Codice Civile art. 1897 - Diminuzione del rischio.Diminuzione del rischio. [I]. Se il contraente comunica all'assicuratore mutamenti che producono una diminuzione del rischio tale che, se fosse stata conosciuta al momento della conclusione del contratto, avrebbe portato alla stipulazione di un premio minore, l'assicuratore, a decorrere dalla scadenza del premio o della rata di premio successiva alla comunicazione suddetta, non può esigere che il minor premio, ma ha facoltà di recedere dal contratto entro due mesi dal giorno in cui è stata fatta la comunicazione. [II]. La dichiarazione di recesso dal contratto ha effetto dopo un mese [1932; 187 trans.]. InquadramentoLa norma prevede che, in caso di diminuzione del rischio, ovvero di una riduzione delle possibilità di accadimento dell'evento assicurato, che sia durevole, stabile e tale per cui l'assicuratore, se l'avesse conosciuta al momento della stipulazione, non avrebbe concluso il contratto, l'assicurato acquista un diritto alla riduzione del premio. L'assicuratore non può opporsi alla riduzione, ma ha la facoltà di recedere dal contratto entro due mesi dal giorno della comunicazione (Salandra, in Comm. S.B., 1966, 263). Il recesso ha effetto dopo un mese dalla comunicazione all'assicurato. Si è posto in primo luogo il problema di definire la diminuzione del rischio rilevante ai fini dell'applicabilità della norma in commento: secondo la dottrina dominante si ha diminuzione del rischio ai sensi dell'art. 1897 solo quando si verifichi una diminuzione della probabilità di verificazione dell'evento dannoso (Scalfi, 153). È stato poi evidenziato che non può ritenersi sussistente un diritto potestativo dell'assicurato in quanto comunque la riduzione del premio è rimessa alla unilaterale determinazione dell'assicuratore e deve essere compiuta secondo il parametro dell'equilibrio rischio-premio (La Torre, 111). La comunicazione all'assicuratore è richiesta unicamente nel caso in cui l'assicurato desideri modificare il contratto in relazione alla nuova situazione, sicché la dottrina reputa che non si possa parlare di onere (Buttaro, 1958, 455). La norma in commento è inderogabile in danno dell'assicurato ai sensi dell'art. 1932: pertanto, il diritto alla riduzione del premio non può essere validamente soppresso dalle polizze né sottoposte a condizioni di esercizio più onerose di quelle previste dalla legge (Salandra, ult. cit.). Fondamento della disposizioneLa dottrina è divisa in ordine al fondamento dell'art. 1897 (per una analitica disamina dei vari orientamenti v. La Torre, 110). Secondo un primo orientamento, la disposizione è finalizzata a garantire l'equivalenza delle prestazioni e, dunque, costituisce un rimedio sinallagmatico affine alla risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta ex art. 1467. Affine a tale posizione è quella che ritiene che l'art. 1897 costituisca una applicazione del principio della presupposizione. Altro orientamento ravvisa, invece, il fondamento della norma in un principio base della tecnica assicurativa: quello della mutualità, ovvero della ripartizione dei rischi tra tutti gli assicurati. A questo orientamento risulta avvicinabile quello secondo cui la variazione del rischio viene ad incidere sulle basi di calcolo con cui era stato determinato il premio con la conseguenza di rendere il contratto non più omogeneo rispetto alla massa dei rischi raccolti dall'assicuratore (Salandra, in Comm. S.B., 1966, 264). Assicurazioni sociali ed assicurazione fideiussoriaLa giurisprudenza reputa applicabile alle assicurazioni sociali la regola di cui all'art. 1897 non derogata da disposizioni d.P.R. n. 1124/1965 o della tariffa dei premi approvata con d.m. 10 dicembre 1971 (confermata — fatta eccezione per l'art. 9 — dal d.m. 14 novembre 1978). L'art. 1897 non è stato ritenuto incompatibile con le caratteristiche delle assicurazioni sociali, poiché il preavviso temperamento del principio di corrispettività tra premio e rischio risponde ad esigenze di prevedibilità degli accantonamenti necessari proprie dell'organizzazione finanziaria dell'impresa assicuratrice che non sono estranee all'assicuratore ente pubblico. Ciò nondimeno, resta ferma l'esclusione della facoltà di recesso dell'assicuratore, ugualmente prevista dall'art. 1897, incompatibile con il carattere obbligatorio delle assicurazioni sociali (Cass. sez. lav., n. 2646/1996). Assicurazione fideiussoriaLa S.C. ha ritenuto che la modifica del rischio assunto non è rilevante nell'assicurazione fideiussoria, che ha come causa non già il rischio assunto dal primo fideiussore bensì la garanzia dell'adempimento del debitore principale (Cass. III, n. 9371/2006). Da ciò discende, fra l'altro, che la riduzione della garanzia in capo al primo fideiussore non si riflette automaticamente sulla controgaranzia, ove questi, nonostante la disposta riduzione, garantisca ancora un adempimento del debitore principale per una somma superiore o pari alla somma controgarantita originariamente dal secondo fideiussore, salvo una espressa diversa volontà delle parti (Cass. III, 6757/2001). BibliografiaButtaro, voce Assicurazione (contratto di), in Enc. dir., III, Milano, 1958; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati, Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Martello, voce Mutue (società assicuratrici), in Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, I, Padova, 2013; Santagata C., La fusione delle società assicuratrici, in Ass., 1989, I, 261; Scalfi, Assicurazione (contratto di), in Dig. comm., Torino, 1987. |