La dichiarazione “irrituale”, circa la presenza di gravi irregolarità, non esclude la falsità della dichiarazione

16 Maggio 2019

La dichiarazione “irrituale” – perché non prevista fra gli atti di gara – allegata alla D.G.U.E., circa l'esistenza di gravi illeciti professionali tali da rendere dubbia la propria integrità o affidabilità, di cui alla lett. c), co. 5, art. 80, d.lgs. n. 50 del 2016, non esclude la falsità di quanto affermato nella D.G.U.E. e nella dichiarazione sostitutiva ai sensi del d.P.R. 445 del 2000 riguardo al possesso di tutti i requisiti ai fini dell'ammissibilità alla procedura: è, quindi, corretta l'esclusione della società, ex lett. f-bis), co. 5, art. 80, d.lgs. n. 50 del 2016, per aver dichiarato il falso.

Il caso. La vicenda trae origine dalla procedura negoziata bandita da un Comune piemontese per l'affidamento dei lavori di rifacimento di una fognatura.

La società ricorrente veniva esclusa per l'esistenza di un'annotazione sul casellario informatico dell'ANAC di una precedente risoluzione contrattuale disposta “per grave inadempimento e gravi inosservanze delle condizioni di sicurezza durante l'esecuzione dei lavori appaltati”.

Il Comune, dunque, precisava che tale risoluzione contrattuale dovesse considerarsi come errore grave nell'esercizio dell'attività professionale.

Sollecitata a provvedere in autotutela, l'Amministrazione confermava il provvedimento di esclusione, ritenendo irrilevante la circostanza che la risoluzione fosse stata impugnata davanti al g.o.

Avverso l'esclusione veniva proposto un primo ricorso, in cui la società evidenziava come fosse stata essa stessa a comunicare all'ANAC l'avvenuta risoluzione contrattuale e che la relativa annotazione nel casellario non potesse da sola fondare il provvedimento di esclusione.

Il Comune, a seguito della proposizione del ricorso, agiva in autotutela, annullando il provvedimento di aggiudicazione, per rivalutare la posizione della società esclusa.

Tuttavia, ad esito del procedimento, veniva confermata l'esclusione della ricorrente (con provvedimento integralmente sostitutivo del precedente) in quanto ritenute esistenti le condizioni di dubbia integrità e affidabilità dell'operatore economico (lett. c), co. 5, art. 80, d.lgs. n. 50 del 2016), anche in considerazione dell'oggetto dell'appalto, necessitante adeguata affidabilità circa il rispetto degli obblighi in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

In più, nel provvedimento di conferma, veniva rilevato come l'operatore economico escluso avesse dichiarato, nel D.G.U.E. e nella dichiarazione sostitutiva ex d.P.R. n. 445 del 2000, di non essersi reso colpevole di gravi illeciti professionali tali da rendere dubbia la propria integrità e affidabilità, affermando, evidentemente, il falso.

Con successivi motivi aggiunti, la società esclusa contestava l'asserita non veridicità delle proprie affermazioni, in quanto avrebbe prodotto nella procedura una dichiarazione sostitutiva, allegata alla D.G.U.E., ove si faceva riferimento sia alla pregressa risoluzione contrattuale sia alla relativa motivazione (“per grave inadempimento e gravi inosservanze delle condizioni di sicurezza”).

Falsa dichiarazione e dichiarazione “irrituale” non prevista dagli atti di gara. Il T.A.R. Piemonte ha, anzitutto, dichiarato improcedibile il ricorso introduttivo per sopravvenuto difetto d'interesse, poi, ha rigettato i motivi aggiunti.

Infatti, il g.a. ha ritenuto corretta la valutazione effettuata dal Comune, poiché: (i) nel D.G.U.E. e nella dichiarazione sostitutiva la ricorrente ha (falsamente) dichiarato l'inesistenza di gravi illeciti professionali tali da rendere dubbia la propria integrità o affidabilità, nonostante fosse a conoscenza della risoluzione, in quanto avvenuta due anni prima della gara oggetto del ricorso; (ii) l'aver dichiarato il falso configura causa autonoma di esclusione dalla gara ai sensi della lett. f-bis), co. 5, art. 80, d.lgs. n. 50 del 2016.

L'ulteriore dichiarazione allegata alla D.G.U.E. è stata invece ritenuta irrilevante da parte del g.a., perché irrituale – in quanto non prevista dagli atti di gara tra le dichiarazioni da allegare a pena di esclusione alla domanda di partecipazione – e non correttamente evidenziata dalla concorrente nelle dichiarazioni apposite.

Peraltro, in presenza di dichiarazioni non veritiere, circa il possesso di un requisito di partecipazione, non è esercitabile alcun soccorso istruttorio da parte della S.A. La falsa dichiarazione, infatti, costituisce autonoma causa di esclusione da una gara pubblica, non potendo applicarsi ad essa il soccorso istruttorio riferito ai casi di dichiarazioni incomplete o che presentino irregolarità immediatamente percepibili in sede di gara; la falsa dichiarazione non rientra in tale casistica, in quanto il suo effetto è quello di fuorviare la stazione appaltante nell'individuazione e valutazione dei requisiti di ammissione impedendole di percepire l'irregolarità

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