Rifiuto del vaccino e contagio in occasione lavoro: la tutela Inail copre anche la colpa

08 Marzo 2021

Il lavoratore che, dopo aver rifiutato di aderire al piano di vaccinazione, contragga il virus Covid-19, ha comunque diritto alle prestazioni INAIL?

Il lavoratore che, dopo aver rifiutato di aderire al piano di vaccinazione, contragga il virus Covid-19, ha comunque diritto alle prestazioni INAIL?

De iure condito, nell'ambito della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, non è rinvenibile alcuna espressa disposizione legislativa che imponga in capo al lavoratore un obbligo specifico di adesione alla vaccinazione.

In materia di trattamenti sanitari, si rammenta, vige la riserva assoluta di legge ai sensi dell'art. 32 Cost.

L'eventuale rifiuto del lavoratore, pertanto, configura l'esercizio di una propria libertà. L'adesione ad un trattamento sanità, ancorché fortemente raccomandato, non è indicato dal legislatore come presupposto della tutela assicurativa per infortunio (essendo stato il contagio Covid-19 qualificato in tali termini).

L'art. 2 d.P.R. n. 1124/1965 prevede che l'assicurazione comprende tutti i casi di infortunio avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro e l'art. 65 del medesimo Decreto esclude soltanto l'infortunio simulato o le cui conseguenze siano state dolosamente aggravate dal lavoratore.

Ne consegue che l'assicurazione INAIL tutela il lavoratore anche nei casi in cui l'infortunio derivi da una sua colpa, il che può riscontrarsi nell'ipotesi di rifiuto della vaccinazione.

In ogni caso, è imprescindibile la prova della riconduzione in concreto dell'evento pregiudizievole all'occasione lavoro, pur operando in taluni settori lavorativi una presunzione semplice sul punto.

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