Riedizione della verifica dell’anomalia all’esito di un precedente giudizio

Diego Campugiani
09 Giugno 2020

La riedizione del potere valutativo della stazione appaltante in seguito ad una sentenza di annullamento dell'aggiudicazione per carenza della verifica di congruità dell'offerta aggiudicataria, se per un verso non preclude un contraddittorio pieno tra stazione appaltante ed offerente su tutti i profili della proposta che non ne modifichino l'essenza, dall'altro deve appurare la sostenibilità dell'offerta nel suo complesso, tanto più ove siano stati rappresentati meccanismi di traslazione e imputazione dei costi di alcune prestazioni su altre.

Il caso. Il TAR è stato chiamato a pronunciarsi sulla legittimità dell'offerta aggiudicataria per ragioni di sua insostenibilità ricavabili dai giustificativi resi nel subprocedimento di verifica dell'anomalia a cui quest'ultima era stata sottoposta una seconda volta in esecuzione di una precedente sentenza.

Il giudice, infatti, aveva già annullato l'affidamento per carenza istruttoria riscontrata nel verificare la congruità della proposta aggiudicataria. In particolare il giudice, pur rigettando il primo motivo di ricorso, a mente del quale sarebbe stato illegittimo l'aver avviato un secondo confronto con la controinteressata che, nella prospettiva della ricorrente, violava le previsioni di cui agli articoli 4 e 30 del D.lgs. n. 50/2016 e di cui all'articolo 97 della Costituzionecon riferimento ai principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e pubblicità”, ha tuttavia accolto le ulteriori censure attinenti alla riedizione della valutazione.

La soluzione del TAR. Il TAR, infatti, ha ritenuto che la rinnovazione della valutazione a seguito di annullamento giurisdizionale risulta governata dalle regole delle procedure ad evidenza pubblica e dal precipuo dictum che insorge dalla c.d. portata conformativa del giudicato, volta ad orientare l'operato dell'Amministrazione nel riesercizio del potere. In sostanza, in una fattispecie come quella all'esame, la rinnovazione della valutazione non può, certamente, comportare l'ingresso nella nuova fase di valutazione di componenti nuove dell'offerta, né può contrastare con la specifica statuizione dettata dalla sentenza di annullamento. Al contrario, possono ammettersi chiarimenti o integrazioni che non comportino un ampliamento o modificazione dell'offerta o non siano espressamente o implicitamente esclusi dal dictum giudiziale. Ciò nonostante, è stata nuovamente riscontrata la sostanziale inadeguatezza della giustificazione offerta dalla aggiudicataria evocando la possibilità di una traslazione del costo per l'assistenza al diverso oggetto della gara costituito dalla fornitura. Secondo la controinteressata l'offerta economica (pari ad “1/175 della base d'asta prevista per quella voce”) avrebbe potuto essere giustificata perché il costo per la manutenzione sarebbe stato “meramente figurativo”, sì da dimostrare la sostenibilità economica complessiva dell'offerta.

Il TAR, invece, ha affermato che pur volendo prescindere dalla stretta osservanza letterale della previsione di gara, la questione sostanziale che rimaneva insoluta riguardava l'affidabilità complessiva di un'offerta così formulata. Laddove la stazione appaltante avesse ritenuto possibile una traslazione dei costi da un oggetto all'altro della gara, nonostante l'innegabile alterità degli stessi, avrebbe avuto l'obbligo – non assolto nel caso di specie – di verificare come un'offerta pari a 1/175 della basa d'asta potesse risultare idonea, pur con gli incrementi ipotizzabili in modo figurativo in forza della suddetta traslazione, a superare positivamente il giudizio di anomalia. In altri termini, la stazione appaltante avrebbe dovuto verificare se l'offerta complessivamente formulata risultasse seria, affidabile ed idonea a “coprire” entrambe le prestazioni (fornitura ed assistenza). Un dato che invece non emergeva dagli atti del giudizio, non procedendosi ad un'articolazione delle voci che dimostrasse non tanto la “tenuta” dei costi delle singole voci quanto la “tenuta” complessiva dell'offerta.

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