L’indicazione di un valore pari a zero per una singola voce dell’offerta è indice di inattendibilità della stessa?

Angelica Cardi
03 Giugno 2019

L'indicazione di un valore pari a zero per una singola voce dell'offerta non è di per sé indice di inattendibilità dell'offerta stessa, in carenza di un confronto complessivo con le altre voci.

Il caso. L'impresa ricorrente, seconda classificata, domandava l'annullamento dell'aggiudicazione definitiva della gara per l'affidamento della «fornitura in opera di apparati DWDM per il rinnovo tecnologico della Rete Ottica di Accesso del Gruppo Terna». Nello specifico, la ricorrente contestava i punteggi attribuitigli dalla Commissione a seguito della valutazione dei requisiti migliorativi di offerta e adduceva l'illegittimità dell'offerta presentata dall'aggiudicataria per “incompletezza insanabile”.

L'impresa aggiudicataria, infatti, avrebbe indicato in una voce dell'offerta («Espansione nodo di tipo Amplificazione») il valore economico pari a euro zero.

La soluzione. Il Collegio ha chiarito che l'indicazione di un valore pari a zero per una singola voce dell'offerta, a fronte di un apprezzamento globale di essa da parte della commissione giudicatrice, non può essere considerato di per sé solo quale indice di inattendibilità dell'offerta medesima, in mancanza di un confronto complessivo con le altre voci.

Tale principio si pone in conformità con l'orientamento giurisprudenziale dominante, richiamato nella pronuncia in esame, che prevede che se pure generalmente un'offerta economica pari a zero equivale a mancata offerta economica, nel caso di un'offerta economica composta da più voci che, nel suo complesso, non sia pari a zero è necessario valutare l'offerta nella sua globalità per comprendere se ci trovi di fronte a un'offerta affidabile e seria.

Ciò premesso, il Collegio ha rigettato il ricorso rilevando che la ricorrente abbia dedotto la scarsa serietà dell'offerta unicamente dalla singola voce oggetto di doglianza senza verificarne la congruità nel suo complesso.

Infine, in merito alla doglianza relativa all'errata attribuzione dei punteggi all'offerta dell'impresa aggiudicataria, il Giudice conferma l'orientamento giurisprudenziale secondo cui la valutazione delle offerte e l'attribuzione dei punteggi da parte della commissione giudicatrice costituisce espressione dell'ampia discrezionalità riconosciuta a tale organo, con la conseguenza che le censure sul merito di tale valutazione sono sottratte al sindacato di legittimità, ad eccezione dell'ipotesi in cui si ravvisi manifesta irragionevolezza, arbitrarietà, illogicità, irrazionalità o travisamento dei fatti. Profili che, nel caso di specie, non sono risultati ravvisabili.

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