Gravi illeciti professionali: le notizie di stampa non bastano a provare l’inaffidabilità del concorrente

27 Settembre 2019

. I fatti riconducibili al grave errore commesso nell'esercizio dell'attività professionale devono trovare traccia, al fine di generare il corrispondente onere dichiarativo in capo all'impresa, in atti o documenti dotati di un minimo di attendibilità e valenza dimostrativa, onde fornire alla stazione appaltante la base probatoria, al fine di formulare le eventuali conseguenti contestazioni di inaffidabilità professionale. Tale livello di significatività probatoria non può ritenersi raggiunto dalle sole notizie di stampa, in ragione della intrinseca inaffidabilità di tale fonte informativa, per sé considerata.

La vicenda. Un concorrente impugnava disposta dalla stazione appaltante in favore di terzi, lamentando la violazione dell'art. 38, lett. f) del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (applicabile ratione temporis), relativo all'esistenza di un grave errore commesso nell'esercizio dell'attività professionale, accertato con qualsiasi mezzo di prova dalla stazione appaltante. In particolare, l'aggiudicatario non aveva dichiarato, né all'atto della partecipazione alla gara, né all'atto di conferma dell'offerta, di aver ricevuto nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria la contestazione di gravissime irregolarità nell'esecuzione di precedenti appalti. Il ricorrente poneva a fondamento della censura quanto riportato da organi di stampa in merito all'esistenza di un sistema di gestione delle procedure di appalto che avrebbe garantito alla società aggiudicataria l'affidamento dei servizi oggetto della gara per circa un decennio.

La soluzione giuridica. Il TAR premette che la stazione appaltante esclude l'operatore economico dalla gara, ai sensi dell'art. 38, lett. f), dell'abrogato Codice appalti, ove si dimostri con mezzi adeguati che l'operatore economico si sia reso colpevole di gravi illeciti professionali, tali da rendere dubbia la sua integrità o affidabilità. Ne consegue che i fatti suscettibili di apprezzamento, alla luce della predetta norma, devono trovare traccia, al fine di generare il corrispondente onere dichiarativo in capo all'impresa interessata, in atti o documenti dotati di un minimo di attendibilità e valenza dimostrativa, onde fornire alla stazione appaltante la base probatoria (i “mezzi adeguati” di cui alla disposizione citata) al fine di formulare le eventuali conseguenti contestazioni di inaffidabilità professionale.

La sentenza, pertanto respinge il ricorso, concludendo che il livello di significatività probatoria richiesto dall'art. 38, lett. f) d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (analogo al vigente art. 80, comma 5, lett. c), c.c.p.) non può ritenersi raggiunto dalle notizie di stampa, in ragione della intrinseca inaffidabilità di tale fonte informativa, per sé considerata, e della mancanza di qualsiasi ulteriore elemento idoneo a comprovarne l'attendibilità.

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