Sui limiti del sindacato giurisdizionale sulla verifica di congruità dell'offerta

21 Febbraio 2020

È fatto divieto all'impresa sottoposta a scrutinio di anomalia di introdurre argomenti che non siano stati preventivamente portati all'esame della stazione appaltante, non potendo il giudice amministrativo esercitare poteri amministrativi.

Il caso. A seguito di una procedura di gara aperta per l'aggiudicazione, con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, dell'appalto triennale del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, di pulizia delle strade comunali e gestione del centro di raccolta differenziata, la seconda classificata ricorreva dinanzi al giudice amministrativo ritenendo illegittima per plurimi profili l'aggiudicazione dell'appalto a favore della concorrente. In particolare, per quel che qui rileva concentrava le proprie doglianze sulla sostenibilità dell'offerta dell'aggiudicataria e sui giustificativi dalla stessa forniti in sede di verifica dell'anomalia.

La tesi sostenuta dalla ricorrente. L'appellante lamentava che ai sensi della normativa vigente la controinteressata avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara per aver svolto una inammissibile modifica dell'offerta attraverso lo stravolgimento dei giustificativi dalla stessa forniti nel subprocedimento di verifica dell'anomalia e della congruità. In particolare, la ricorrente sosteneva che all'aggiudicataria era stato consentito di presentare tre successive relazioni di giustificativi, con rilevanti modifiche dell'entità di diverse voci di costo che non erano state preventivamente motivate.

La soluzione del Tar Lombardia. Il giudice amministrativo ha accolto il ricorso annullando l'aggiudicazione dell'appalto a favore della controinteressata. In primo luogo, il Tar ha precisato che nel caso di specie era stato effettuato un ingiustificato aggiustamento delle diverse voci di costo. Il Collegio, richiamando diversi precedenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato e del Tar, ha confermato l'orientamento che prevede la possibilità di modifica delle giustificazioni delle singole voci di costo, esclusivamente “rispetto alle giustificazioni già fornite, come pure l'aggiustamento delle singole voci di costo, per sopravvenienze di fatto o normative ovvero al fine di porre rimedio a originari e comprovati errori di calcolo, sempre che resti ferma l'entità dell'offerta economica in ossequio alla regola della immodificabilità dell'offerta” (così, ex plurimis, Cons. St., Sez. V, sentenza n. 4400/2019; nello stesso senso, tra le tante, T.A.R. Toscana, Sez. III, sentenza n. 1485/2018). Sulla base di tali assunti, nella fattispecie, il Collegio ha rilevato che erano state effettuate ingenti diminuzioni delle voci di costo non motivate. Invero, l'unica voce di costo su cui, peraltro solo in sede processuale, la controinteressata aveva dato minime e non esaustive spiegazioni, riguardava l'ammortamento dei mezzi impiegati nello svolgimento del servizio. In altri termini, il Giudice ha rilevato che tale ammortamento fosse mancante dell'indicazione delle sopravvenienze giuridico-fattuali che avevano determinato la correzione della stima originaria. Ciò che rileva, è che gli ulteriori elementi utilizzati dalla controinteressata, non essendo mai stati portati all'esame della stazione appaltante non potevano costituire oggetto di esame da parte del giudice amministrativo. Il Collegio ha ritenuto fondato il ricorso, accogliendolo e soffermandosi sul principio secondo cui in sede processuale l'impresa sottoposta a scrutinio di anomalia non può introdurre argomenti che non siano stati preventivamente portati all'esame della stazione appaltante, perché il giudice amministrativo non può esercitare poteri amministrativi, così come espressamente statuisce l'articolo 34, comma 2, Cod. proc. amm.. al riguardo viene citata la sentenza, Cons. St., Sez. V, n. 171/2019.

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