Il confronto competitivo fra gli offerenti deve essere assicurato anche nelle procedure semplificate ex art. 36 d.lgs. 50/2016

19 Novembre 2020

Le stazioni appaltanti - anche nel caso di procedure semplificate ex art.36, co. 2, lett. a), d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 - non possono abdicare al confronto concorrenziale, in quanto, anche in conformità a quanto prescritto dalle linee guida ANAC n. 4, al punto 2, lett. e) ed f), sono tenute a fissare, nella determinazione a contrarre o nell'atto ad essa equivalente, un nucleo minimo di elementi, tra i quali i criteri per la selezione degli operatori economici e delle offerte, idonei a garantire l'aderenza al principio di libera concorrenza mediante “l'effettiva contendibilità degli affidamenti da parte dei soggetti potenzialmente interessati”, nonché al principio di non discriminazione e parità di trattamento, mediante “una valutazione equa ed imparziale dei concorrenti e l'eliminazione di ostacoli o restrizioni nella predisposizione delle offerte e nella loro valutazione”.

Il caso. Una Cooperativa sociale o.n.l.u.s.- seconda classificata nella gara indetta da un'Azienda di Servizi, avente ad oggetto il “servizio di raccolta, trasporto e smaltimento indumenti smessi CER 20 01 10 e servizi accessori”, da eseguirsi sul territorio del Comune di Rho per il triennio 2020/2022 - ha impugnato, davanti al T.A.R. di Milano, la lettera d'invito ad offrire e tutti gli atti di gara, chiedendo altresì la condanna della stazione appaltante a riformulare gli atti di gara e a procedere ad una nuova aggiudicazione della gara, ovvero, in subordine, al risarcimento del danno per equivalente monetario. Con successivi motivi aggiunti, ha poi impugnato il provvedimento di aggiudicazione alla controinteressata, chiedendo la condanna della stazione appaltante ad aggiudicare la gara ad essa ricorrente, seconda in graduatoria ed a stipulare il relativo contratto, ovvero, in alternativa, a far subentrare la ricorrente medesima nel contratto, o, in subordine, al risarcimento del danno per equivalente pecuniario; chiedendo, infine, in via ulteriormente gradata, la condanna della stazione appaltante a rinnovare la procedura di gara in conformità con le disposizioni di legge al fine della relativa aggiudicazione.

Stazione appaltante e controinteressato si sono costituiti in giudizio resistendo all'impugnazione originaria e ai successivi motivi aggiunti.

Il T.A.R. – accolta, dapprima, l'istanza cautelare formulata con il ricorso introduttivo, con sospensione degli gli atti impugnati, “ai fini di una riedizione degli atti della procedura” - successivamente, trattenuta la causa in decisione e scrutinate le censure sulla base delle priorità espressamente indicate dall'interessata – ha accolto il ricorso sulla base, soltanto, di quelle afferenti la legge speciale di gara (previa reiezione, sul punto, delle eccezioni di irricevibilità e inammissibilità della stazione appaltante), sicché, espressamente indicando l'effetto conformativo, ha annullato la lettera di invito e il capitolato descrittivo e prestazionale, oltre che il provvedimento di aggiudicazione del servizio, al contrario dichiarando inammissibile la domanda di inefficacia del contratto.

La portata ineludibile del confronto competitivo nelle procedure contrattuali pubbliche. Il giudice amministrativo lombardo – puntuale nell'attenersi alle priorità indicate dalla parte ricorrente in funzione del proprio graduato interesse all'accoglimento dei motivi di impugnazione - pone l'accento, con la sentenza in esame, su uno degli aspetti maggiormente qualificanti delle pubbliche procedure contrattuali: il rispetto dei principi “di libera concorrenza, non discriminazione trasparenza, proporzionalità [...] pubblicità” (indicati nell'

art. 30, comma 1, d.lgs. n. 50 del 2016

), ineludibili anche nell'ipotesi di “contratti sotto-soglia come reso anche esplicito dal richiamo contenuto nel comma 1 dell'articolo 36, del citato decreto legislativo.

Avverte il T.A.R. che la possibilità, per le stazioni appaltanti, di avvalersi della procedura semplificata, siccome consentito dal citato art. 36, d.lgs. n. 50 del 2016, “non significa [...] che la stazione appaltante possa abdicare al confronto concorrenziale ma esclude soltanto, in applicazione del principio di proporzione e di economicità, che per l'affidamento dei contratti di minimo valore si faccia ricorso alle stringenti disposizioni dettate per le competizioni economicamente più significative, anche allo scopo di favorire la partecipazione delle micro e delle piccole imprese”.

Anche le linee guida ANAC n. 4 – ricorda la sentenza – precisano (al punto 4.1.2), che la determina a contrarre ovvero l'atto ad essa equivalente deve contenere un nucleo minimo di elementi, tra i quali sono ricompresi i criteri per la selezione degli operatori economici e delle offerte, anche nel caso di affidamento diretto dei contrati di importo inferiore a 40.000,00 euro.

Cosicché deve essere ritenuta viziata in radice una procedura semplificata, relativa ad affidamento sotto-soglia (ancorché dell'anzidetta entità) la cui lettera di invito non individui i criteri sulla scorta dei quali la stazione appaltante deve effettuare la valutazione tecnico-economica delle offerte.

Né a tale carenza può sopperire la richiesta di descrivere, nella “Relazione tecnico illustrativa” da allegare all'offerta economica, le modalità di svolgimento del servizio, le eventuali proposte migliorative e la destinazione del materiale recuperato, in quanto, in ogni caso, la mancanza della preliminare determinazione di parametri di valutazione degli elementi tecnico-economici dell'offerta non assicura un effettivo confronto competitivo ed è destinata a ripercuotersi, in modo sostanziale, sulla motivazione dell'affidamento del servizio.

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