L'errore materiale nella formulazione dell'offerta può essere rettificato dall'Amministrazione solo se riconoscibile

Paola Martiello
11 Gennaio 2021

Restando fermo il principio di immodificabilità dell'offerta, l'errore materiale può essere rettificato d'ufficio dall'Amministrazione soltanto nell'ipotesi in cui lo stesso risulti riconoscibile. Tale riconoscibilità deve comunque essere valutata e valutabile ex ante e ciò accade allorchè l'offerente sia incorso in una svista ictu oculi rilevabile, senza particolari approfondimenti. Deve, inoltre, risultare palese l'effettiva volontà negoziale che lo stesso concorrente abbia inteso manifestare, senza particolari attività di verifica o di interpretazione circa il contenuto dell'offerta formulata.

Il caso. La controversia posta all'attenzione del Collegio concerne un appalto pubblico per la fornitura di farmaci, emoderivati, vaccini e mezzi di contrasto destinato alla AA.SS. della Regione Lazio.

Le ragioni di doglianza attengono ad un una presunta violazione, compiuta dalla Stazione Appaltante, della lex specialis nella parte in cui la stessa, mediante autonoma correzione di alcune cifre inserite nell'offerta dalla prima classificata, non avrebbe considerato che l'errore commesso dalla stessa prima classificata sarebbe stato di matrice “concettuale” e non meramente “materiale”, come invece ritenuto dalla stesso ente aggiudicatore.

La soluzione. Il Collegio, richiamando anche pacifica giurisprudenza sul punto (cfr. T.A.R. Toscana, sez. III, 24 luglio 2020, n. 970; T.A.R. Toscana, sez. I, 16 gennaio 2020, n. 35; T.A.R. Latina, sez. I, 8 novembre 2019, n. 648; Cons. Stato, sez. V, 11 gennaio 2018, n. 113; Cons. Stato, sez. V, 16 marzo 2016, n. 1077; T.A.R. Napoli, sez. I, 1° dicembre 2015, n. 5530) osserva che, fermo restando il principio di immodificabilità dell'offerta, l'errore materiale può essere rettificato d'ufficio dall'amministrazione soltanto nell'ipotesi in cui lo stesso risulti riconoscibile. Tale riconoscibilità deve comunque essere valutata e valutabile ex ante;

Ciò accade, sottolinea il Tribunale, quando l'offerente sia incorso in una svista ictu oculi rilevabile, senza che siano svolti particolari approfondimenti e, quindi, in base a semplici e intellegibili operazioni di carattere matematico (ossia meri interventi di rettifica del dato numerico non corretto). Deve inoltre risultare palese l'effettiva volontà negoziale che lo stesso concorrente abbia inteso manifestare, senza specifiche attività di verifica o di interpretazione circa il contenuto dell'offerta formulata.

Più in particolare, precisa il Collegio, una tale volontà deve poter essere ricostruita, e dunque rettificata d'ufficio, senza ricorrere ad “ausili esterni” o a fonti di conoscenza estranee all'offerta medesima (quali il soccorso istruttorio, dichiarazioni integrative o rettificative dell'offerente o altri supplementi di natura tecnica). Non deve in altre parole rinvenirsi alcuna “attività manipolativa”, da parte della stazione appaltante nel correggere l'errore materiale. L'attività correttiva non deve far emergere alcuna modifica dell'offerta economica globalmente intesa, il cui valore va dunque mantenuto inalterato in ossequio al predetto principio di immodificabilità.

In conclusione: il Collegio, rigettando il ricorso, ritiene che nel caso di specie la stazione appaltante si è limitata ad apportare mere operazioni di rettifica di un dato numerico non corretto. La correzione di tale dato, e il conseguente ricalcolo dell'offerta globalmente intesa, non ha tuttavia dato luogo a particolari attività di verifica o di interpretazione, né al ricorso ad “ausili esterni” o a fonti di conoscenza estranee, avendo il RUP autonomamente ed automaticamente provveduto a correggere l'errore. Una simile operazione, osserva il Collegio, non dà luogo a modificazioni dell'offerta in senso globale.

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