Sui limiti della verifica di anomalia

16 Marzo 2020

L'offerta è congrua, sotto il profilo tecnico, quandanche il concorrente abbia disposto modifiche e/o variazioni rispetto al progetto posto a base di gara - quando ciò sia consentito dalla legge di gara -, e, sotto il profilo economico, quando ne sia accertata la sostenibilità, tenendo conto che è precluso alla stazione appaltante sindacare le scelte imprenditoriali sulla ripartizione di oneri e utili nei rapporti interni.

Il caso. L'ATI seconda classificata nella procedura di gara, indetta per la progettazione ed esecuzione di opere accessorie alla fornitura e posa in opera di un angiografo digitale monoplanare per radiologia diagnostica ed interventistica vascolare, impugnava l'aggiudicazione disposta in favore del raggruppamento controinteressato, censurando che (i) l'offerta vincitrice avrebbe dovuto essere esclusa a causa dell'inadeguatezza del progetto presentato e, in particolare, (ii) l'offerta economica economica sarebbe risultata incongrua, essendo stata esibita per la voce “lavori” un utile pari a zero. L'ATI aggiudicataria ricorreva in via incidentale contro gli atti impugnati con il ricorso principale, nella parte in cui non avevano escluso dalla procedura di gara la ricorrente principale, asserendo che (i) la relativa offerta sarebbe stata carente di alcune specifiche tecniche richieste dalla lex specialis, (ii) l'ATI ricorrente avrebbe presentato un progetto in variante rispetto allo studio preliminare predisposto dalla stazione appaltante non rispondente agli standards prescritti.

La soluzione offerta dal TAR: Il Collegio preliminarmente risolve la questione relativa all'ordine di esame del ricorso principale e incidentale, rilevando che “assodato che la trattazione del ricorso principale è ineludibile quale che sia la situazione determinatasi nell'ambito della procedura di affidamento, non vi sono ragioni che impongano la trattazione prioritaria del ricorso incidentale, ancorché diretto a far valere una causa di esclusione a carico del ricorrente principale. Il rigetto dell'impugnazione principale comporta infatti l'assenza di interesse, anche solo strumentale, dell'impresa aggiudicataria intimata in giudizio alla decisione del proprio ricorso incidentale, il cui esame – in ossequio ai principi di speditezza che connotano il rito delle controversie in materia di contratti pubblici – sarà pertanto condotto nella sola ipotesi di accoglimento del ricorso principale”. Il TAR, dunque, esamina congiuntamente le censure sollevate con il ricorso principale e rileva che, dato il peculiare oggetto dell'appalto, non può essere condivisa la tesi della ricorrente che “pretenderebbe dai documenti progettuali richiesti ai concorrenti il medesimo livello di dettaglio stabilito per il progetto definitivo… insieme al rigoroso rispetto del progetto posto a base di gara dalla stazione appaltante”. Inoltre, dato che “il riferimento per l'attribuzione del punteggio tecnico riservato dal disciplinare a “progettazione e lavori” è rappresentato da uno studio preliminare di fattibilità con allegata planimetria rispetto al quale, in assenza di previsioni espresse di segno contrario, deve ritenersi che fosse in facoltà dei concorrenti proporre modifiche e variazioni”, secondo il Collegio la Commissione di gara ha correttamente esaminato e valutato le proposte progettuali presentate dalle imprese partecipanti “senza assegnare valenza automaticamente escludente agli scostamenti dal progetto posto a base di gara”. Sul punto, la Sezione precisa altresì che “il disciplinare richiedeva ai concorrenti di presentare una relazione “contenente soluzioni progettuali sull'impianto meccanico”, espressione che consente con certezza di affermare che non dovesse trattarsi del progetto definitivo degli impianti in questione, ma di indicazioni suscettibili di successivo sviluppo. Anche per questo aspetto, le lacune riscontrate dalla commissione ed enfatizzate dalle ricorrenti non avrebbero potuto condurre all'esclusione dell'offerta, ma, come in effetti è stato, al conseguimento di un punteggio inferiore, fermo restando che i motivi di gravame … non individuano profili specifici di inadeguatezza del progetto tali da renderlo addirittura non rispondente al livello di approfondimento minimo richiesto dalla legge di gara”. Relativamente all'asserito vizio di anomalia dell'offerta economica dell'ATI vincitrice, il TAR evidenzia che l'offerta economica nel suo insieme dà conto di un utile di circa il 2,8% sull'importo cumulativamente previsto per fornitura e per lavori, oltre all'1,4% circa per costi variabili, e che la ricorrente principale non ha comunque offerto dati oggettivi dai quali desumere che l'ammontare delle voci di spesa asseritamente omesse dall'aggiudicataria avrebbe condotto alla formulazione di un'offerta in perdita. Peraltro, la Sezione chiarisce che non “compete alla stazione appaltante sindacare le scelte imprenditoriali delle aggiudicatarie quanto alla ripartizione di oneri e utili nei rapporti interni, una volta verificata la sostenibilità economica dell'offerta nel suo complesso (cfr. Cons. Stato, sez. V, 3 aprile 2018, n. 2053; TAR Toscana, sez. III, 5 luglio 2018, n. 970)”.

In conclusione, il Collegio accerta l'infondatezza del ricorso principale e dichiara conseguentemente l'improcedibilità per difetto di interesse del ricorso incidentale.

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