La pendenza di un giudizio di opposizione al pignoramento non esclude la definitività dell’accertamento delle gravi violazioni

21 Giugno 2019

È legittima l'esclusione disposta ai sensi dell'art. 80, co. 4, d.lgs. n. 50/2016, in quanto l'eventuale pendenza di un giudizio di opposizione agli atti esecutivi, riguardando il solo pignoramento e non anche le cartelle esattoriali, non esclude la definitività dell'accertamento delle gravi violazioni commesse.

Il caso. La ricorrente impugnava la propria esclusione da una gara d'appalto, disposta ai sensi dell'art. 80, co. 4, d.lgs. n. 50/2016, in ragione della sussistenza di inadempimenti nel pagamento di imposte e tasse, ritenuti dalla stazione appaltante gravi e definitivamente accertati, nonostante la suddetta società avesse rappresentato, a seguito di richiesta di chiarimenti, che tali inadempimenti fossero ancora sub iudice – essendo intervenuta la sospensione dell'opposizione agli atti esecutivi – e comunque non gravi.

La soluzione offerta dal TAR. Il Collegio ha evidenziato che nella specie non vi fosse alcun dubbio sulla gravità dell'inadempimento contestato, essendo relativo ad un importo ictu oculi superiore ai limiti di cui all'art. 48-bis, co. 1 e 2-bis, d.P.R. n. 602/1973.

In secondo luogo, sulla questione del definitivo accertamento delle somme dovute, il TAR ha chiarito che non può essere sufficiente l'allegazione “della pendenza di un qualsivoglia contenzioso tra operatore e l'Amministrazione finanziaria titolare della pretesa tributaria o fiscale per giustificare l'esclusione del requisito della definitività delle pretese stesse, dovendosi riscontrare se, nel caso concreto, sussistano o meno atti non più soggetti ad impugnazione che costituiscano il titolo della pretesa non evasa”.

Nel caso di specie, invece, avendo l'opposizione agli atti esecutivi ad oggetto esclusivamente il pignoramento e non essendo contestate le cartelle esattoriali, il Collegio ha affermato la palese sussistenza di violazioni definitivamente accertate degli obblighi di pagamento di imposte e tasse, trattandosi di provvedimenti “non oppugnati, ancorché sia pendente una contestazione giudiziaria di atti della riscossione coattiva ad esse successivi”.

In conclusione, il Collegio, alla luce di quanto sopra esposto, oltre ad accertare la totale infondatezza del ricorso, ha altresì dichiarato inammissibili le questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale ed eurounitaria relative all'art. 80, co. 4 del Codice sollevate dalla ricorrente con riferimento alla mancata previsione nell'ultimo periodo dell'art. 80, comma 4 d.lgs. 50/2016, tra le deroghe ai principi di esclusione automatica per irregolarità fiscale, dell'esistenza di un provvedimento giurisdizionale di sospensione anche temporanea dei titoli o dell'esecuzione oggetto degli stessi.

Il TAR ha dichiarato la manifesta infondatezza delle questioni, ritenendo che non sussistesse un provvedimento giurisdizionale di sospensione delle cartelle esattoriali, ma una mera sospensione della fase di riscossione coattiva ad esse successiva.

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