Non è oggettivamente falsa la dichiarazione di possesso dell’autorizzazione ex art. 59 d.P.R. n. 380/2001, conseguita, ma successivamente sospesa

19 Marzo 2020

La dichiarazione resa dal concorrente ad una pubblica gara, nell'ambito del DGUE, in ordine al possesso dell'autorizzazione ex art. 59 del d.P.R. n. 380 del 2001, relativa a “prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti” – effettivamente conseguita –, non può essere ritenuta oggettivamente “falsa”, per effetto della mancata dichiarazione della sospensione dell'autorizzazione medesima, in quanto ciò, eventualmente, può configurare l'ipotesi “omessa dichiarazione”, che non consente, di per sé, l'esclusione dalla gara.

Il caso. Un RTI, classificatosi al secondo posto in una pubblica gara, ha impugnato tramite la società mandataria, l'aggiudicazione effettuata in capo ad altra ATI, prospettando, fra l'altro, “la violazione e falsa applicazione degli artt. 80 comma 5 lettera f-bis e 84 d.lgs. n. 50/16 nonché violazione e falsa applicazione delle Linee Guida Anac n. 6, delle disposizioni della lex specialis relative alla veridicità delle dichiarazioni ed eccesso di potere per difetto d'istruttoria e disparità di trattamento”, sulla considerazione che la mandante della controinteressata avrebbe dichiarato di essere in possesso dell'autorizzazione di cui all'art. 59, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 relativa a “prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti”, omettendo di dichiarare che aveva subito una risoluzione contrattuale in una commessa, in seguito alla quale le veniva comminata la sospensione dell'autorizzazione.

Dall'istruttoria davanti al T.A.R. è emerso che, in base al disciplinare di gara, in caso di raggruppamento temporaneo d'imprese, ciascun operatore avrebbe dovuto presentare, oltre al proprio DGUE, una dichiarazione integrativa che, nella specie, non era stata compilata dalla mandante della controinteressata in ogni sua parte.

Dal canto suo, la stazione appaltante – la quale, in attuazione di quanto previsto dal disciplinare di gara, si è avvalsa della c.d. “inversione procedimentale nella valutazione delle offerte”, prevista dagli artt. 1 d.l. n. 32 del 19, convertito dalla l. n. 55 del 19, e 133 d. lgs. n. 50 del 2016 – aveva proceduto alla valutazione delle offerte prima dello scrutinio della documentazione amministrativa necessaria per l'ammissione alla gara. Sicché, una volta riscontrato che la mandante della attuale controinteressata non aveva barrato talune delle opzioni indicate nella dichiarazione integrativa, ne ha richiesto l'integrazione, ricevendo, al riguardo tutte le delucidazioni del caso.

In particolare, trasmessa la dichiarazione integrativa nella quale era confermata l'insussistenza dell'ipotesi di esclusione prevista dall'art. 80, comma 5, lettera c-ter), d. lgs. n. 50/2016, la mandante rendeva una dettagliata dichiarazione in ordine sia alla risoluzione contrattuale, sia alla correlativa sospensione dell'autorizzazione ex art. 59 del d.P.R. n. 380 del 2001, con la precisazione che il relativo provvedimento era stato fatto oggetto di impugnazione davanti al T.A.R. Lazio e che, comunque, era successivamente seguita la nota 8 novembre 2019 con la quale “il Servizio Tecnico Centrale ha comunicato (...) il superamento delle criticità ed autorizzato il Laboratorio a riprendere le attività oggetto dell'autorizzazione prima sospesa”.

Conseguentemente, la Stazione appaltante, valutate la dichiarazione suppletiva e le delucidazioni rese dalla mandante, ha ritenuto la documentazione trasmessa conforme a quanto richiesto ed ha ammesso alla gara l'attuale controinteressata.

L'omessa dichiarazione non comporta l'automatica esclusione. Alla luce di tale ricostruzione dei fatti, il T.A.R. ha ritenuto legittima la determinazione di ammissione alla gara, anche alla luce delle censure dedotte dalla parte ricorrente, riguardanti, specificamente, la veridicità delle dichiarazioni presenti nel DGUE e non invece l'art. 80, comma 5, lettera c-ter), d. lgs. n. 50/2016, cui sono riferibili specificamente le risoluzioni contrattuali, indicate nella dichiarazione integrativa.

Inoltre, la dichiarazione resa nell'ambito del DGUE dalla mandante in ordine al possesso dell'autorizzazione non poteva ritenersi falsa in quanto il titolo era stato effettivamente conseguito dalla mandante; la mancata comunicazione della sospensione, pertanto, poteva, al più, essere sussunta nell'ipotesi di “dichiarazione omessa” per la quale l'orientamento del Consiglio di Stato sulla distinzione tra dichiarazione falsa, reticente ed omessa ((Cons. Stato n. 8906 del 2019, Cons. Stato n. 7387 del 19, Cons. Stato n. 5171 del 2019, Cons. Stato n. 2407 del 2019) non consente l'esclusione dalla gara.

A ciò si aggiunga che la sospensione dell'autorizzazione e la revoca della sospensione stessa sono state, comunque, comunicate alla stazione appaltante con la dichiarazione integrativa.

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