Codice Civile art. 1357 - Atti di disposizione in pendenza della condizione.Atti di disposizione in pendenza della condizione. [I]. Chi ha un diritto subordinato a condizione sospensiva o risolutiva può disporne in pendenza di questa; ma gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione. InquadramentoÈ possibile, in linea generale, distinguere tre diversi momenti del negozio, collegati alla previsione di una clausola condizionale e, precisamente, quello di pendenza della condizione (condicio pendet), finché l'evento non si sia verificato, quello di avveramento della condizione (condicio existit), allorché l'evento futuro ed incerto si realizza ed, infine, quello di mancanza della condizione (condicio deest) allorché l'evento non si verifica o si ha la certezza che esso non si verificherà. L'art. 1357 c.c. regola, assieme ai successivi artt. 1358 e 1361 c.c., la fase di pendenza della condizione, e riconosce al titolare del diritto condizionato a) la facoltà di disporre medio tempore (in attesa, cioè, dell'avveramento della condizione) del diritto medesimo; b) estendendo tuttavia il vincolo condizionale anche all'atto dispositivo, nel senso che l'acquirente del diritto sarà sottoposto anch'egli alla medesima condizione. Quanto alla ratio della disposizione, secondo taluni, si sarebbe in presenza di una condizione legale che investirebbe l'atto dispositivo: in particolare, si ritiene che il titolare dell'aspettativa sia portatore di una legittimazione di carattere eccezionale a compiere atti di disposizione sottoposti ad una condizione legale sospensiva e, come tali, forniti di effetto negoziale ma non di efficacia giuridica; secondo altri, invece, il titolare del diritto pendente potrebbe disporre di quest'ultima situazione giuridica soggettiva e non dell'aspettativa mentre, al contrario, il titolare dell'aspettativa avrebbe il potere di disporre solamente di quest'ultima e non della prima: l'atto dispositivo, in tal caso, va considerato — diversamente dalla tesi antagonista — come puro, non subordinato, cioè, a condizione di fatto ovvero di diritto né avente ad oggetto un bene futuro. La previsione è inderogabile e trova applicazione anche ove le parti abbiano espressamente escluso la retroattività della condizione Ambito di operatività della previsioneIl principio espresso dalla disposizione in commento trova applicazione sia in caso di previsione di una condizione sospensiva, che di apposizione di una condizione risolutiva. La dottrina è chiara ed uniforme sul punto: la previsione contenuta all'art. 1357 c.c. si applica sia nell'ipotesi in cui sia alienato il diritto da parte dell'alienante sotto condizione sospensiva o dell'acquirente sotto condizione risolutiva sia nell'ipotesi in cui sia alienata l'aspettativa da parte dell'acquirente sotto condizione sospensiva o dell'alienante sotto condizione risolutiva (Mirabelli, 245). Né osta all'applicazione della norma l'eventuale trascrizione dell'atto dispositivo: la trascrizione degli atti relativi a beni immobili, infatti, regola i conflitti fra i terzi acquirenti dal medesimo autore, ma non incide sull'efficacia del negozio inter partes, la quale rimane legata alla legittimazione del disponente ed ai poteri che questi aveva in virtù del proprio atto di acquisto. Da ciò consegue — si legge in Cass. I, n. 2175/1975 — che, in caso di donazione di immobile sottoposta a condizione risolutiva, che se il donatario, in pendenza della condizione, trasferisce ad altri il bene ricevuto, quest'ultimo non é terzo, nel senso indicato, rispetto ai soggetti della donazione condizionata, e subisce gli effetti del verificarsi della condizione risolutiva in favore del donante, ancorché abbia in precedenza trascritto l'atto di acquisto, in quanto il suo diritto é ab origine dipendente dalla condizione afferente all'acquisto del suo dante causa Effetti dell'atto dispositivoÈ altresì chiaro, inoltre, che il trasferimento — condizionato — della titolarità della situazione giuridica soggettiva non implica, necessariamente la trasmissione del suo godimento che, però, pure può essere convenzionalmente attribuito, rispettivamente, all'acquirente sotto condizione sospensiva o all'alienante sotto condizione risolutiva. Anche in tal caso la dottrina si colloca su posizioni conformi, chiarendo come, ferma la separazione concettuale da titolarità astratta e godimento concreto, cionondimeno, in virtù di accordo tra le parti che preveda la consegna anticipata o il rinvio della consegna, di tale godimento ben può beneficiare nella fase di pendenza rispettivamente l'acquirente sotto condizione sospensiva o l'alienante sotto condizione risolutiva (Carresi, 612).. BibliografiaBarbero, Condizione, in Nss. D.I., Torino, 1957; Besozzi, Presupposti applicativi della finzione di avveramento della condizione, in Contratti, 2003, 1096; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri, Breccia, Busnelli, Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Cataudella, I contratti. 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