Limiti alla revoca dell'autorizzazione al subappalto per irregolarità contributiva del subappaltatore

27 Maggio 2020

È sufficiente il rilascio di d.u.r.c. della Cassa edile attestante la sussistenza di omissioni contributive del subappaltatore al momento della richiesta di autorizzazione al subappalto a consentire alla stazione appaltante di revocargli l'autorizzazione, per aver riscontrato la non veridicità della dichiarazione del possesso di un requisito di ordine generale, e di segnalarla all'A.n.a.c. ai fini dell'iscrizione nel casellario informatico. Infatti, la norma per cui la decadenza dell'autorizzazione al subappalto può essere pronunciata solo a condizione che vengano rilasciati due d.u.r.c. negativi consecutivi e che sia acquisita una relazione attestante lo stato di esecuzione dei lavori costituisce eccezione alla regola generale del possesso, senza soluzioni di continuità, del requisito della regolarità contributiva per tutta la durata del sub appalto, inclusa la fase dell'esecuzione, applicabile solo alle fattispecie in cui il subappaltatore abbia effettivamente iniziato l'esecuzione delle opere autorizzate.

Il caso. La stazione appaltante, dopo aver accertato l'irregolarità contributiva di un subappaltatore, indicato dall'aggiudicatario, per eseguire alcune lavorazioni nell'ambito di un appalto di lavori, ha annullato d'ufficio l'autorizzazione concessa originariamente, segnalando contestualmente la vicenda all'A.N.A.C. ai fini dell'inserimento dei dati in essa contenuti nel casellario informatico, ai sensi dell'articolo 8, comma 2, lettera s), del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207.

La ditta subappaltatrice, col primo motivo di ricorso, ha contestato l'accertamento negativo del requisito di regolarità contributiva, ai sensi dell'articolo 38, comma 1, lettera i), del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, vigente ratione temporis, considerato, tra l'altro, che: a) alla data della presentazione della domanda di autorizzazione al subappalto, ossia al 12 dicembre 2014, ha fedelmente attestato il possesso del requisito di ordine generale sulla scorta di un D.U.R.C. regolare, rilasciato in data 11 dicembre 2014; b) alla data dell'8 gennaio 2015, non avendo ricevuto alcun preavviso di accertamento negativo da parte della Cassa edile, ha dichiarato di non essere incorsa in irregolarità previdenziali e assistenziali, facendo affidamento sulla validità del D.U.R.C. rilasciato in data 11 dicembre 2014.

Col secondo motivo ha dedotto la violazione dell'articolo 6, comma 8, del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207, che subordina la decadenza dal subappalto al rilascio di due D.U.R.C. negativi consecutivi.

Con il terzo ed ultimo motivo, ha rilevato la mancanza della falsità delle dichiarazioni rese dal legale rappresentante in data 8 gennaio 2015, nonché del requisito della definitività dell'accertamento della violazione, in considerazione dell'errore scusabile nel quale sarebbe incorsa nell'omesso versamento dei contributi di una sola mensilità e nei confronti di un solo ente previdenziale.

La soluzione. Il T.A.R. Milano, con la sentenza in rassegna, ha rigettato il ricorso. In particolare, con riferimento al primo ed al terzo motivo di ricorso, ha osservato, tra l'altro, che: a) a fronte del rilascio del D.U.R.C. negativo, la stazione appaltante deve considerare senz'altro grave la violazione contributiva, senza che possano trovare ingresso, nel contraddittorio instaurato sulla causa di esclusione derivante dal mancato possesso del requisito di regolarità contributiva, questioni attinenti alla quantificazione della violazione, alla regolarità contributiva con altri istituti previdenziali, alla scusabilità dell'omissione per errore materiale nell'invio della documentazione contabile o all'affidamento riposto nella regolarità di un D.U.R.C. precedente; b) l'operatore economico deve essere in regola con l'assolvimento degli obblighi previdenziali e assistenziali dal momento della presentazione dell'offerta o, nel caso del subappalto, della domanda di autorizzazione e per tutta la durata della procedura; c) tale regola non è derogata dall'istituto dell'invito alla regolarizzazione, previsto all'articolo 31, comma 8, del D.L. 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, il quale opera solo ove il D.U.R.C. sia richiesto dall'impresa ed assolve allo scopo di rimediare alle carenze contributive riscontrate nel rapporto interno tra questa e l'ente di previdenza (Consiglio di Stato, adunanza plenaria, 29 febbraio 2016, n. 5); d) il c.d. preavviso di D.U.R.C. negativo, del quale, nella specie, la società ricorrente ha lamentato l'omessa comunicazione da parte dell'ente previdenziale, non si applica al diverso rapporto che intercorre tra l'operatore economico e la stazione appaltante, nel quale è quest'ultima a richiedere all'ente previdenziale il rilascio del D.U.R.C. al fine di verificare la veridicità dell'autodichiarazione resa dall'operatore economico ai sensi dell'articolo 38, comma 1, lettera i), del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163.

Qualto al secondo motivo di ricorso, il Collegio ha affermato che la ricorrente abbia impropriamente richiamato la disciplina di cui all'articolo 6, comma 8, del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207, ai sensi del quale la decadenza dell'autorizzazione al subappalto può essere pronunciata solo a condizione che vengano rilasciati due D.U.R.C. negativi consecutivi e che sia acquisita una relazione attestante lo stato di esecuzione dei lavori. Tale norma, infatti, va applicata solo alle fattispecie in cui il subappaltatore abbia effettivamente iniziato l'esecuzione delle opere autorizzate.

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