Codice Civile art. 1830 - Sequestro o pignoramento del saldo.

Caterina Costabile

Sequestro o pignoramento del saldo.

[I]. Se il creditore di un correntista ha sequestrato o pignorato l'eventuale saldo del conto spettante al suo debitore, l'altro correntista non può, con nuove rimesse, pregiudicare le ragioni del creditore [2917]. Non si considerano nuove rimesse quelle fatte in dipendenza di diritti sorti prima del sequestro o del pignoramento.

[II]. Il correntista presso cui è stato eseguito il sequestro o il pignoramento deve darne notizia all'altro. Ciascuno di essi può recedere dal contratto [1833].

Inquadramento

La disposizione in esame stabilisce che, posto che l'annotazione dei crediti produce gli effetti di inesigibilità ed indisponibilità sino alla chiusura, finale o periodica, del conto, i creditori personali dei singoli correntisti non possono sottoporre a sequestro o pignoramento i singoli crediti annotati, potendo invece agire sul saldo risultante a favore del proprio debitore al momento del sequestro o del pignoramento, a condizione che il contratto abbia i requisiti di opponibilità contemplati dall'art. 2915 c.c.

Il sequestro o il pignoramento del saldo non importano la chiusura del conto e, dunque, non risolvono il contratto a meno che una delle due parti stipulanti non receda volontariamente (Cass. I, n. 1638/1999).

Il legislatore si limita, difatti, a prevedere che le ragioni del terzo creditore non siano pregiudicate senza disporre automaticamente la chiusura del conto.

Sequestro e pignoramento del saldo

Il creditore di uno dei correntisti non può compiere atti conservativi o esecutivi su singoli crediti, attesa la loro inesigibilità per effetto dell'annotazione nel conto corrente, ma solo sul saldo finale (Cavalli, 4).

La S.C. ha rimarcato che, in ipotesi di contratto di conto corrente bancario affidato con saldo negativo, il creditore non può pignorare le singole rimesse che, affluite sul conto del debitore, hanno comportato la mera riduzione dello scoperto, ma eventualmente il solo saldo positivo, atteso che il contratto in questione dà luogo ad un rapporto giuridico unitario, composto da poste attive e passive, che non si risolve a seguito del pignoramento (Cass. III, n. 36066/2021; Cass. III, n. 6393/2015).

Il sequestro o il pignoramento dello stesso non produce tuttavia lo scioglimento del rapporto a meno che una delle parti non receda, ma impedisce solo all'altro correntista di pregiudicare le ragioni del terzo con la inclusione in conto di crediti a proprio favore che facciano diminuire il saldo mentre naturalmente sono pienamente efficaci le rimesse che comportano un aumento dello stesso (Martorano, 1961, 665).

Di queste il terzo può anche avvantaggiarsi nei limiti del sequestro o del pignoramento, ma in tal caso deve riconoscere anche le scritturazioni a debito, che altrimenti, pur avendo pieno valore tra le parti, sono a lui inopponibili (Cavalli, ult. cit.; Fiorentino, in Comm. S. B., 1972,23; Martorano, 1961, 663).

Il contratto di conto corrente, pertanto, in tal caso non si scioglie ma non può di fatto più operare perché le variazioni ammesse sarebbero solo quelle che aumentano il saldo in favore del debitore: per tale ragione il correntista che subisce l'iniziativa dei propri creditori deve darne notizia all'altro, potendo a questo punto entrambi recedere dal contratto (Fiorentino, ult. cit.; Scozzafava, Grisi, 3).

Poiché il sequestro o il pignoramento non determinano la chiusura del conto il correntista debitore non può essere costretto a pagare prima dell'ordinaria scadenza del saldo di conto-corrente (Fiorentino, ult. cit.; Martorano, 1961, 664).

La legge obbliga il correntista presso il quale è stata eseguita la misura esecutiva, o cautelare di darne notizia all'altra, trattasi tuttavia di una disposizione superflua in quanto, dovendosi osservare le forme del sequestro o pignoramento presso terzi, l'atto deve essere notificato anche al debitore (543 c.p.c.).

Bibliografia

Caltabiano, Il conto corrente bancario, Padova, 1967; Cavalli, Conto corrente, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Martorano, Il conto corrente bancario, Napoli, 1955; Martorano, voce Conto Corrente (contratto di), Enc. dir., IX, Milano, 1961; Scozzafava, Grisi, voce «Conto corrente ordinario», in Dig. Comm., IV, Torino, 1989; Sotgia, Del conto corrente, in Commentario al codice civile a cura di D'Amelio e Finzi, Firenze, 1949.

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