Codice Civile art. 1786 - Stabilimenti e locali assimilati agli alberghi.

Caterina Costabile

Stabilimenti e locali assimilati agli alberghi.

[I]. Le norme di questa sezione si applicano anche agli imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli [1784 2], stabilimenti balneari, pensioni, trattorie, carrozze letto e simili.

Inquadramento

L'art. 1786 (che non ha subito modifiche ad opera della l. n. 316/1978) dispone che le norme della sezione si applicano anche agli imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, stabilimenti balneari, pensioni, trattorie, carrozze letto e simili.

La dottrina è concorde nel ritenere che si tratta di una elencazione meramente esemplificativa e non tassativa (Zuddas, 50): la norma configura difatti una serie aperta, resa omogenea da un semplice legame di similarità (Preden, 64).

Sono stati, pertanto, elaborati alcuni criteri fondamentali di assimilazione agli alberghi: in primo luogo va considerata la natura dell'attività prestata, che deve essere tale da richiedere la permanenza in loco per un certo lasso di tempo del cliente, tale da comportare il necessario distacco dalle cose che porta con sé, con conseguente necessità di custodia e vigilanza delle stese (Mastropaolo, in Tr. Res., 568); in secondo luogo deve trattarsi di attività a carattere imprenditoriale in considerazione dello speciale regime di responsabilità (Geri, 217).

Le attività assimilate agli alberghi

La dottrina (Bussoletti, 11) reputa che presupposto fondamentale della responsabilità in esame sia la qualità di imprenditore del soggetto che fornisce il servizio, precisando che può trattarsi anche di un imprenditore non commerciale, quale quello agricolo che offra alloggio ai turisti in fabbricati rurali (c.d. agriturismo).

La giurisprudenza si è pronunciata in più occasioni onde individuare concretamente le tipologie di imprenditori da assimilare all'albergatore ai fini della responsabilità per le cose portate o consegnate dai clienti.

La S.C. ha ritenuto che l'attività di affittacamere, pur differenziandosi da quella alberghiera per le sue modeste dimensioni, presenta analoga natura, in quanto richiede non solo la cessione del godimento di locale ammobiliato e provvisto delle necessarie somministrazioni (luce, acqua, ecc.), ma anche la prestazione di servizi personali, quali il riassetto del locale stesso e la fornitura della biancheria da letto e da bagno (con caratteristiche professionali e finalità speculative), pur a prescindere dal conseguimento o meno della prescritta licenza amministrativa (Cass. III, n. 5632/1993; Cass. III, n. 1550/1982).

Anche il gestore di case-albergo o residence è stato assimilato all'albergatore atteso che nel contratto di albergo e di residence il godimento dell'immobile, avente di regola carattere temporaneo e transitorio, si accompagna e si integra con una serie di servizi, di natura genericamente alberghiera, riconducibili al contratto d'opera, che assumono una rilevanza paritetica rispetto alla prestazione dell'alloggio (Cass. III, n. 11859/1992).

In ordine all'esercente di un campeggio è stato osservato che, poiché i campeggi turistici organizzati vanno inclusi tra gli stabilimenti e locali assimilabili agli alberghi, al deposito di cose all'interno di essi e quindi anche al deposito di veicoli e roulotte si applicano le norme sul deposito in albergo dato che per i campeggi si verifica una situazione analoga a quella che si instaura fra cliente ed albergatore, tanto con riguardo all'esigenza di tutelare l'utente del campeggio per le cose che abbia necessità di introdurre nel suo recinto e nei suoi locali quanto in relazione all'opportunità di limitare la responsabilità del gestore del campeggio in considerazione del carattere peculiare e sussidiario della sua attività di custode, con la conseguenza che tale responsabilità del gestore del campeggio cessa con l'estinzione, per scadenza del termine, del rapporto, cui quello di custodia accede (Cass. III, n. 882/1990).

Tuttavia è stato precisato che al contratto in forza del quale il campeggio è utilizzato quale luogo di parcheggio di una roulotte, nel cosiddetto rimessaggio invernale, si applica la disciplina generale del contratto di deposito, con la conseguente responsabilità ex recepto del gestore del campeggio; quindi, la eventuale clausola di esclusione della responsabilità di quest'ultimo nel caso di furto del veicolo, avendo carattere vessatorio, è inefficace, qualora non sia stata approvata specificamente per iscritto (Cass. III, n. 16079/2002).

La S.C. ha poi rimarcato che anche il titolare di impresa di produzione ed esercizio di teatri pubblici o privati è soggetto alla disciplina sul deposito in albergo e, di conseguenza, risponde del deterioramento, della distruzione o della sottrazione del materiale destinato alla esecuzione della rappresentazione teatrale secondo i principi della responsabilità ex recepto (Cass. III, n. 12051/1992).

La disposizione relativa alla responsabilità limitata dell'albergatore per le cose portate in albergo dai clienti è stata ritenuta applicabile anche all'esercente una sala da ballo con annesso buffet (Cass. III, n. 1740/1978).

Si è ritenuto che anche il gestore di un salone di parrucchiere è soggetto alla responsabilità illimitata dell'albergatore per la sottrazione di cose dei clienti (Cass. III, n. 1389/1984; nella specie, il S.C. ha confermato la decisione di merito che aveva ravvisato la responsabilità del titolare di un negozio di parrucchiere nei confronti di una cliente la cui pelliccia, appesa al suo arrivo nel locale all'attaccapanni posto accanto all'ingresso, era stata sottratta da uno sconosciuto).

Più di recente i giudici di legittimità hanno evidenziato che la società che fornisce il servizio di trasporto ferroviario in carrozza letto ha l'obbligo di provvedere alla custodia del bagaglio del viaggiatore con la diligenza qualificata dell'offerente imprenditore, e, dunque, di predisporre accorgimenti e cautele analoghi a quelli dell'albergatore, a cui è equiparato ai sensi dell'art. 1786, soprattutto ove non sia offerto un autonomo servizio di custodia dei valori e dei preziosi ed il viaggiatore debba portarli con sé nella propria carrozza letto (Cass. III, n. 26887/2014).

Con riferimento al gestore di ristorante, la giurisprudenza ha ritenuto che la responsabilità per le cose portate e non consegnate in custodia concerne esclusivamente quelle cose di cui è opportuno che il cliente si liberi per il miglior godimento della prestazione (Cass. III, 10393/1991; Cass. III, n. 8268/1987).

Applicazione del limite di responsabilità

La norma pone il problema del limite quantitativo del risarcimento per il deterioramento, la distruzione o la sottrazione delle cose portate e non consegnate, parametrato dall'art. 1783 a cento volte il prezzo della locazione giornaliera dell'alloggio.

In dottrina si suggerisce in tal caso il rinvio al prezzo della particolare prestazione fornita oppure all'equo apprezzamento del giudice (Bussoletti, 7; Geri, 207).

Bibliografia

Bonfiglio, Il contratto di albergo ed il contratto di deposito alberghiero, in Giust. civ., 1995, I, 2222; Bonilini, La responsabilità dell'albergatore, in Resp. civ. prev., 1987, 30; Bussoletti, Albergo (contratto di), in Enc. giur., I, Roma, 1988; Carnevali, in Commento alla legge 10 giugno 1978, n. 316, in Le nuove leggi civ. comm., 1979, sub art. 1-3, 127; Fragali, Albergo (contratto di), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Geri, Albergatore (responsabilità del), in Nss. D.I., App. I, Torino, 1980, 198; Mezzasoma, La responsabilità civile dell'albergatore, in Rass. dir. civ. 1990, 536; Preden, Albergo (contratto di), in Enc. dir. agg., Milano, 1998, 57; Zuddas, Il contratto di albergo, in Ciurnelli, Monticelli, Zuddas, Il contratto di albergo. Il contratto di viaggio. I contratti del tempo libero, Milano, 1994.

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