Tar Lazio: anomalia dell'offerta nelle ipotesi di mancata giustificazione dei costi delle prestazioni considerate “senza oneri per l'Amministrazione”

22 Aprile 2020

In sede di giudizio di anomalia il concorrente è tenuto ad indicare tutti i costi delle prestazioni rese “senza oneri per l'Amministrazione” e che devono trovare copertura nel conto economico, incidendo sul margine di utile ritraibile nelle voci di prezzo indicate nell'offerta, essendo escluso per natura del contratto che il concorrente possa operare in perdita o offrire prestazioni a titolo di liberalità.

Il caso. A seguito di una procedura di gara aperta per l'affidamento di servizi di sviluppo, manutenzione e supporto in ambito tecnologico e informatico, l'RTI secondo classificato proponeva ricorso dinanzi al giudice amministrativo ritenendo illegittima l'aggiudicazione dell'appalto a favore del primo classificato in graduatoria. In particolare, incentrava le proprie doglianze sul giudizio di anomalia svolto dalla Commissione, poiché l'aggiudicatario non avrebbe fornito alcuna giustificazione per una serie di voci di costo relative a determinate prestazioni necessarie per il governo della commessa, che, seppur dichiarate dallo stesso nella propria offerta tecnica e richieste per lo svolgimento del servizio, non sono state considerate nel conto economico. Nel caso di specie, l'oggetto della doglianza era rappresentato dai costi dei responsabili di affidamento, della formazione del personale, del servizio di garanzia, delle figure professionali aggiuntive manageriali e concernenti la fornitura del competence center. Il ricorrente lamentava, per quel che qui rileva, la violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e par condicio, ritenendo che la Commissione, in sede di verifica di anomalia dell'offerta aggiudicataria, non si sarebbe avveduta dell'omessa indicazione dei costi delle prestazioni indirette richiamate.

La soluzione del Tar Lazio. Il Collegio, richiamando diversi precedenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato, ha in primo luogo ribadito che “la verifica dell'anomalia dell'offerta è finalizzata ad accertare l'attendibilità e la serietà della stessa sulla base di una valutazione, ad opera della stazione appaltante, che ha natura globale e sintetica e che costituisce pur sempre espressione di un tipico potere tecnico-discrezionale riservato alla p.a.” (cfr., ex multis, Cons. Stato, V, 26 novembre 2018, n. 6689)” (Cons. Stato, Sez. V, 30 dicembre 2019, n. 8909) e che si tratterebbe di una valutazione che mira ad “accertare se in concreto l'offerta, nel suo complesso, sia attendibile e affidabile in relazione alla corretta esecuzione dell'appalto” (cfr., ex multis: Cons. Stato, Sez. V, 28 gennaio 2019, n. 690; Id., Sez. III, 25 novembre 2016 n. 4990; Id., Sez. V, 31 agosto 2016, n. 3752). Tuttavia, nella fattispecie, ad avviso del Tar, la valutazione finale della Commissione e del r.u.p. è risultata affetta dai profili di “manifesta e macroscopica erroneità e irragionevolezza” idonei a renderla sindacabile in sede giurisdizionale. (cfr., ex multis, Cons. Stato, Sez. III, 20 novembre 2019, n. 7927). In particolare, il Collegio ha infatti ritenuto che le prestazioni che non trovavano corrispondenza in altrettante voci dell'offerta economica dovessero comunque essere esplicitate nel conto economico della commessa, nell'ambito del quale il concorrente avrebbe dovuto indicare la quantificazione dei relativi costi e la loro copertura nell'ambito dei ricavi attesi.

Sul punto il giudice ha precisato che le prestazioni in esame fossero senz'altro dovute (quale la garanzia), ovvero riguardassero attività che, pur essendo rimesse nel dimensionamento al singolo concorrente, erano state previste come necessarie per il governo della commessa e, di conseguenza, oggetto di valutazione da parte della Commissione, la quale non avrebbe potuto esimersi dal chiedere all'operatore di fornire una giustificazione dei relativi costi che risultasse coerente con il livello quali-quantitativo delle prestazioni indicato nella relazione tecnica presentata ai fini della partecipazione alla gara. Diversamente opinando, ad avviso del giudice, “si arriverebbe al paradosso di ammettere che il concorrente che sia obbligato a determinate prestazioni poste a suo carico, o che abbia ottenuto un punteggio aggiuntivo per la valutazione di profili migliorativi dell'offerta, non sia poi tenuto a fornire alcuna giustificazione dei costi degli impegni così assunti”.

In conclusione, il Collegio ha ritenuto che l'insufficiente istruttoria svolta al fine di valutare la congruità dell'offerta dell'aggiudicatario ha comportato l'irragionevolezza dell'esito finale del giudizio reso.

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