Il falso nelle procedure di evidenza pubblica: prime applicazioni dell'Adunanza plenaria n. 16/2020

21 Settembre 2020

Secondo il Consiglio di Stato, in virtù di quanto statuito dalla decisione dell'Adunanza plenaria n. 16/2020, le fattispecie di esclusione di cui all'art. 80, comma 5, lett. c-bis) e f-bis), d.lgs. n. 50/2016 non rappresentano ipotesi di estromissione automatica del concorrente.

La questione. Per l'appellante, il TAR sarebbe incorso in errore nel ritenere che la dichiarazione non collimante temporalmente con il servizio effettivamente svolto in passato dall'aggiudicataria non avrebbe assunto «alcuno specifico rilievo» nella valutazione effettuata dalla commissione, basata, invece, su «plurimi elementi», dato che il giudizio sulla controinteressata («buona l'esperienza nel settore») sarebbe riferibile alla valorizzazione di una durata superiore a quella effettiva dell'affidamento pregresso.

La soluzione. Secondo il Consiglio di Stato, la dichiarazione resa dall'aggiudicataria non rileva direttamente ai fini dell'ammissibilità dell'offerta, in mancanza di una previsione sulla durata minima dei pregressi servizi, considerato che, così come statuito dalla recente decisione dell'Adunanza plenaria n. 16/2020 (su cui si rinvia al focus di G.A. Giuffrè, G. Strazza, Il rapporto tra le cause di esclusione di cui alle lettere c) e f-bis) dell'art. 80, comma 5, del d.lgs. 50/2016: qual è l'ipotesi residuale?, in questo Portale, 14 settembre 2020), “le ipotesi di esclusione di cui all'art. 80, comma 5, lett. c-bis) e f-bis), d.lgs. n. 50/2016 non rappresentano ipotesi di estromissione automatica” del concorrente. Nella fattispecie in esame, l'Amministrazione, prima, e il giudice di primo grado, poi, hanno compiutamente valutato tutti gli elementi indicati nelle offerte tecniche dei due concorrenti, anche al fine di valorizzare la rispettiva esperienza nel settore, e hanno attribuito il relativo punteggio premiando non il periodo di svolgimento del servizio in quel territorio (non previsto dal bando quale criterio “e comunque ben conosciuto dall'Azienda sanitaria, essendo essa l'unica committente ed essendosi i due concorrenti alternati nello svolgimento”), ma la sua estensione sul territorio, ritenuta maggiore proprio per l'appellante.

Ai fini dell'attribuzione del punteggio tecnico complessivo, peraltro, ha concorso l'applicazione, non contestata, degli altri criteri previsti. Di conseguenza, per il Consiglio di Stato, la censura deve essere respinta, “in linea con il precedente dell'Adunanza plenaria sopra evidenziato, in quanto fondata su una lettura dell'elemento dichiarativo atomistica e non parametrata ai documenti di gara, né volta a sindacare la irragionevolezza della valutazione legittimamente operata dall'Amministrazione, a fronte di una imprecisione non decisiva ai fini della partecipazione e dell'aggiudicazione e ben riconoscibile in base alla qualità dei soggetti interessati”.

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