Pignoramento presso terzi: corretta tassazione dell'ordinanza di assegnazione di una somma al creditore procedente
23 Marzo 2020
Assisto un creditore titolare di un credito soggetto ad IVA a cui con ordinanza di assegnazione - esitata da procedura esecutiva mobiliare presso terzi - è stata attribuita una somma di una certa rilevanza, per cui l'assoggettamento all'imposta in misura proporzionale (0,50%) ovvero in misura fissa (€ 200,00) è notevolmente differente. L'Agenzia delle Entrate ha notificato l'avviso di liquidazione ritenendo dovuta l'imposta in misura proporzionale, ossia in quella dello 0,50%. 1) È corretta tale quantificazione dell'imposta? Inoltre: 2) Il calcolo dello 0,5% è stato eseguito sull'intero credito e non sull'importo - costituente la relativa quota parte (all'incirca del 70%) - assegnato; mi sembra che l'imposta vada comunque calcolata sulla somma assegnata; è così?
Sul punto si segnala una recente pronuncia della Ctr Lombardia (la n. 300/1/2019) relativa alla corretta tassazione dell'ordinanza di assegnazione di una somma al creditore procedente, emessa dal Tribunale di Milano nell'ambito di una procedura esecutiva di pignoramento presso terzi. I riferimenti normativi in tema di registrazione di atti giudiziari sono:
In tema di assegnazione dei crediti pignorati presso terzi, la Ctr, diversamente dalla tesi sostenuta dall'Ufficio secondo la quale i provvedimenti di assegnazione del credito avendo effetti traslativi della titolarità del credito devono essere assoggettati ad imposta di registro in misura proporzionale dello 0,50% prevista per gli atti di cessione di crediti dall'articolo 6, Tariffa Parte I, allegata al d.P.R. n. 131 del 1986, ritiene che i citati provvedimenti debbano essere assoggettati ad imposta di registro in misura fissa in adesione al principio di legittimità ha statuito dalla sentenza n. 9400/2007 della Corte di Cassazione. Quest'ultima, anche se da un lato ha escluso la valenza solo processuale del provvedimento che secondo la dottrina non dovrebbe neppure essere soggetta a tassazione, ha statuito che l'ordinanza di assegnazione di beni ai creditori esecutanti è soggetta a imposta di registro in misura fissa e non a tassazione proporzionale, perché non definisce un giudizio, e quindi non rientra in alcuna delle ipotesi disciplinate dall'articolo 8 della Tariffa citata, allorché il giudice dell'esecuzione non abbia risolto contestazioni tra i creditori, ma si sia limitato a compiere una mera verifica del consenso sul piano di riparto. In altri termini, secondo la Cassazione, l'ordinanza, prevista dagli artt. 552 e 529 cod. proc. civ., con la quale il giudice dell'esecuzione assegna ai creditori esecutanti cose possedute da un terzo è teoricamente assoggettabile all'imposta, ai sensi dell'art. 8 della tariffa, parte prima, allegata al d.P.R. 26 aprile 1986, n. 131, se definisce, anche parzialmente, il giudizio, ed è sussumibile nell'ipotesi di registrazione a tassa fissa di cui alla lettera d). Ciò in quanto un provvedimento siffatto non contiene alcuna condanna al pagamento di somme né alla consegna della merce (ipotesi di cui alla lettera b dell'art. 8), essendo finalizzata - quali che siano gli incidenti procedurali che lo stesso giudice dell'esecuzione abbia dovuto risolvere - alla mera attuazione di un titolo esecutivo, secondo un piano di riparto concordato (cfr. Cass. 9400/2007).
Posto che in quel caso non risultavano esservi state contestazioni in ordine al credito, e che nessun giudizio di condanna è stato espresso dal Tribunale in sede di esecuzione, il provvedimento di assegnazione del credito pignorato presso terzi, in quanto finalizzato alla mera attuazione di un titolo esecutivo, deve essere assoggettato ad imposta di registro in misura fissa. |