Codice Civile art. 1696Codice civile, approvato con regio decreto 16 marzo 1942, n. 262 (1). (1) Il r.d. 16 marzo 1942, n. 262 è stato pubblicato nella G.U. del 4 aprile 1942, nn. 79 e 79-bis. InquadramentoLa predeterminazione dei criteri per il calcolo del danno da perdita o avaria della merce consente di evitare il sorgere di controversie destinate ad accertare solo tale profilo. Determinazione del dannoAi sensi dell'art. 1696, per stabilire il danno conseguente alla perdita o all'avaria delle cose trasportate, il giudice del merito può legittimamente fare riferimento alle risultanze della fattura emessa dal mittente (venditore) nei confronti del destinatario (acquirente), poiché corrisponde ad una presunzione semplice che nei normali rapporti fra imprenditori commerciali venga praticato il prezzo di mercato, quando si tratti di merci che hanno una quotazione risultante da mercuriali o quanto meno da contrattazioni largamente generalizzate (Cass. n. 16554/2015). Successione nel tempo di leggiL'art. 1696, nel testo modificato dall'art. 10 d.lgs. n. 286/2005, non trova applicazione ai contratti di trasporto stipulati ed eseguiti in data anteriore alla sua entrata in vigore (24 gennaio 2006), trattandosi di norme limitative del diritto al risarcimento dei danni, il quale, in base ai principi generali dell'ordinamento ed in mancanza di espressa previsione contraria, deve essere attribuito al contraente non inadempiente in forma integrale (art. 1223), salvo il limite previsto dall'art. 1225 circa l'irrisarcibilità dei danni imprevedibili (Cass. n. 7201/2015). In forza del principio sancito dall'art. 11 delle preleggi e in ragione della necessità che le relative deroghe — come affermato dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo — trovino razionale ed adeguata giustificazione in motivi imperativi di interesse generale, i limiti alla responsabilità del vettore previsti dall'art. 1696, comma 2, come novellato dall'art. 10 d.lgs. n. 286/2005, non trovano applicazione in relazione a fattispecie contrattuali perfezionate nei loro elementi e consumate nella loro esecuzione anteriormente all'entrata in vigore di detto ius superveniens (Cass. n. 18657/2013). Limitazione della responsabilità ed onere probatorioLa limitazione della responsabilità risarcitoria dell'autotrasportatore ai sensi dell'art. 1 l. n. 450/1985, in deroga all'art. 1696, costituisce una vera e propria eccezione, che richiede l'allegazione e la prova, a carico della parte interessata, di determinati presupposti di fatto (iscrizione del vettore nell'albo nazionale degli autotrasportatori, individuazione delle tariffe che regolano il trasporto, minore entità del danno così liquidato rispetto a quello effettivamente cagionato). Una volta, però, che detti presupposti siano stati ritenuti sussistenti nei gradi di merito, è onere della controparte censurare, in sede di legittimità, tale accertamento anche sotto il profilo della mancata dimostrazione delle circostanze dedotte dal vettore (Cass. n. 8732/2011). In particolare, il mittente che domanda al vettore il risarcimento del danno patito in conseguenza della perdita della merce trasportata, ha il solo onere di provare la perdita del carico ed il valore di esso, ma non anche di avere indennizzato il destinatario della merce per il mancato arrivo di questa a destinazione; spetta invece al vettore, quale onerato della prova del fatto impeditivo della pretesa attorea, dimostrare che il mittente aveva già percepito dal destinatario il prezzo della merce poi andata perduta, e che il destinatario non gliene ha chiesto la restituzione (Cass. n. 702/2018). BibliografiaFlamini, Osservazioni critiche sul concorso tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del vettore, in Dir. trasporti, 2002, 813 e ss.; Geri, La responsabilità tra vettore e spedizioniere, in Riv. giur. circ. e trasp. 1984, 625; Grigoli, Sui limiti della prestazione dello spedizioniere, in Giust. civ. 1986, I, 2107; La Torre, La definizione del contratto di trasporto, Napoli, 2000; Paolucci, Il trasporto di persone, Torino, 1999; Vaccà, Diligenza e professionalità dello spedizioniere, in Resp. civ. e prev. 1986, 642. |