Codice Civile art. 1896 - Cessazione del rischio durante l'assicurazione.Cessazione del rischio durante l'assicurazione. [I]. Il contratto si scioglie [1453 ss.] se il rischio cessa di esistere dopo la conclusione del contratto stesso, ma l'assicuratore ha diritto al pagamento dei premi finché la cessazione del rischio non gli sia comunicata o non venga altrimenti a sua conoscenza. I premi relativi al periodo di assicurazione in corso al momento della comunicazione o della conoscenza sono dovuti per intero. [II]. Qualora gli effetti dell'assicurazione debbano avere inizio in un momento posteriore alla conclusione del contratto e il rischio cessi nell'intervallo, l'assicuratore ha diritto al solo rimborso delle spese. InquadramentoSe il rischio assicurato cessa dopo la stipula del contratto lo stesso non è nullo ma si scioglie: il venir meno del rischio impedisce difatti al contratto di assicurazione di conseguire la sua funzione economico-sociale con conseguente difetto funzionale del sinallagma (La Torre, 107). Il legislatore ha previsto due diverse ipotesi, che hanno in comune il fatto che il rischio è cessato dopo la conclusione del contratto di assicurazione. La prima si verifica quando il contratto ha già cominciato ad avere efficacia: in tal caso il contratto resta valido per tutto il periodo anteriore alla cessazione del rischio. L'assicuratore pertanto, finché non viene a conoscenza di tale circostanza, ha diritto al pagamento dei premi. Inoltre, i premi relativi al periodo di assicurazione in corso al momento in cui è resa nota la cessazione del rischio sono dovuti per intero. La seconda ipotesi si verifica quando il contratto non ha ancora cominciato a produrre i suoi effetti (perché per esempio il primo premio non è stato ancora pagato): in tal caso l'assicuratore ha diritto esclusivamente al rimborso delle spese sostenute, poiché è mancata la condizione legale richiesta per l'efficacia del contratto, e l'assicurato non è più tenuto al pagamento del premio ed ha diritto alla restituzione delle somme versate a tale titolo. L'art. 1896 prevede a carico dell'assicurato un onere di comunicazione la cui inosservanza comporta l'obbligo di pagare il premio nonostante egli non abbia più interesse all'assicurazione (Donati, Volpe Putzolu,122). Ad avviso della dottrina, pertanto, l'art. 1896 costituisce una applicazione speciale del generale istituto della risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta ex art. 1463 (La Torre, ult. cit.). Si discute su quale sia il momento cui far risalire gli effetti dello scioglimento del contratto. Alcuni autori, infatti, sostengono che questo si produca ipso iure al momento della cessazione del rischio (Donati, 180). Altra parte della dottrina ne riconduce, invece, gli effetti al momento della comunicazione da parte dell'assicurato (Salandra, in Comm. S.B. 1966, 259). La giurisprudenza ritiene che nel caso di cessazione del rischio assicurativo lo scioglimento del contratto si verifica ipso iure, senza necessità di una manifestazione di volontà delle parti e malgrado un'eventuale volontà contraria, restando esclusa ogni possibilità per le parti di mantenere in vita un'assicurazione senza rischio (Cass. III, n. 6561/2005; Cass. III, n. 5081/1998). La S.C. ha equiparato alla sopravvenuta cessazione del rischio l'ipotesi della sopravvenuta inassicurabilità del rischio medesimo (Cass. I, n. 6212/1985). L'art. 1896 si applica solo alle assicurazioni sulla vita stipulate per il caso di sopravvivenza, non a quelle per il caso di morte in cui il rischio assicurato è insuscettibile di divenire impossibile (Scalfi, 184) Cessazione del rischio dopo la conclusione del contrattoSe la cessazione del rischio si verifica dopo la stipula del contratto e dopo che questo abbia iniziato a produrre i suoi effetti, lo scioglimento avviene ipso iure e l'assicuratore ha diritto al pagamento dei premi pattuiti, senza alcuna riduzione finché la cessazione del rischio non gli sia comunicata o non venga altrimenti a sua conoscenza. Inoltre, anche una volta che sia intervenuta la comunicazione o la conoscenza della cessazione del rischio, i premi relativi al periodo di assicurazione in corso sono dovuti per intero. L'obbligo di pagare il corrispettivo di un contratto risolto costituisce una anomalia giustificata da una duplice ratio: ristabilire l'equilibrio economico tra le parti, che resterebbe alterato se l'assicuratore dovesse restituire il premio pur avendolo impiegato per predisporre i mezzi necessari a sostenere il rischio, ed esercitare una coazione indiretta sull'assicurato, affinché non costringa l'assicuratore a tenere impiegata una aliquota delle riserve tecniche per rischi inesistenti (La Torre, ult. cit.). Costituisce una deroga rispetto a tale regola generale l'art. 122, comma 3, d.lgs. n. 209/2005 il quale, in ipotesi di circolazione del veicolo contro la volontà del proprietario, prevede che l'assicurato ha diritto al rimborso del rateo di premio, relativo al residuo periodo di assicurazione a decorrere dalla data della denuncia. Cessazione del rischio verificatasi dopo la stipula ma prima che il contratto abbia iniziato a produrre effettiSe la cessazione del rischio si verifica dopo la stipula del contratto ma prima che questo abbia iniziato a produrre i suoi effetti, il contratto si risolve ipso facto: dal momento della cessazione del rischio l'assicurato non è più tenuto al pagamento del premio ed ha diritto alla restituzione di quello versato, mentre l'assicuratore può pretendere unicamente la rifusione delle spese sostenute (Salandra, in Comm. S.B., 1966, 258). Onere della provaL'onere della prova che il rischio è cessato, e che di conseguenza il contratto si è risolto, grava su colui che adduce tale fatto a fondamento della propria domanda o della propria eccezione, quindi di norma sull'assicurato nel giudizio promosso dall'assicuratore per ottenere il pagamento del premio. Incidenza della sopravvenuta cessazione del rischio nell'assicurazione fideiussoriaL'assicurazione o polizza fideiussoria è un contratto con cui un soggetto, di fatto usualmente compagnie di assicurazioni si impegna a garantire l'adempimento di una determinata obbligazione assunta dal contraente della polizza a favore di un terzo — solitamente una pubblica amministrazione-stazione appaltante, o l'erario quale soggetto creditore di obblighi tributari — verso un corrispettivo in denaro. Pur trattandosi di un negozio stanzialmente diverso da quello assicurativo, può avvenire che le parti decidano di riprodurre nel testo contrattuale la disciplina prevista dalla norma in commento in ordine alla risoluzione per sopravvenuta cessazione del rischio. La S.C. ha all'uopo ritenuto, con riguardo ad assicurazione fideiussoria stipulata a garanzia dell'esecuzione di appalti pubblici, la clausola con la quale si preveda la persistenza degli obblighi delle parti (di pagamento del premio e, rispettivamente, verificandosene le condizioni, di prestazione del garante) fino a quando l'ente beneficiario non abbia restituito all'assicuratore la polizza o gli abbia rilasciato una dichiarazione liberatoria da ogni eventuale responsabilità attiene alla durata del contratto e costituisce applicazione dell'art. 1896, così da non richiedere specifica approvazione per iscritto ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1341 (Cass. I, n. 6157/1992). BibliografiaButtaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati, Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass., 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987. |