Codice Civile art. 1949 - Surrogazione del fideiussore nei diritti del creditore.InquadramentoLa norma in esame contempla una forma di surrogazione legale del fideiussore che ha pagato nei diritti che il creditore vantava nei confronti del debitore (Fragali, 374). In dottrina si è osservato che rientra nella nozione di pagamento qualunque mezzo idoneo a liberare il debitore principale nei confronti del creditore ed a far conseguire a questi il suo interesse, includendovi anche gli altri mezzi di estinzione dell'obbligazione quali datio in solutum o compensazione (Giusti, 225). Poiché l'obbligazione fideiussoria ha ad oggetto l'adempimento dell'obbligo altrui, quando questo si realizza ciò comporta l'estinzione dell'obbligazione fideiussoria e la contestuale liberazione del debitore originario nei confronti del creditore anche se il debito principale non si estingue sotto il profilo oggettivo, ma si modifica sotto il profilo soggettivo (Carpino, 86). Tuttavia, il fideiussore, che abbia soddisfatto il creditore garantito, può agire in via surrogatoria contro il debitore nei limiti in cui ciò era consentito al creditore stesso, e non anche, pertanto, quando risulti la nullità dell'obbligazione principale, mentre resta in proposito irrilevante un eventuale diverso patto contenuto nel contratto di fideiussione, stante la sua inopponibilità al debitore, estraneo alla relativa stipulazione (Cass. I, n. 6929/1986). Oggetto della surrogaIl fideiussore che intenda surrogarsi al creditore garantito nei diritti vantati verso il debitore subentra ai sensi dell'art. 1204 c.c. anche nelle garanzie concesse da terzi in favore del creditore originario solo a condizione che queste ultime siano accessorie e dipendenti dall'obbligazione principale adempiuta dal fideiussore (cfr. Cass. III, n. 29216/2008, per la quale deve escludersi l'applicazione di tale ipotesi di surrogazione legale quando, oltre che con il negozio fideiussorio, il finanziamento concesso per l'esecuzione di un appalto sia stato garantito anche mediante la cessione dei crediti vantati nei confronti del committente, non essendo il debitore ceduto, committente del debitore, qualificabile come «garante» dell'obbligazione adempiuta dal fideiussore, attesa l'autonomia tra i due contratti, ossia la fideiussione e la cessione di credito, ancorché stipulati con il medesimo scopo di garanzia). Nel caso di surrogazione della garanzia ipotecaria è necessario, per poter opporre ai terzi la successione della garanzia, l'annotazione nei registri immobiliari ai sensi dell'art. 2843 c.c., poiché l'annotazione del trasferimento dell'ipoteca ha valore costitutivo e si configura perciò come un elemento integrativo indispensabile della fattispecie, con la conseguenza che il trasferimento dell'ipoteca a favore del creditore che abbia soddisfatto in forza di obbligazione fideiussoria il credito munito di prelazione è inefficace nei confronti dei creditori concorrenti, ove non sia stata effettuata l'annotazione della surrogazione (Cass. I, n. 4137/2003). Di recente Cass. I, n. 19041/2023 ha precisato che, nell'ambito della cessione d'azienda, la fideiussione rilasciata da un terzo a favore del creditore del soggetto che successivamente l'abbia alienata non si trasmette sul piano soggettivo exart. 2558 c.c. in capo al cessionario, il quale, tuttavia, risponde ai sensi dell'art. 2560, comma 2, c.c., nei confronti del fideiussore che, eseguito il pagamento del debito garantito inerente l'azienda, si sia surrogato al creditore originario exartt. 1203 e 1949 c.c. Diritti del fideiussore che ha pagato dopo la dichiarazione di fallimentoÈ stato più volte ribadito, all'interno della giurisprudenza di legittimità, che il fideiussore che abbia pagato il debito dopo il fallimento del debitore principale può esercitare nella procedura concorsuale soltanto l'azione surrogatoria e non anche quella di regresso, più ampia e comprensiva degli interessi e delle spese sostenute, poiché, ai sensi dell'art. 55 l. fall., la dichiarazione del fallimento sospende il corso degli interessi. Invero, comportando l'azione di surroga un mutamento meramente soggettivo nella persona del creditore, senza incidere sulla qualità e quantità del credito, deve escludersi che l'insinuazione al passivo del fideiussore possa porsi in contrasto con il principio di cristallizzazione dei crediti determinata dalla procedura fallimentare (Cass. I, n. 21430/2007). Ne deriva che il credito di regresso del fideiussore, che abbia pagato integralmente il creditore dopo la dichiarazione di fallimento del debitore principale, ha natura concorsuale, in quanto esclude dal concorso, con effetto surrogatorio, il credito estinto, mutuandone la concorsualità, senza violare, quindi, il principio di cristallizzazione della massa passiva (cfr. Cass. VI, n. 17413/2017; Cass. I, n. 11144/2012, in Giust. civ., 2012, I, 2309, con nota di Didone, per le quali, di conseguenza, il fideiussore può esercitare il credito di regresso, nei limiti imposti dalle regole inderogabili del concorso, anche qualora non ne abbia chiesto e ottenuto l'ammissione al passivo con riserva; v., in sede di merito, Trib. Napoli26 agosto 2010, n. 8912, in Banca borsa tit. cred., 2012, II, 680, con nota di D'aiello, secondo cui il fideiussore che abbia pagato il creditore garantito dopo la dichiarazione di fallimento del debitore principale potrà insinuarsi al passivo nel fallimento non in via di regresso, ma in via di surroga; e poiché la surrogazione determina una modificazione soggettiva del credito, ma non una novazione dello stesso, non ne fa venir meno l'anteriorità rispetto al fallimento e quindi la natura concorsuale, fermo restando, tuttavia, che il credito vantato dal fideiussore potrà concorrere al passivo solo quando si sarà verificato l'integrale soddisfacimento del creditore originario e senza che occorra provvedere all'ammissione con riserva). Non manca, tuttavia, un differente orientamento, di carattere minoritario, espresso da Cass. I, n. 902/2008, per il quale sarebbe ammessa l'azione di regresso del fideiussore in sede fallimentare: da un lato, per l'espresso riferimento testuale di cui all'art. 61, comma 2 l. fall. E dall'altro, per il contenuto sostanzialmente «surrogatorio» del credito di regresso che, oltre a trarre origine da un atto genetico anteriore al fallimento, e ad avere quindi natura concorsuale, sostituisce nella massa passiva quello del creditore comune, per cui l'ammissione al passivo del fideiussore, nei limiti in cui era stato (o poteva essere) ammesso il creditore, non viola il principio di cristallizzazione. In definitiva, in accordo con tale impostazione interpretativa, il credito che si fa valere con il regresso può comprendere le spese sostenute anteriormente al fallimento, ma non i diritti (interessi e spese) acquistati in proprio dal fideiussore con il pagamento. Profili fiscaliImposta di registro su atti giudiziari Il decreto ingiuntivo ottenuto nei confronti del debitore dal garante, il quale sia stato escusso dall''agenzia delle entrate, in esecuzione di una polizza fideiussoria, per l'inadempimento di un'obbligazione d'imposta, è soggetto a registrazione con aliquota proporzionale al valore della condanna, in quanto il garante, a seguito del pagamento, non fa valere corrispettivi o prestazioni soggetti all'imposta sul valore aggiunto (Cass. sez. trib., n. 20260/2015). Invero, il decreto ingiuntivo ottenuto dal fideiussore nei confronti del debitore inadempiente per il recupero di somme assoggettate ad IVA è soggetto, ai sensi dell'art. 8 della tariffa allegata al d.P.R. n. 131/1986, all'applicazione dell'imposta in misura fissa, atteso che la surrogazione del fideiussore al creditore principale comporta una peculiare forma di successione nel credito e la novazione dal lato soggettivo ma non incide sull'identità oggettiva dell'obbligazione, che conserva la sua natura ai fini tributari (Cass. VI, n. 14000/2014). Garanzia assicurativa in favore dello spedizioniere doganale La società di assicurazioni che ha stipulato con lo spedizioniere doganale una polizza fideiussoria sostitutiva della cauzione identificante l'obbligazione garantita nel debito inerente ai tributi dovuti all'amministrazione finanziaria, qualora per questo titolo sia stata escussa dall'amministrazione finanziaria stessa, ha diritto di surrogazione e regresso, in base agli artt. 1949-1951 c.c., nei confronti del proprietario importatore, in tutti i diritti e le azioni spettanti all'amministrazione: pertanto, il fideiussore ha anche diritto alla corresponsione degli interessi dal giorno dell'avvenuto pagamento, nella misura fissata dall'art. 86 d.P.R. n. 43/1973 (Cass. III, 19362/2017). BibliografiaArcella, La polizza fideiussoria: natura giuridica e disciplina applicabile, in Giust. civ., 1996, n. 1, II, 3 ss.; Biscontini, Solidarietà fideiussoria e decadenza, Camerino-Napoli, 1980; Biscontini, Assunzione di debito e garanzia del credito, Camerino-Napoli, 1993; Bozzi, La fideiussione, Milano, 1995; Carpino, Del pagamento con surrogazione: artt. 1201-1205 c.c., in Comm. S.B., Bologna, 1988; Didone, Note in tema di ammissione al passivo del coobligato non ancora escusso, in Giust. civ., 2012, I, 2309; Falqui Massidda, voce La fideiussione, in Enc. giur., XIV, Roma, 1989; Fragali, voce Fideiussione, in Enc. dir., XVII, Milano, 1968; Giusti, La fideiussione e il mandato di credito, in Tr. C.M., Milano, 1998; Nicolai, Le fattispecie fideiussorie fra solidarietà passiva, regresso e surrogazione, Banca borsa tit. cred., 3, 2014, 261; Ravazzoni, Fideiussione, in Dig. civ., VII, Torino, 1992; Russo, Polizze fideiussorie, spedizioniere doganale e surrogazione dell'assicuratore, in Banca borsa tit. cred., 1991,177; Vattermoli, Il fideiussore nel concorso tra i creditori del debitore principale, in Giust. civ., 2015, n. 1, 129. |