L'accesso ai documenti amministrativi prevale in ogni caso, anche sui dati sensibili, se sia strumentale alla difesa degli interessi giuridici del richiedente
09 Settembre 2020
Il caso. La vicenda trae origine dall'impugnazione, ad opera delle seconde classificate nella procedura di gara aperta, indetta dalla Azienda Socio Sanitaria Territoriale Valtellina ed Alto Lario per l'affidamento dei lavori “di adeguamento alla normativa antincendio del presidio ospedaliero di Sondrio”, degli atti con i quali l'ASST negava parzialmente l'accesso ad alcuni atti della procedura, concernenti il risultato aggiudicatario, e la società indicata dal consorzio quale consorziata esecutrice dei lavori. In particolare, le ricorrenti lamentavano che, in violazione del principio di trasparenza, imparzialità e correttezza in materia di pubbliche gare, erano stati trasmessi “oscurati” i documenti di cui alle dichiarazioni ex art. 80 del d.lgs. n. 50/2016 del legale rappresentante della aggiudicatrice, nonché quelli legati ai costi della manodopera, ed era stato negato l'accesso sia ai certificati dei carichi pendenti sia a quelli del casellario giudiziale della resistente. Le ricorrenti deducevano, dunque, di avere pieno diritto di accesso ai predetti atti della procedura in quanto necessari alla verifica della congruità e attendibilità dell'offerta della controinteressata. Si costituiva, invece, l'ASST la quale eccepiva l'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse, oltre a chiederne la reiezione nel merito.
La soluzione giuridica. Preliminarmente, il TAR ha rilevato la tardività del deposito della memoria e dei documenti da parte della resistente, essendo tale deposito avvenuto in violazione dei termini di cui al combinato disposto degli artt. 87, comma 2, e 73 c.p.a. Tuttavia, anche a volere esaminare le deduzioni difensive nei medesimi espletate, le ha ritenute non condivisibili ed ha, infatti, accolto il ricorso. A tal proposito, il TAR ha richiamato l'orientamento giurisprudenziale secondo il quale un'impresa che abbia partecipato ad una procedura di evidenza pubblica vanta un interesse qualificato alla conoscenza degli atti della gara a prescindere da quali essi siano. Orbene, vi possono rientrare anche le dichiarazioni ex art. 80 del d.lgs. n. 50/2016, nonché i certificati del Casellario giudiziale, dei vari operatori economici, atteso che tali documenti consentono di verificare se i medesimi sono incorsi in una delle cause che comportano la esclusione dalla gara (cfr. C.d.S., Sez. V, n. 6318/2009). D'altronde, tale rilievo rappresenta unicamente un'applicazione del più generale principio, affermato dalla costante giurisprudenza amministrativa che ha interpretato la normativa in materia, secondo cui “l'accesso ai documenti amministrativi prevale in ogni caso, anche sui dati cd. sensibili, qualora sia strumentale alla cura o alla difesa degli interessi giuridici del richiedente” (C.d.S., Sez. V, n. 6318/2009, cit.). Pertanto, nel caso in esame la stazione appaltante doveva concedere l'accesso ai documenti richiesti dalle ricorrenti, in quanto evidentemente strumentale alla difesa del proprio interesse legittimo all'affidamento della gara. Sotto diverso profilo, inoltre, anche l'acquisizione del contenuto integrale del documento inerente ai conteggi del costo della manodopera si doveva ritenere necessaria a verificare la congruità e l'attendibilità dell'offerta dell'aggiudicataria, soprattutto sotto il profilo del rispetto dei minimi salariali ex art. 97, comma 5, lett. d) del d.lgs. n. 50/2016.
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