I Dipartimenti Universitari possono partecipare alle gare pubbliche anche senza la firma del Rettore

21 Dicembre 2020

In applicazione del principio euro-unitario del favor partecipationis e al ricorrere di determinati requisiti, i singoli Dipartimenti universitari possono essere considerati operatori economici e pertanto sono legittimati a presentare offerte in sede di gara pubblica anche senza il coinvolgimento formale dell'Ateneo.

Il caso. Aggiudicata una gara pubblica a favore di un RTI composto, oltre che da una società, anche da un dipartimento universitario, la seconda classificata impugnava tale aggiudicazione davanti al TAR prima, e al Consiglio di Stato poi, contestando, in particolare, la competenza del singolo dipartimento a partecipare alla gara.

La soluzione del Consiglio di Stato. Nello specifico l'odierna appellante riteneva illegittima l'aggiudicazione dell'appalto a favore del sopramenzionato RTI in quanto solo l'Università e non anche un suo Dipartimento può essere considerato “operatore economico” ai sensi del d.lgs. n. 50/2016.

In sentenza si ricorda che la definizione di operatore economico è individuata in primo luogo dall'art. 3, comma 1, lett. p), del codice dei contratti pubblici, il quale, in attuazione dei principi euro-unitari, si basa su una nozione di operatore economico in senso ampio “tale da ricomprendervi – nei limiti dell'affidamento dei terzi e della responsabilità patrimoniale, che postula la personalità giuridica – qualunque aggregazione riconducibile ad unità economica, sia esso persona o ente, indipendentemente dalla sua forma giuridica.”

Pertanto, eventuali limitazioni preclusive delle procedure di gara che si basino sulla forma giuridica e sull'organizzazione interna degli operatori economici risulterebbero in contrasto con il principio del favor partecipationis, il quale mira, come è noto, ad assicurare la partecipazione più ampia di offerenti ad una gara d'appalto.

Nel caso concreto, dunque, indipendentemente dall'accertamento del carattere della personalità giuridica, è necessario e sufficiente “un adeguato grado di autonomia organizzativa, contabile e dispositiva, tali da supportare -nella concreta prospettiva del contratto di cui si verte- un'autonoma offerta di prestazioni”.

Alla luce di ciò, conclude il giudice amministrativo, per quanto concerne il diritto dei contratti pubblici e la qualificazione degli operatori economici (tralasciando quindi i rapporti interni intercorrenti tra i Dipartimenti e i rispettivi Atenei), “i Dipartimenti rappresentano articolazioni interne dell'Università all'occorrenza abilitate […] ad offrire per conto della rispettiva Università degli studi prestazioni sul mercato concorrenziale, senza l'esplicato e formale coinvolgimento dell'Ateneo di appartenenza nella procedura di formazione del contratto".

Anche sulla base di tali motivazioni, l'appello veniva respinto.

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