Sull'affidamento dei contratti di sponsorizzazione

Paola Martiello
30 Ottobre 2020

L'ampia libertà riconosciuta allo sponsor nella realizzazione delle prestazioni oggetto del contratto, sintetizzata nella locuzione “direttamente a sua cura e spese”, è bilanciata dal potere della stazione appaltante di fornire le opportune prescrizioni in merito alla progettazione, all'esecuzione, alla direzione dei lavori ed al collaudo.

Il caso. Il Tribunale è chiamato a valutare se la disciplina semplificata dettata dal d.lgs. n. 50/2016 per l'affidamento dei contratti di sponsorizzazione debba comunque rispettare i principi di pubblicità, imparzialità e parità di trattamento, previsti, in via generale, per ogni tipologia di contratto di appalto. In particolare, il Tribunale, nel valutare la legittimità di bando per la realizzazione di lavori di manutenzione di un edificio di proprietà della stazione appaltante, coglie l'occasione per chiarire la ratio delle norme che disciplinano il contratto di sponsorizzazione ed il loro utilizzo.

La soluzione: L'articolo 19 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, chiarisce il Collegio, detta una disciplina semplificata per l'affidamento dei contratti di sponsorizzazione, con i quali lo sponsor si impegna ad eseguire la prestazione in cambio di un'utilità economica, rappresentata – nel caso in esame – dallo sfruttamento degli spazi pubblicitari dei teli di copertura della facciata durante l'esecuzione dei lavori.

Tale disciplina semplificata, osserva il Giudice di prime cure, impone comunque il rispetto dei principi di pubblicità, imparzialità e parità di trattamento tra operatori economici e della disciplina delle cause di esclusione, nonché, nelle ipotesi di sponsorizzazione c.d. tecnica, ossia ove lo sponsor intenda realizzare direttamente i lavori, i servizi o le forniture, la verifica del possesso dei requisiti degli esecutori e l'osservanza delle disposizioni relative alla qualificazione dei progettisti e degli esecutori.

Difatti, l'ampia libertà riconosciuta allo sponsor nella realizzazione delle prestazioni oggetto del contratto, sintetizzata nella locuzione “direttamente a sua cura e spese”, sottolinea il Consiglio, è tuttavia bilanciata dal potere della stazione appaltante di fornire le opportune prescrizioni in merito alla progettazione, all'esecuzione, alla direzione dei lavori ed al collaudo.

In conclusione. Il Collegio, facendo applicazione dei suesposti principi, ha rigettato il ricorso presentato dal secondo classificato, ritenendo, nel caso di specie, la lex specialis e l'intera procedura rispondente ai principi generali previsti in materia di contratti pubblici.

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