Sulla motivazione rafforzata richiesta alla revoca dell’aggiudicazione dopo la verifica dei requisiti

Mahena Chiarelli
15 Dicembre 2020

Il TAR richiama l'attenzione sulla congruità della motivazione del provvedimento di revoca dell'aggiudicazione intervenuta in una fase avanzata della procedura, in ragione della posizione qualificata dell'aggiudicatario, il quale, rispetto alla procedura di ritiro, deve poter esercitare le connesse facoltà partecipative.

Il caso. La società ricorrente partecipava ad una procedura negoziata, ai sensi dell'art. 36 del D.Lgs. 50/2016, in cui si classificava al primo posto avendo presentato l'offerta economicamente più vantaggiosa.

Esperita la verifica del possesso dei requisiti ex art. 32, comma 7, del Codice dei contratti pubblici, in esito della quale risultava idonea, le veniva comunicata l'aggiudicazione.

Poco dopo la Stazione Appaltante disponeva la revoca dell'intera procedura ex art. 21-quinquies della legge n. 241/1990, motivando con riferimento a sopravvenienze connesse alla procedura di certificazione del proprio bilancio. Avverso il provvedimento di autotutela è dunque insorta l'aggiudicataria, denunciandone l'illegittimità.

Il TAR, accogliendo il ricorso, richiama l'attenzione sullo stato di avanzamento della sequenza procedurale, arrestata dopo la positiva conclusione della fase integrativa dell'efficacia del provvedimento di aggiudicazione.

In tale stadio l'aggiudicazione revocata è più prossima alla dimensione definitiva tipica del provvedimento conclusivo preordinato alla stipulazione del contratto che alla provvisoria efficacia tipica della proposta di aggiudicazione.

La contestata revoca, afferma il Collegio, incidendo sulla posizione qualificata dell'aggiudicataria, oltreché sull'intera procedura arrivata ad uno stadio quantomai avanzato, manca di quella motivazione rafforzata necessaria a giustificare l'operato dell'amministrazione, precisando che tale obbligo motivazionale risulta disatteso in radice quando la revoca si sostanzia in una mera ragione di opportunità, certamente prevedibile.

L'ordinamento non riconosce all'amministrazione uno ius poenitendi illimitato e ad nutum, per la necessità, al contrario, di preservare il consistente legittimo affidamento del privato, beneficiario degli atti dell'amministrazione, con rafforzata ponderazione delle ragioni che siano di impedimento.

L'esercizio dei poteri di autotutela finalizzati al ritiro dell'aggiudicazione impone alla Stazione appaltante di assicurare la partecipazione dell'impresa aggiudicataria al relativo procedimento, onde consentirle di tutelare adeguatamente la posizione qualificata e validamente acquisita.

Di conseguenza, nel caso di specie, anche l'omessa comunicazione di avvio del procedimento di revoca compromette la legittimità dell'atto di autotutela.

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