Obbligo giuridico delle stazioni appaltanti di diversificare la domanda o onere degli operatori economici di diversificare l’offerta?

Giusj Simone
14 Marzo 2020

Il principio del favor partecipationis in materia di appalti pubblici non implica l'obbligo giuridico in capo alle stazioni appaltanti di ridurre, sotto il profilo qualitativo o quantitativo, l'oggetto della gara, al fine di consentire ai diversi operatori economici, in possesso di diverse dotazioni strumentali (ovviamente non note alle stazioni appaltanti), di partecipare alle procedure di gara. È onere, invece, degli operatori economici ottimizzare e diversificare l'offerta di prestazioni attraverso lungimiranti politiche di investimento nel patrimonio aziendale, al fine di venire incontro alle legittime esigenze delle stazioni appaltanti.

Il caso. Il TAR capitolino è chiamato a pronunciarsi sulla legittimità del bando (e relativa documentazione) di gara – suddivisa in lotti – avente ad oggetto la fornitura in service di sistemi macchina reagenti occorrenti alle ASL della Regione Lazio, e in specie, alle ASL del Lotto 1, per contenere lo stesso delle clausole automaticamente escludenti: la previsione - contenuta nel capitolato di gara - di analiti obbligatori da utilizzare su una specifica tipologia di campioni biologici non avrebbe consentito alla ricorrente di partecipare alla gara, favorendo invece illegittimamente un unico operatore e violando conseguentemente la par condicio degli operatori economici del settore. Né la ricorrente avrebbe potuto integrare il possesso dei requisiti mancanti mediante il ricorso a forme di partenariato con altri operatori economici, non disponendo la stessa di una catena di automazione compatibile con i relativi dispositivi.

La sentenza. L'adito TAR, premessa la discrezionalità di cui gode l'Amministrazione aggiudicatrice di individuare e definire l'oggetto di gara (in specie, la tipologia degli analiti oggetto di fornitura), rileva l'irrilevanza giuridica ai fini dell'annullamento degli atti di gara dell'inadeguatezza organizzativa di parte ricorrente. Se è vero, infatti, che l'art. 68, comma 4, del d.lgs. n. 50/2016 prevede che le specifiche tecniche debbano consentire pari accesso degli operatori economici alla procedura di gara e non comportare ostacoli ingiustificati alla concorrenza, è anche vero che nel caso di specie parte ricorrente non ha dimostrato che le specifiche tecniche richieste dalla impugnata legge di gara siano in concreto ingiustificate e lesive della par condicio dei concorrenti. Oltrettutto, anche l'unico operatore - che a dire di parte ricorrente sarebbe stato favorito - ha a ben vedere presentato l'offerta per il Lotto in questione in raggruppamento con altro operatore economico del settore, dimostrando in tal modo di essere carente dei controversi requisiti.

Il ricorso è stato pertanto ritenuto infondato e, per l'effetto, respinto.

Il principio. Le Amministrazioni, pur dovendo favorire la massima partecipazione alle procedure di gara in materia di appalti pubblici, non sono ovviamente in condizione di conoscere le dotazioni strumentali dei diversi operatori economici presenti sul mercato, con la conseguenza che sono questi ultimi, attraverso lungimiranti politiche di investimento nel patrimonio aziendale, a dover ottimizzare e diversificare l'offerta di prestazioni, al fine di venire incontro alle legittime esigenze delle stazioni appaltanti. Di contro, non appare ravvisabile in capo alle Amministrazioni un obbligo giuridico di ridurre, sotto il profilo qualitativo o quantitativo, l'oggetto della gara, al fine di consentire agli operatori economici, in relazione alle relative dotazioni strumentali, di partecipare alle procedure di gara.

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