Pendenza di indagini penali può costituire presupposto per revocare la procedura di gara non ancora giunta alla fase di aggiudicazione definitiva

Claudio Fanasca
08 Agosto 2019

L'amministrazione può revocare la procedura di gara, non ancora giunta alla fase di aggiudicazione definitiva, allorché notizie di stampa in ordine alla pendenza di indagini penali la inducano a riesaminare i presupposti della gara stessa, per garantire migliori profili organizzativi del servizio. In tal senso, del resto, l'apprezzamento delle condizioni e delle ragioni di non portare a compimento una procedura di gara pervenuta ad una fase ancora precaria integrano valutazioni di merito amministrativo che, laddove formanti oggetto di una adeguata esposizione in motivazione, non possono essere sindacate sul piano dell'assetto degli interessi.

Il caso. Una impresa partecipante ad una procedura di affidamento di lavori pubblici, risultata la migliore all'esito della valutazione tecnica ed economica delle offerte, ha impugnato il provvedimento di revoca della gara adottato dalla stazione appaltante prima di pervenire all'aggiudicazione della stessa e alla relativa stipula del contratto.

La questione. L'impresa ricorrente contesta, in particolare, la illegittimità della revoca della gara siccome motivata dalla stazione appaltante unicamente con riferimento alla rilevata sussistenza di una indagine penale, peraltro appresa solo dagli organi di stampa, riguardante tra gli altri anche atti della procedura concorrenziale.

La soluzione del TAR. Il TAR ha ricordato preliminarmente che non sussistono particolari impedimenti a che l'amministrazione non porti a compimento la gara, ammettendosene pacificamente la revoca anche nella fase precedente l'aggiudicazione, non rendendosi necessario nemmeno un raffronto tra l'interesse pubblico e quello privato sacrificato, non essendo prospettabile alcun affidamento del destinatario, dal momento che l'aggiudicazione provvisoria non è l'atto conclusivo del procedimento; in altri termini, fino a quando non sia intervenuta l'aggiudicazione rientra nel potere discrezionale dell'amministrazione disporre la revoca del bando di gara e degli atti successivi, laddove sussistano concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna, o anche solo da sconsigliare, la prosecuzione della gara (cfr. Cons. St., Sez. VI, 6 maggio 2013, n. 2418; Id., Sez. IV, 12 gennaio 2016, n. 67). Sulla scorta di tale quadro giurisprudenziale, non può condividersi l'assunto di parte ricorrente in ordine alla inadeguatezza a giustificare l'arresto del procedimento della motivazione posta alla base della revoca riferita alla sussistenza di indagini circa possibili illeciti penali. Ed infatti, sebbene in linea di principio le notizie di stampa o la mera sussistenza di indagini non possono considerarsi di per sé presupposti per un automatismo nella revoca della procedura di gara, è innegabile che i consueti e doverosi canoni di buona amministrazione e di diligenza, che sono espressione dei principi più generali di efficacia, imparzialità ed efficienza della p.a., impongono a quest'ultima di operare adeguati apprezzamenti e verifiche quando il caso concreto lo richieda. Se è vero, quindi, che non è possibile riconnettere effetti automaticamente sospensivi di un procedimento amministrativo alla mera notizia di una indagine penale e delle correlative notizie di stampa, è parimenti vero che tali circostanze non possono neppure rimanere confinate entro una assertiva irrilevanza. Nel caso di specie, la motivazione della revoca impugnata risulta esente dai vizi contestati poiché riferita alla emersione di un contesto di ipotesi di reato che riguardava l'organizzazione stessa dei servizi in funzione dei quali era indirizzata la gara e che è pervenuta ad un serio e reiterato clamore di stampa e, in ogni caso, non è limitata al solo rilievo delle notizie relative all'indagine in corso, ma ne porta a compimento le premesse riservandosi di esaminare migliori profili organizzativi del servizio. Di qui la conclusione secondo cui l'apprezzamento delle condizioni e delle ragioni di non portare a compimento una procedura di gara pervenuta ad una fase ancora precaria, come l'aggiudicazione provvisoria, integrano valutazioni di merito amministrativo che, laddove formanti oggetto di una adeguata esposizione in motivazione, non possono essere sindacate sul piano dell'assetto degli interessi.

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