Certificazioni in lingua straniera prive di traduzione e soccorso istruttorio

Mahena Chiarelli
22 Febbraio 2021

In assenza di un puntuale divieto della legge di gara, il concorrente che presenti certificazioni in lingua straniera non accompagnate da traduzione giurata non è sanzionabile con l'automatica esclusione.

Il caso. L'appellante insorge avverso la sentenza con cui il TAR di Milano aveva respinto il suo ricorso avverso l'altrui affidamento di una fornitura di soffianti per depuratori di acque.

Tra gli altri motivi, la ricorrente contesta (in primo grado e in appello) l'operato della Commissione per aver preso in considerazione certificazioni prodotte dall'aggiudicataria in lingua inglese e prive della relativa traduzione giurata, a fronte di una gara che aveva previsto come lingua ufficiale quella italiana.

La soluzione. Il Consiglio di Stato, convenendo con il TAR, respinge il motivo rilevando che, in assenza di divieti puntuali, l'obbligo di utilizzo della lingua italiana previsto dalla normativa di gara non avesse portata tale da comportare l'automatismo espulsivo del concorrente aggiudicatario.

La duplicazione documentale che comporterebbe il ricorso a traduzioni giurate ben potrebbe essere, come è stato, legittimamente supplita con la obiettiva conoscenza personale della lingua inglese da parte dei componenti della commissione giudicatrice.

In ogni caso, mancando un puntuale divieto per l'ipotesi in discorso, ove la Stazione appaltante avesse ritenuto necessario disporre della traduzione, avrebbe dovuto attivare il soccorso istruttorio, trattandosi di profili di carattere esclusivamente formale.

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