Sulla verifica “facoltativa” di anomalia dell'offerta

05 Giugno 2020

Dalla formulazione dell'articolo 97 del d.l.gs n.50/2016 e ss. mm. e ii. si ricava la distinzione tra obbligo di procedere alla verifica dell'anomalia dell'offerta e facoltà riservata all'Amministrazione di ipotizzare autonomamente, “in base a elementi specifici”, casi di anomalia. In questa seconda ipotesi l'offerta deve apparire, in base a elementi specifici, anormalmente bassa.

Il caso. La ricorrente impugnava gli atti di una procedura di gara per la “fornitura di sistemi di difesa passiva campali per esigenze operative dell'Aeronautica militare”, deducendo l'illegittimità dell'aggiudicazione per mancato avvio da parte della stazione appaltante del procedimento di verifica della congruità dell'offerta.

La questione. Secondo il TAR il sistema disegnato dal legislatore nell'ambito dell'articolo 97 del d.l.gs n. 50/2016 e ss. mm. e ii. impone una distinzione tra obbligo di procedere alla verifica della serietà dell'offerta nei casi di anomalia individuati dalla legge e facoltà riservata all'Amministrazione di ipotizzare autonomamente, in base a elementi specifici, casi di anomalia diversi da quelli prestabiliti.

Nel caso di specie la stazione appaltante non era tenuta ad avviare la fase di verifica dell'anomalia dell'offerta, non essendo quest'ultima qualificata dalla legge come “anormalmente bassa”.

La scelta di sottoporre l'offerta a verifica facoltativa di anomalia, trattandosi di valutazione ampiamente discrezionale della Stazione Appaltante, non richiede un'espressa motivazione e pertanto risulta sindacabile solo in caso di macroscopica irragionevolezza e illogicità.

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