dalla proponibilità di tali eccezioni al garante successivamente al pagamento effettuato da quest'ultimo (Cass. II, n. 19693/2022; Cass. I, n. 16213/2015). Peraltro, ai fini della distinzione tra contratto autonomo di garanzia e contratto di fideiussione, la presenza nell'accordo di una clausola "a prima richiesta" non assume carattere decisivo, dovendosi in ogni caso accertare la relazione causale in cui le parti hanno inteso porre l'obbligazione principale e l'obbligazione di garanzia, a tal fine trovando applicazione gli ordinari strumenti interpretativi nella disponibilità del giudice (Cass. I, n. 31105/2024; Cass. I, n. 16213/2015). Non sussiste vincolo di solidarietà tra l'obbligazione assunta dal debitore principale e quella derivante da un contratto autonomo di garanzia, perché la causa concreta del negozio autonomo consiste nel trasferire da un soggetto all'altro il rischio economico connesso alla mancata esecuzione di una prestazione contrattuale, mentre nelle obbligazioni solidali in generale, e nella fideiussione in particolare, è tutelato l'interesse all'esatto adempimento della medesima prestazione principale, sicché l'obbligazione del garante autonomo rimane sempre distinta da quella del debitore principale, essendo finalizzata ad indennizzare il creditore insoddisfatto mediante il tempestivo versamento di una somma di denaro predeterminata, sostitutiva della mancata o inesatta prestazione, configurandosi tra le stesse un mero collegamento negoziale ed un cumulo di prestazioni (Cass. VI, n. 8874/2021). Di norma, ai fini della configurabilità di un contratto autonomo di garanzia è necessario l'inserimento nel contratto di una clausola «a prima richiesta e senza eccezioni», sebbene l'assenza di accessorietà della garanzia possa essere desunta, in via interpretativa, dal tenore complessivo del contratto (Cass. III, n. 12152/2016: nella specie, ciò è stato desunto in presenza di una clausola che fissava al garante il ristretto termine trenta giorni per provvedere al pagamento dietro richiesta del creditore, insufficiente per l'effettiva opposizione delle eccezioni, e, al contempo, escludeva la possibilità per il debitore principale di eccepire alcunché al garante in merito al pagamento stesso). Ne deriva che il contratto autonomo di garanzia, quale schema atipico idoneo al perseguimento di interessi meritevoli di tutela, si caratterizza, rispetto alla fideiussione per l'assenza dell'accessorietà della garanzia, derivante dall'esclusione della facoltà del garante di opporre al creditore le eccezioni spettanti al debitore principale, in deroga all'art. 1945 c.c., dalla conseguente preclusione per il debitore di chiedere che il garante opponga al creditore garantito le eccezioni nascenti dal rapporto principale, nonché dalla proponibilità di tali eccezioni al garante successivamente al pagamento effettuato da quest'ultimo, laddove l'accessorietà della garanzia fideiussoria postula, invece, l'onere per il garante di preavvisare il debitore principale della richiesta di pagamento del creditore, ai sensi dell'art. 1952, comma 2 c.c., all'evidente scopo di porre il debitore in condizione di opporsi al pagamento, qualora esistano eccezioni da far valere nei confronti del creditore (cfr., tra le molte, in sede di merito: Trib. Roma XVI, 21 febbraio 2018, n. 3928). Nell'elaborazione giurisprudenziale, tuttavia, in omaggio al principio di buona fede e correttezza, è stato riconosciuto che anche nel contratto autonomo di garanzia può essere opposta dal garante l' exceptio doli generalis seu praesentis (v., per una recente applicazione, Trib. Bari IV, 20 maggio 2016, n. 2768). La S.C. ha, per altro verso, chiarito che, in tema di contratto autonomo di garanzia, qualora il garantito abbia escusso dal garante un importo superiore al danno effettivamente subito, il debitore principale ha diritto di ripetere dal garantito l'eccedenza solo se il garante abbia proposto azione di rivalsa nei suoi confronti, non avendo altrimenti legittimazione sostanziale a richiedere al garantito quanto da questi indebitamente percepito non da lui ma da altro soggetto (Cass. III, n. 18995/2016). Casistica Nel contratto autonomo di garanzia, poiché il garante è legittimato a proporre eccezioni fondate sulla nullità anche parziale del contratto base per contrarietà a norme imperative, può essere sollevata nei confronti della banca l'eccezione di nullità della clausola anatocistica atteso che la soluzione contraria consentirebbe al creditore di ottenere, per il tramite del garante, un risultato che l'ordinamento vieta (Cass. I, n. 9071/2023). In tema di contratto autonomo di garanzia, la previsione delle clausole del tipo " a prima richiesta" determina una deroga alla disciplina legale della fideiussione, che comporta l'attribuzione, al creditore beneficiario della garanzia, di un potere di esigere dal garante il pagamento immediato del debito garantito, a prescindere da qualsiasi accertamento in ordine all' effettiva esistenza, validità e misura dell’obbligazione garantita. La predetta deroga deriva per il solo fatto della previsione della clausola " a prima richiesta", che vale in via presuntiva a qualificare il negozio come contratto autonomo di garanzia, essendo incompatibile esso con il principio di accessorietà che caratterizza la comune fideiussione, salvo che dal contenuto della convenzione negoziale risulti una diversa volontà delle parti (Trib. Benevento, sez. II, 4 ottobre 2021, n. 1930, in dejure.giuffre.it). In sostanza, la caratteristica fondamentale che distingue il contratto autonomo di garanzia dalla fideiussione è l'assenza dell'elemento dell'accessorietà della garanzia, insito nel fatto che viene esclusa la facoltà del garante di opporre al creditore le eccezioni che spettano al debitore principale, in deroga alla regola essenziale della fideiussione, posta dall'art. 1945 c.c. (Trib. Velletri II, 22 giugno 2016, n. 2061). Anche se ispirata al modello della fideiussione codicistica, la fideiussione bancaria costituisce una garanzia autonoma e — quale negozio atipico — se ne discosta soprattutto perché essa deroga al principio dell'accessorietà, che connota detta figura negoziale tipica, e in particolare al regime delle eccezioni consentite al garante. L'obbligazione del garante è, pertanto, indipendente dal rapporto principale (v., tra le altre, Trib. Bari 28 giugno 2016, n. 3591; Trib. S. Maria Capua Vetere IV, 4 febbraio 2016). In materia di garanzie personali, l'elemento caratterizzante del contratto autonomo di garanzia rispetto alla fideiussione è l'assenza dell'accessorietà della garanzia rispetto all'obbligazione principale, essendo esclusa la facoltà del garante di opporre al creditore le eccezioni spettanti al debitore principale, in deroga alla regola posta dall'art. 1945 del c.c.: in sostanza, mentre il contratto autonomo di garanzia è finalizzato a tenere indenne il creditore dalle conseguenze del mancato adempimento della prestazione gravante sul debitore principale, nella fideiussione il fideiussore garantisce l'adempimento della medesima obbligazione principale altrui, attesa l'identità tra prestazione del debitore principale e prestazione dovuta dal garante. Pertanto, nell'ipotesi di pagamento di una fornitura, la controversa interpretazione di una polizza fideiussoria stipulata con una banca a garanzia dell'affare, le espressioni usate nel documento, quali pagamento «a semplice richiesta scritta», o «senza necessità di alcuna prova» e senza poter opporre eccezioni o contestazioni di sorta», fanno ritenere che le parti abbiano inteso svincolare l'obbligazione principale da quella di garanzia (Trib. Firenze III, 2 gennaio 2018, n. 4, in Guida al dir., 2018, n. 22, 56). Il contratto autonomo di garanzia è contraddistinto dalla carenza dell'elemento dell'accessorietà della garanzia, espressa mediante la clausola a prima richiesta e dalla previsione di non poter sollevare eccezioni in relazione all'obbligazione principale garantita. Tale contratto dà vita ad una fattispecie atipica, svincolata dall'obbligazione principale con oggetto l'impegno del garante di pagare un determinato importo al beneficiario allo scopo di garantire la prestazione di un terzo debitore, a semplice richiesta del garantito e rinunciando a far valere qualsivoglia eccezione relativa all'esistenza, validità e coercibilità del rapporto obbligatorio corrente tra il beneficiario della garanzia e il suo debitore. Ricorre una fattispecie di contratto autonomo di garanzia ove il garante si sia obbligato a corrispondere la somma garantita al Ministero e dall'altra parte a restituire, in via di regresso, al fideiussore quanto da quest'ultimo corrisposto al beneficiario a semplice richiesta e senza opporre eccezioni (App. Milano I, 3 marzo 2016, n. 842, in Guida al dir., 2016, n. 21, 60). L'assenza dell'elemento dell'accessorietà della garanzia derivante dall'esclusione della facoltà del garante di opporre al creditore le eccezioni spettanti al debitore principale, in deroga alla regola posta dall'art. 1945 c.c., qualifica la polizza fideiussoria in termini di contratto autonomo di garanzia (Trib. L'Aquila 7 dicembre 2016, n. 960). In materia di distinzione tra fideiussione e contratto autonomo di garanzia non è tanto dirimente la clausola che preveda la facoltà di chiedere il pagamento direttamente al garante a prima richiesta, quanto invece quella che esclude la proponibilità delle eccezioni attinenti al rapporto fondamentale, così derogandosi al disposto ex art. 1945 c.c. (Trib. Taranto 1° febbraio 2016, in Banca borsa tit. cred., 2016, II, n. 4, 434, con nota di Barillà). Non possono essere validamente contestate dal fideiussore le risultanze degli estratti conto non contestati dal correntista: infatti, qualora sia stata prestata una fideiussione a garanzia di una apertura di credito bancaria in conto corrente e il debitore principale, non avendo contestato tempestivamente gli estratti conto inviatigli dalla banca, sia decaduto dal diritto di impugnarli, la risultante degli estratti conto sono vincolanti anche per il fideiussore, il quale non può — pertanto — contestare l'ammontare del credito della banca (Cass. III, n. 8944/2016). L'inserimento in un contratto di fideiussione di una clausola di pagamento a prima richiesta e senza eccezioni vale di per sé a qualificare il negozio come contratto autonomo di garanzia. Difatti, a prescindere dall'esclusione del beneficium excussionis, di cui all'art. 1944 c.c., le obbligazioni dei fideiussori, pur avendo carattere accessorio, sono solidali con quella del debitore principale e non possono essere considerate né sussidiarie né eventuali. Non può negarsi, pertanto, al creditore il diritto di agire per la soddisfazione del proprio credito, non ancora realizzato, nei confronti di ciascuno dei coobbligati solidali, salvo il regresso tra costoro (Trib. Pescara 29 agosto 2017, n. 1041, in Guida al dir., 2018, n. 8, 62). BibliografiaArcella, La polizza fideiussoria: natura giuridica e disciplina applicabile, in Giust. civ., 1996, n. 1, II, 3 ss.; Astone, Contratto autonomo di garanzia, polizza fideiussoria e fideiussione, tra qualificazione «negativa», e della disciplina applicabile ai contratti atipici e clausole generali, in Riv. not., 2010, n. 5, 1239; Barbieri, La polizza fideiussoria tra normativa tipica e prassi contrattuale, in Giur. it., 1999, 502; Barillà, Il «Garantievertrag» nella prassi: qualificazione giuridica e disciplina applicabile, in Banca borsa tit. cred., 2004, 633; Barillà, Le Sezioni unite e il Garantievertrag un quarto di secolo dopo: una pronuncia «storica» fa chiarezza sui differenti modelli di garanzie bancarie autonome, in Banca borsa tit. cred., 2010, n. 3, 279; Biscontini, Solidarietà fideiussoria e decadenza, Camerino-Napoli, 1980; Biscontini, Assunzione di debito e garanzia del credito, Camerino-Napoli, 1993; Bozzi, La fideiussione, Milano, 1995; Camedda, Brevi note in tema di polizza fideiussoria ed escussione abusiva delle garanzie autonome, in Banca borsa tit. cred., 2013, n. 1, 113; Ciaccia, Le polizze fideiussorie, in Nuova giur. civ. comm., 2002, 329; Cuccovillo, La natura della polizza fideiussoria dopo le Sezioni Unite, in Banca borsa e tit. cred., 2011, n. 5, 574; Di Vito, Notazioni in tema di lettera di «patronage», negozio autonomo di garanzia e fideiussione, in Giur. it., 2004, 991; Falqui Massidda, La fideiussione, in Enc. giur., XIV, Roma, 1989; Forlani, In tema di escussione abusiva di garanzia bancaria autonoma: fra «exceptio doli» ed opponibilità dei limiti oggettivi della dichiarazione di garanzia, in Banca borsa e tit. cred., 2010, n. 3, 379; Fragali, voce Fideiussione, in Enc. dir., XVII, Milano, 1968; Lamorgese, Il «Garantievertrag» secondo le sezioni unite, in Giust. civ., 2010, n. 6, 1365; Nappi F., Un tentativo (non convincente) di «definitivamente chiarire» la differenza tra fideiussione e Garantievertrag, in Banca borsa tit. cred., 2010, n. 4, 425; Nicolai, Le fattispecie fideiussorie fra solidarietà passiva, regresso e surrogazione, Banca borsa e tit. cred. 3, 2014, 261; Portale, Le garanzie bancarie internazionali, Milano, 1989, 121 ss.; Ravazzoni, Fideiussione, in Dig. civ., VII, Torino, 1992; Tarantino, Contratto autonomo di garanzia: causa e operazione economica, in Contr., 2009, 1103 ss.; Tartaglia, Le polizze fideiussorie, il contratto autonomo di garanzia e le Sezioni Unite, in Giust. civ., 2011, n. 2, 497; Zana, Fideiussione e contratto autonomo di garanzia, in Riv. not., 2008, n. 3, 589. |