Legittimità della procedura Sintel non svolta interamente in via telematica

Davide Cicu
12 Agosto 2019

Sono legittimi i provvedimenti di aggiudicazione di una gara d'appalto – con ben 65 lotti – indetta con modalità telematica, ma svolta solo parzialmente in tale forma. L'azione materiale della Commissione, concretizzatasi al di fuori del portale telematico, non ha infatti palesato alcun vizio di illegittimità degli atti amministrativi e non sono stati violati i principi generali di efficienza, efficacia e di economicità dell'incedere pubblicistico.

L'intoppo telematico ed il procedimento di gara parzialmente non informatizzato.

Nel corso di una procedura per l'affidamento di una fornitura indetta con modalità telematica, attraverso il portale della Regione Lombardia denominato «Sintel», la Commissione ha riscontrato l'oggettiva impossibilità per il sistema di imputare correttamente i punteggi tecnici ottenuti dai partecipanti: la piattaforma, infatti, era stata impostata con un modello errato in cui il punteggio tecnico massimo previsto era di 60 punti, in luogo dei 70 punti indicati dalla lex specialis. Per risolvere tale stallo, la soluzione adottata della Commissione è stata quella di verbalizzare i punteggi tecnici su un foglio non informatico, al fine di procedere, successivamente, all'apertura delle offerte economiche e all'adozione delle conseguenti determinazioni.

Tale modus operandi è stato censurato da uno dei concorrenti, il quale, ricorrendo innanzi al Giudice amministrativo, ha domandato la riedizione della gara, anche perché l'apertura delle offerte economiche sarebbe avvenuta prima della lettura, in seduta pubblica, del punteggio assegnato alle offerte tecniche.

Il buon andamento dell'azione pubblicistica e l'applicazione della lex specialis.

Secondo il Collegio, l'Amministrazione ha agito nel modo più adeguato e conveniente per il fine pubblico da perseguire – cioè concludere un procedimento particolarmente complesso, finalizzato all'acquisto di dispositivi medici –, non essendo stata rinvenuta alcuna illegittimità sostanziale connessa al parziale mancato ricorso allo strumento telematico.

Se la Commissione avesse disposto la riedizione della gara per risolvere il mero intoppo tecnico, afferma la Sezione, essa si sarebbe posta in palese contrasto con le esigenze di buon andamento dell'attività della pubblica amministrazione, di cui all'art. 97 Cost., che non va riferito solo all'organizzazione dei pubblici uffici, bensì pure all'azione amministrativa nel suo complesso. Secondo il Collegio, il superamento della forma telematica ha consentito alla Stazione Appaltante di osservare i principi di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa, cristallizzati nella materia dei contratti pubblici per effetto degli artt. 4 e 30 del Dlgs n. 50 del 2016, e nella normativa generale ai sensi dell'art. 1 della Legge n. 241/1990.

È noto che le regole stabilite dalla lex specialis vincolano rigidamente l'Amministrazione ed i suoi organi, che sono tenuti ad applicarle, di regola, senza alcun margine di discrezionalità.Tuttavia,se è vero che la gara, nel caso in oggetto, era stata indetta telematicamente, è altrettanto vero che «né la legge di gara né la normativa applicabile in materia imponevano l'utilizzo esclusivo dei mezzi telematici a pena di illegittimità dell'intero procedimento, dovendosi invece procedere caso per caso alla valutazione degli eventuali vizi derivanti dal mancato ricorso allo strumento telematico».

Il valore dei verbali di gara ed il comportamento stragiudiziale del ricorrente.

Il Collegio Giudicante, dunque, ha accertato che «non appaiono minimamente provate le asserzioni contenute in ricorso e relative alle presunte violazioni procedimentali imputate alla stazione appaltante, non risultando ad esempio l'apertura delle offerte economiche in assenza della lettura dei punteggi tecnici».

Tale conclusione, afferma la Sezione, è stata peraltro corroborata da altri due accertamenti correlati. Anzitutto, il ricorrente ha omesso di censurare innanzi al Giudice ordinario la veridicità del verbale di gara che la Commissione aveva redatto su foglio cartaceo. E invero, come chiarito dal TAR, ai sensi degli artt. 2699 e 2700 c.c., «trattandosi di verbale di gara, lo stesso ha natura di atto pubblico e fa quindi piena prova, fino a querela di falso, delle dichiarazioni rese e di quanto il pubblico ufficiale attesta essere avvenuto o dichiarato in sua presenza». Oltretutto, sempre secondo il Collegio, nel corso della seduta pubblica, né i delegati dell'operatore ricorrente, né quelli delle altre imprese, hanno sollevato alcuna obiezione né mosso alcuna contestazione all'operato della Commissione.

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