Joint ventureFonte: Cod. Civ. Articolo 2501
30 Maggio 2016
Inquadramento
La joint venture è una forma di cooperazione tra due o più società commerciali o imprenditor, definiti co-venturers, i il cui scopo è quello di realizzare uno specifico affare o di perseguire un interesse economico, finanziario o tecnologico. Tale accordo può attuarsi secondo due modelli:
Joint venture societaria
La joint venture societaria, o joint venture corporation, è una società costituita da due o più società madri, o “co-ventures”, che ha come oggetto la cooperazione nel perseguimento di un determinato progetto. Non esistendo apposite disposizioni normative, alla joint venture societaria si applicano le norme previste per il tipo di società scelto dai partecipanti, anche a livello fiscale.
Costituzione La costituzione di una tale società avviene tramite un accordo quadro che:
L'atto costitutivo deve quindi contenere gli elementi normalmente richiesti per la validità della società creata. In particolare, i partecipanti possono prevedere:
Negli accordi relativi a joint venture non paritetiche (nelle quali la quota di partecipazione delle società madri non è uguale per tutte), inoltre, sono previsti meccanismi di tutela per i soci di minoranza, tali da garantire un'idonea partecipazione all'amministrazione, relative ad esempio alla nomina degli amministratori (cumulative voting), alla cessazione (simul stabunt simul cadent) o all'attribuzione del voto decisivo al presidente del C.d.A. o ai presidenti delle società madri;
Cause di scioglimento Le cause di scioglimento della società sono quelle previste dalla legge per i diversi tipi di società, ma i soci possono inserire ulteriori cause, quale ad esempio lo scioglimento automatico al verificarsi dell'uscita dalla società di un socio ritenuto determinante. Joint venture contrattuale
Con la joint venture contrattuale, o contractual joint venture, due o più società (o società e imprese individuali) concludono un contratto con il quale si impegnano a collaborare allo scopo di offrire al committente la prestazione richiesta, generata dall'unione dei singoli apporti dei partecipanti. L'accordo stipulato dura fino al raggiungimento dello scopo, e viene pertanto utilizzato quando le parti vogliono optare per un legame di collaborazione non molto impegnativo, poiché l'attività o l'opera da eseguire è a carattere occasionale; si precisa inoltre che essa non ha personalità giuridica. In assenza di disposizioni di legge la joint venture contrattuale è regolata dalle norme sul contratto concluso. Anche in questo caso, se l'accordo viene stipulato tra soggetti appartenenti a Stati diversi, si ha una joint venture internazionale, alla quale (secondo il Reg. CE 593/2008) le parti possono scegliere una legge applicabile a tutto il contratto o a una sua sola parte. Sempre secondo il citato regolamento, in mancanza si applica la legge dello Stato col quale il contratto presenta il collegamento più stretto. La joint venture contrattuale prevede la costituzione di un comitato di gestione che organizza i rapporti tra i soggetti partecipanti (o una società che non partecipa all'attività oggetto del contratto). Si precisa, inoltre, che all'impresa che svolge l'attività più importante del progetto viene (di norma) affidato un mandato per operare verso l'esterno per conto di tutti i partecipanti all'accordo di joint venture.
In materia di responsabilità contrattuale è bene precisare che i partecipanti possono assumere la responsabilità solidale nei confronti dei terzi quando ciò è necessario per svolgere l'attività oggetto del contratto, mentre essa è talvolta richiesta dal committente a scopo di garanzia. Nei rapporti interni, invece, di norma il contratto prevede che ciascun partecipante risponda solo per le obbligazioni relative all'attività oggetto della propria partecipazione alla joint venture. A livello fiscale, nel silenzio della Legge, si ritiene che siano applicabili le disposizioni inerenti l'associazione temporanea d'impresa. In particolare, se le imprese riunite costituiscono un'organizzazione comune per l'esecuzione unitaria di una determinata attività o di un affare, la joint venture viene considerata un soggetto passivo d'imposta distinto dai partecipanti. Se invece il contratto prevede una forma di collaborazione tale da non generare un autonomo soggetto si ha imposizione solo in capo alle società partecipanti. Aspetti contabili
Le rilevazioni contabili devono essere effettuate:
In tale ottica, una joint venture deve avere una contabilità autonoma, che si potrebbe concretizzare tramite l'operato di un reparto amministrativo interno o di uno dei co-venturers.
Conferimenti nelle joint ventures L'attività della joint venture è sostenuta dai conferimenti effettuati dai co-venturers, che possono essere distinti in:
- contributi ordinari; - contributi straordinari; - contributi specifici.
A livello di imposte indirette bisogna rilevare che i contributi straordinari versati al momento della costituzione della joint venture esulano dal campo di applicazione dell'IVA, ma sono soggetti ad imposta di registro in misura fissa (€ 200), mentre i contributi ordinari e specifici rientrano nel campo di applicazione dell'IVA.
Esempio di versamento di contributo straordinario all'atto della costituzione della joint-venture
Il principio contabile internazionale IFRS 11 identifica due casi di controllo congiunto, quali:
La classificazione di un accordo tra le due categorie dipende dai diritti e dalle obbligazioni delle parti nell'ambito dell'accordo.
Nel valutare se un accordo rientra nell'una o nell'altra categoria è necessario valutare il tipo di diritti e obbligazioni generati dallo stesso. L'accordo a controllo congiunto non strutturato attraverso un veicolo separato è generalmente un'attività a controllo congiunto in quanto l'accordo contrattuale in questi casi definisce i diritti delle parti sulle attività e le obbligazioni per le passività relative all'accordo, i diritti ai corrispondenti ricavi e le obbligazioni relative ai costi. Una joint venture, invece, dà generalmente diritto ai partecipanti ad una quota del suo patrimonio netto e del risultato che scaturisce dall'attività sottostante all'accordo (un investitore in una joint venture non ha quindi diritto di ad attività individuate né obblighi per le passività assunte dalla joint venture stessa.. Bilancio consolidato e joint venture
Il D.Lgs. n. 127/1991 prevede, all'art. 37, comma 1, il consolidamento proporzionale alla partecipazione.
Il Legislatore ha infatti stabilito che “possono essere incluse nel bilancio consolidato anche le imprese sulle quali un'impresa inclusa nel consolidamento abbia il controllo congiuntamente con altri soci ed in base ad accordi con essi, purché la partecipazione posseduta non sia inferiore alle percentuali indicate nell'art. 2359, terzo comma, del codice civile” (20%, o 10% nel caso la joint-venture sia quotata).
Il successivo comma 2 stabilisce inoltre che “In tal caso l'inclusione nel consolidamento avviene secondo il criterio della proporzione con la partecipazione posseduta”.
Nella nota integrativa devono essere indicate la consistenza dei valori recepiti secondo il metodo proporzionale nonché gli impegni e le passività potenziali relativi alla joint venture sia come quota di competenza. Aspetti fiscali della joint venture internazionale
Spesso il contratto di joint venture viene stipulato tra imprese residenti in Stati diversi; per determinare il regime fiscale applicabile all'impresa italiana (comunque relativo ad IRPEF o IRES a seconda della natura giuridica) partecipante ad una joint venture internazionale bisogna quindi distinguere tra corporate joint venture e contractual joint venture.
Viene quindi a crearsi un problema di doppia imposizione (poiché gli stessi utili sono tassati anche nello Stato estero), risolvibile tramite il riconoscimento del credito d'imposta per le imposte pagate all'estero (salvo quanto disposto da eventuali convenzioni internazionali contro la doppia imposizione);
Se invece non ricorrono i presupposti per la configurazione di una stabile organizzazione non è chiaro quale sia il regime da applicare; a tal proposito l'amministrazione finanziaria si è pronunciata su un caso specifico (Ris. Min. 6 settembre 1980, n. 9/2357). Riferimenti
Normativi
Giurisprudenza
Prassi
|